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Analisi
26.11.2017 - 12:040

Dalla rottura con Teleticino alla nascita di questo portale. Dal sodalizio Bazzi-Leoni, passando per l'autocritica, fino all'etichetta di sito di centrodestra. Le confessioni su Liberatv per il nostro quinto compleanno. E come ad ogni anniversario chiedia

L’altra sera abbiamo festeggiato il quinto anniversario di Liberatv. Lo abbiamo fatto con una cena nella casa di Marco a Brissago. E così tra un salame, un caprino in fillo pasta con il miele e un filetto di cervo, ci siamo lanciati in una spassionata analisi di questa stravagante avventura. Una sorta di confessione di agostiniana memoria che, nel limite delle intime confidenze, abbiamo pensato di condividere con i lettori

di Andrea Leoni


L’altra sera con Marco abbiamo festeggiato il quinto anniversario di Liberatv. Lo abbiamo fatto con una cena nella sua casa di Brissago, solo io e lui (la volpe era assente). Per mesi ci siamo chiesti se avessimo dovuto organizzare qualcosa di più eclatante e di pubblico considerato lo spessore temporale della ricorrenza.

 

Credo che infine abbiamo fatto bene a limitarci. Anche se a dirla tutta, più che una scelta, è stata una contingenza, frutto dei tentennamenti, dell’assenza di tempo e degli impegni tambureggianti che non lasciano grande spazio, nelle agende e nella testa, per organizzare feste o altro.
 

L'orgoglio e la confessione
 

Ma, ciò precisato, abbiamo fatto bene. Perché ci siamo dati qualche ora per riflettere su questi cinque anni. Un lustro non è in effetti un periodo che possono vantare tutte le nuove aziende, in particolare nell’affollato acquario dell’editoria ticinese, che si tuffano nel mercato. Noi ci siamo arrivati: ed è un enorme soddisfazione, di quelle che ti danno un brivido d’orgoglio.

 

Ma il compiacimento per aver raggiunto un traguardo insperato - con ogni pronostico ragionevole che ci diceva contro, forse inconsciamente anche il nostro - certo non è abbastanza per soddisfare le esigenze di un bilancio compiuto e complesso come quello di Liberatv.

 

E così tra un salame, un caprino in pasta fillo con il miele e un filetto di cervo, ci siamo lanciati in una spassionata analisi di questa stravagante avventura. Una sorta di confessione di agostiniana memoria che, nel limite delle intime confidenze, abbiamo pensato di condividere con i lettori. Anche per rispondere ad alcune delle domande che negli anni ci sono state riformulate più volte. Ci sembra il modo migliore per segnalare il nostro compleanno, evitando il solito articoletto retorico e ruffiano, ammalato di diabete da ringraziamento.
 

La rottura con Teleticino e la nascita di Liberatv
 

Liberatv, come è noto, nasce da una rottura traumatica. O per meglio dire è il parto di una sconfitta, la nostra, nei confronti dell’allora nuova proprietà di Teleticino, il Corriere, con la quale avevamo visioni assai divergenti, anzi incompatibili, sul futuro che avrebbe dovuto avere l’emittente di Melide. Tanto si è chiacchierato su quello scontro, che in effetti fu molto duro e piuttosto lungo e articolato nelle sue diverse propaggini.

 

Allora ci fu una ruminante sofferenza emotiva, personale e professionale. Non solo nostra ma anche a causa nostra, ben inteso. Stare a dire oggi chi aveva ragione o torto, sarebbe un esercizio di autoerotismo futile, perché senza possibilità di orgasmo, soprattutto se a farlo fosse una delle due parti coinvolte. Le cose sono andate come sono andate.

 

Da parte nostra credo si possa soltanto dire che, con il tempo necessario, siamo riusciti a voltare pagina senza cancerogeni rancori e senza quegli spiriti di rivalsa tipici degli sciocchi. Lo abbiamo dimostrato. All’inizio, credo che sia umano, è stata dura tenere a freno la lingua e le mani (sulla tastiera), ma ci siamo imposti di farlo per una questione di stile e di rispetto: saper perdere con dignità, rendendo l’onore delle armi, non vale quanto una vittoria ma ti insegna come tornare a vincere. E così facendo ci siamo accorti che guardare avanti è davvero il modo migliore per abbracciare con l’energia necessaria il futuro, senza ciondolare nei rimpianti o avvitarsi in scuse che sono solo l’anticamera dell’autocommiserazione.
 

