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19.12.2017 - 14:200
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

No Billag, domani l'UDC ticinese decide da che parte stare. Il presidente Piero Marchesi proporrà al Comitato cantonale di schierarsi sul fronte del "no" all'iniziativa, ma l'esito del voto del parlamentino è incerto

L’ipotesi della terza via, la “libertà di voto”, che nelle scorse settimane sembrava potesse essere una soluzione, pare aver perso decisamente quota. Sarà un sì o un no. E se sarà “no” la Lega sarà l’unico partito in Ticino a sostenere l’iniziativa. E neppure a ranghi compatti, considerato che i due Consiglieri di Stato Claudio Zali e Norman Gobbi si sono già espressi contro la No Billag

LUGANO - L’UDC vivrà domani una serata di intenso dibattito sull’iniziativa No Billag. Il Comitato cantonale democentrista sarà infatti chiamato ad esprimersi sulla proposta di abolizione del canone su cui il popolo dovrà pronunciarsi il prossimo 4 marzo. Insomma, il partito del presidente Piero Marchesi dovrà schierarsi per il sì o per il no. Ed è una decisione particolarmente attesa, essendo la No Billag figlia della destra svizzera e ticinese.

 

Alla vigilia della discussione del parlamentino, che sarà preceduta dalla riunione della Direttiva, l’esito è più che mai incerto. Ci sono tuttavia degli elementi di partenza nel dibattito che Liberatv è in grado di anticipare. Quello più importante è che il presidente Marchesi proporrà una risoluzione dove si invita il Comitato, e dunque il partito, a posizionarsi sul fronte del “no”. Una risoluzione che sarà accompagnata anche da alcune proposte concrete di riforma della RSI e della CORSI. Proposte, va sottolineato, non vincolate all’indicazione di voto. Per capirci nessun messaggio del tipo “se la radiotelevisione esaudisce le nostre richieste allora votiamo no”. Ma piuttosto degli auspici da allegare alla presa di posizione. Quali? Per il momento bocche cucite, bisognerà attendere domani.

 

Con Marchesi, contro la No Billag, ci sono anche il Consigliere Nazionale Marco Chiesa e l’ex presidente e attuale capogruppo in Gran Consiglio Gabriele Pinoja. Il “sì” invece è sostenuto dal vicepresidente Alain Bühler - che è fra i promotori dell’iniziativa - e da un esponente storico dell’UDC: Eros Mellini. Chiesa e Bühlerr dibatteranno davanti ai circa 60 delegati attesi domani al ristorante Campo Felice di Tenero, prima del voto del Comitato.

 

Le previsioni sull’esito della votazione, come detto, sono piuttosto incerte. I numeri sono ballerini. Potrebbe prevale il sì come il no. In ogni caso i due fronti dovrebbero equivalersi: metà e metà, all’incirca. Ma la presidenza, da quel che abbiamo capito, è determinata ad arrivare a un pronunciamento chiaro.

 

L’ipotesi della terza via, la “libertà di voto”, che nelle scorse settimane sembrava potesse essere una soluzione, pare aver perso decisamente quota. Sarà un sì o un no. E se sarà “no” la Lega sarà l’unico partito in Ticino a sostenere l’iniziativa. E neppure a ranghi compatti, considerato che i due Consiglieri di Stato Claudio Zali e Norman Gobbi si sono già espressi contro la No Billag.

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