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Cronaca
12.10.2017 - 10:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lo storico Andrea Ghiringhelli 'proscioglie' Lisa Bosia Mirra: come l'Antigone di Sofocle... "Giudici e politici, prima di formulare giudizi definitivi, escano dai loro uffici e vadano sui luoghi dove continuano a consumarsi i drammi dei migranti"

Andrea Ghiringhelli: “A parte i rigurgiti del populismo dilagante, è sorprendente come pure alcuni esponenti del liberalismo ticinese si ergano indignati a reclamare le dimissioni dal Gran Consiglio della deputata socialista. Ciò che colpisce è la miopia di tutti i paladini della legalità ad oltranza..."

BELLINZONA - “Le sentenze forse non si giudicano, ma è lecito commentarle”. Con questa premessa, lo storico Andrea Ghiringhelli, ‘proscioglie’ la deputata Lisa Bosia Mirra, condannata per aver aiutato alcuni migranti a entrare in Svizzera. Lo fa in una lunga riflessione pubblicato da LaRegione.

“Io ritengo che la democrazia non possa reggersi senza la solidarietà umana, e sono perciò perplesso, come tanti altri, a proposito della sentenza di condanna di Bosia Mirra, che non prevede attenuanti. Sono perplesso ma non sorpreso perché mi pare che sia lo specchio di una società dove il conformismo della chiusura sta contaminando e spegnendo i valori universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e soprattutto di solidarietà”, scrive.

“Questa sentenza ci dice che le leggi dello Stato sono assolute, e vanno rispettate a prescindere da qualsiasi considerazione umanitaria: non contempla il rinvio ai diritti superiori, intangibili e inviolabili, a cui le leggi dovrebbero conformarsi (…). Insomma è il dominio della legge sul diritto: qualcuno parla di legalismo ad oltranza, e non è un complimento. Il che è inquietante perché ogni dimensione dell’esistenza viene regolata da una marea senza fine di leggi: appare legittimo solo ciò che è legale e lo Stato di diritto finisce per identificarsi con uno Stato delle leggi e non con lo Stato che pone alla base i diritti fondamentali”.

Poi Ghiringhelli evoca il mito greco di Antigone, l’Antigone di Sofocle: “È il testo fondante della cultura giuridica: oppone il re di Tebe, Creonte – che rifiuta la sepoltura, per editto statale, al traditore della patria Polinice –, ad Antigone, la sorella di Polinice, che si schiera con coraggio contro il tiranno e in nome delle leggi superiori, divine o naturali che siano, disubbidisce all’editto dello Stato e procede alla sepoltura, e per questo è punita. Nel nostro caso, la sentenza di condanna decreta, a prima vista, la vittoria di Creonte e ribadisce che è legittimo solo ciò che è legale”.

Ghiringhelli rivolge dunque un appello a giudici e politici: “Vorrei invitare giudici e politici, prima di formulare giudizi definitivi che decretano condanne e assoluzioni, a uscire dagli uffici e recarsi sui luoghi dove continuano a consumarsi i drammi dei migranti: magari a incontrare in piena notte questa umanità abbandonata, sulle strade, negli autosili, nei sottoscala, nei rifugi di fortuna”.

E conclude: “A parte i rigurgiti del populismo dilagante, è sorprendente come pure alcuni esponenti del liberalismo ticinese si ergano indignati a reclamare le dimissioni dal Gran Consiglio della deputata socialista. Ciò che colpisce è la miopia di tutti i paladini della legalità ad oltranza: non si accorgono che la loro condanna senza appello mette in discussione i fondamenti stessi di quel liberalismo che pretendono di rappresentare”.
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