Lo spirito dei pirati


Durante quell’estate dopo la separazione con Teleticino ci siamo quindi rimboccati subito le maniche, ci abbiamo messo qualche soldo risparmiato e, ad ottobre del 2012, la nave di Liberatv è stata battezzata nelle acque del web ticinese (con noi quel giorno c'era anche Italo Carrasco, oggi al Quotidiano). Una nave pirata come l’abbiamo sempre definita, perché pirati di spirito sono sempre stati i fondatori e e i pochi membri dell’equipaggio che si sono alternati in questi anni. È interessante soffermarsi brevemente su questo punto. Il pirata, letteralmente, è un fuorilegge che solca il mare con i suoi modi e i suoi mezzi squattrinati e sgangherati per predare i ricchi. È coraggioso, certo, è romantico, ovvio, ma è anche sfrontato, furbacchione e furfantesco. La sua purezza sta nell’imperfezione, nel dichiarare la propria inattitudine alle regole ma anche al rigore, nelle sue varie declinazioni. Il pirata è fatalmente in errore, è per sua stessa natura criticabile, è lo stato d’animo e al contempo l’incarnazione di un uomo dai comportamenti incoerenti ed equivoci: sbagliati ma non scorretti. Una canaglia, insomma, a cui però alla fine si può anche voler bene (o non volergli troppo male). Speriamo di esserci riusciti.
 

La missione di Liberatv
 

Cinque anni fa siamo partiti con un’idea piuttosto chiara: notizie, approfondimenti, opinioni. Niente giornalismo da fast food. Per buona parte del viaggio ci siamo riusciti, in alcuni momenti un po’ meno, talvolta per niente. In effetti, nel corso di questo percorso, abbiamo dovuto adattarci alla bisogna e alle condizioni turbolente e imprevedibili del mercato, oltre che al mio stato di salute, che è stato spesso più precario che no. Abbiamo quindi dimensionato il nostro vascello alle entrate pubblicitarie e alla forza lavoro che potevamo impegnare. Senza tuttavia rinunciare agli investimenti tecnologici necessari per raddobbare costantemente la nave, in modo da renderla sempre attrezzata per affrontare il mare del futuro.

 

Ma i costi sono l’unica spiegazione per cui, talvolta, siamo venuti meno alla nostra missione? No, sarebbe una scusa, una mezza menzogna, affermarlo. Questa è una parte della verità, l’altra parte è che dopo un certo periodo è subentrata una stanchezza mentale e fisica che ci ha portato giornalisticamente a mollare un po’ il sacco e a inserire il pilota automatico.
 

La stanchezza e il pilota automatico
 

Si tratta, è bene sottolinearlo, di una stanchezza mentale e fisica del tutto naturale. Quando per molto tempo ti ritrovi 365 giorni all’anno (compresi Natale, Pasqua e tutte le altre festività), e con migliaia chilometri d’acqua già solcati, ad avere solo su due spalle, quelle mie e di Marco, la gestione di un portale come Liberatv, è inevitabile che subentri un po’ di affaticamento. Per dirla ancora più chiaramente (tanto ci stiamo confessando, no?): le nostre giornate di lavoro durano dalle 10 alle 12 ore, lavoriamo un weekend ciascuno, quando qualcuno va in vacanza l’altro lavora da solo, se Marco esce a caccia di pubblicità, l’amministrazione del sito ricade sul sottoscritto. Liberatv non ha alcun contratto con agenzie giornalistiche: tutto quello che leggete in pagina è scritto o impaginato da noi due (anche i copia e incolla vanno impaginati, e sì è vero, di quanto pubblicato su Facebook ne abbiamo un po’ abusato, in alcuni momenti). E il portale va sempre pitturato di fresco: non può esserci una mattina, o un pomeriggio, o una sera, in cui puoi rilassarti contando su qualcuno che aggiorni al posto tuo.

 

Ogni mese bisogna preoccuparsi che i conti quaglino e, per farlo, è necessario programmare con scrupolo e prudenza l’avvenire. Dipende insomma tutto da me e da Marco: siamo davvero come tanti piccoli imprenditori in Ticino che ogni giorno fanno la guerra, perché altrimenti le fatture non si pagano (tutte a ditte ticinesi e svizzere) e gli stipendi neppure. Non abbiamo nessun paracadute, nessun ricco padrone alle spalle, nessun sostegno mensile dal cielo o dallo Stato. Dipendiamo esclusivamente dai nostri lettori e dai nostri inserzionisti. E dietro Liberatv ci sono sempre e soltanto Marco Bazzi e Andrea Leoni.


Il sodalizio con Marco Bazzi
 

A proposito di questo sodalizio umano e professionale che dura da oltre dieci anni. In molti nel corso degli anni mi hanno domandato come facciamo io e Marco ad andare sempre d’accordo. La risposta più semplice è che non andiamo sempre d’accordo, anche perché sarebbe innaturale per due personalità come le nostre. La risposta più ovvia è che c’è una stima professionale, intellettuale ed emotiva praticamente illimitata e che il nostro modo di intendere la vita, il giornalismo, la cultura, la politica, coincide in genere all’80%. La risposta un po’ più complessa, il “segreto”, invece sta nel fatto che non ci rompiamo i coglioni a vicenda, non rincorriamo pettegolezzi, e sappiamo, non senza un certo cinismo talvolta, concentrarci su ciò che conta, lasciando correre, e perdonando, il resto.


Tornare a scrivere per invertire la rotta
 

Tornando alla missione di Liberatv, e ai rinculi di cui si diceva, crediamo di essercene accorti per tempo che stavamo andando un po’ fuori rotta. E vi abbiamo posto rimedio ormai da un po'. Per raddrizzare la navigazione è bastato fare la cosa che ci piace più di tutte e che ci riesce meglio:scrivere. E ricominciare nell’esercizio di questo principio elementare della nostra professione, ci ha ridato entusiasmo e ha rimesso a cuccia la stanchezza. Tutto sommato, ci siamo detti, anche se noi potremmo guadagnare molto di più, e pur incassando stipendi assolutamente dignitosi, c’è chi sta peggio, molto peggio in Ticino. Così, nei momenti di sconforto, pensiamo a loro: disoccupati, lavoratori sfruttati, operai che svolgono lavori usuranti dalle prime ore della mattina fino al calar della sera. Ti torna in fretta il senso della fortuna per il lavoro che fai. E l’assoluto godimento che solo chi è padrone del suo lavoro conosce.
 

Torna altresì la soddisfazione per aver creato in cinque anni un’azienda sana, robusta, senza assillanti problemi economici, e con una voce di nicchia ma vigorosa e credibile, tra le altre, di questo nostro lembo di terra.


Liberatv e il centrodestra
 

Una voce sicuramente criticabile e per certi aspetti controversa. E qui tocchiamo un ultimo punto fondamentale. A torto o a ragione siamo generalmente considerati come un sito dell’area del centrodestra. Se molti lo pensano qualcosa di vero ci sarà pure. Sicuramente non è sbagliato ritenere che il pubblico di Liberatv tenda piuttosto verso quel largo schieramento. Ma è altrettanto vero che né io né Marco abbiamo una formazione politica e culturale di centrodestra. Assolutamente. Quel che si può dire è che la nostra linea ha talvolta degli accenti populisti (siamo di sicuro due convinti euroscettici, adr esempio) ma più nel solco di un’idea giornalistica da tabloid che di un'impronta politica. In questi anni abbiamo scritto contro l’Islam e contro l’Occidente, a favore della Lega e del PS, pro e contro il Governo, a favore dell’eutanasia e contro il suicidio assistito per tutti, contro le frontiere spalancate ma anche puntando il dito contro noi stessi per il dramma del fenomeno migratorio. Se rifletto con onestà sulla natura della nostra linea editoriale, continuo a giungere alla risposta che non ce l'abbiamo. Detto questo tutto il nostro lavoro, essendo pubblico e per il pubblico, può è deve essere contestato. E noi, come è giusto, accettiamo ogni opinione critica che non sia dettata dalla malafede.
 

Il sostegno che chiediamo ai lettori


Chi ci segue da tempo sa che per noi è prassi, quando facciamo il compleanno, chiedere un contributo ai lettori, secondo le loro possibilità. Si tratta di un sostegno che domandiamo per due motivi. Il primo è che questi soldi li utilizziamo per arricchire gli investimenti necessari per continuare a sviluppare Liberatv. Il secondo motivo è per capire se nel pubblico il nostro lavoro viene in qualche modo riconosciuto e c’è la disponibilità a sostenerlo con una piccola donazione.


Finora questa prova l’abbiamo sempre superata con soddisfazione. Contiamo di farcela anche quest’anno. Le possibilità di versamento sono molteplici, sia attraverso la carta di credito che richiedendo un cedolino all'indirizzo info@liberatv.ch. Cliccando qui potete trovare tutte le informazioni.

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