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04.01.2018 - 18:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Fiorenzo Dadò compie 47 anni (auguri!) e si confessa: "Sono trascorsi in fretta. Forse troppo in fretta. Non sono stato perfetto. Ho avuto anch'io, come tutti, i miei alti e bassi. Ho fatto degli errori, ma credo di aver fatto anche qualcosa di giusto e d

Il presidente del PPD, in occasione del suo compleanno, pubblica su Facebook un lungo post in cui traccia un bilancio intimo della sua vita: "C'è un attimo dell'anno in cui dovremmo mettere da parte tutto, dove abbiamo l'opportunità di misurare la qualità delle nostre esperienze e delle emozioni che ci hanno condotti fino qui. Questa è la qualità e il risultato del nostro Tempo. Il resto non è così determinante"

di Fiorenzo Dadò*

 

47 anni sono trascorsi in fretta. Forse troppo in fretta e qualcosa di importante mi è sfuggito.

 

Se mi volto indietro, posso osservare che molto Tempo che la vita ha deciso di concedermi è oramai passato.

 

Non so quanti giorni mi restano ancora per stare qui con voi. Nessuno lo sa.

 

Ma c'è un attimo dell'anno in cui dovremmo mettere da parte tutto, dove abbiamo l'opportunità di misurare la qualità delle nostre esperienze e delle emozioni che ci hanno condotti fino qui. Questa è la qualità e il risultato del nostro Tempo. Il resto non è così determinante.

 

Un attimo in cui ci prendiamo il tempo per ripercorrere ad una ad una anche le amicizie. Anche questo esercizio è importante.

 

Per sapere con chi abbiamo camminato e chi avremo al nostro fianco.

 

A chi se ne è approfittato dei momenti in cui sembravo debole non gli voglio male. A tutti prima o poi capita di inciampare.

 

Non finirò mai di essere grato a coloro che, nel silenzio o con un gesto, ci sono sempre stati. Voi siete quelle stelle che non si spengono mai, che auguro a tutti di veder brillare nell'universo della propria esistenza.

 

Il giorno del compleanno è un giorno unico, che dovremmo dedicare a noi e alla riconoscenza. È importante farlo, anche se la vita non sempre ci ha sorriso.

 

Oggi avrei voluto essere in montagna, nel silenzio e nella solitudine, ospite della natura che sta riposando. Avrei desiderato stare in silenzioso raccoglimento tra le montagne dove hanno vissuto i miei antenati. A loro devo molto.

 

La gente che ci ha preceduto è un esempio silenzioso, umile, semplice, di rettitudine e altruismo. Un lume straordinario, che rischiara la nostra via. Dobbiamo impegnarci tutti per tenerlo sempre acceso. Ci servirà, presto o tardi, per affrontare le intemperie che incontreremo.

 

Oggi sento un forte senso di gratitudine nel mio cuore, per questi primi 47 anni di vita con voi.

 

Non sono stato perfetto. Ho avuto anch'io, come tutti, i miei alti e bassi. Ho fatto degli errori, ma credo di aver fatto anche qualcosa di giusto e di bello.

 

Quando mi sono accorto degli sbagli, ho cercato di migliorare. Non sempre ci sono riuscito. Di questo me ne scuso.

 

Ho tentato di essere buono, di non ferire le persone, nonostante il mio carattere che quando viene ferito si ribella.

 

Ho provato attimi di gioia immensa ma ho pure sofferto molto.

 

Sulle cime delle montagne ho toccato il cielo con il cuore, ma ho anche sentito la morte sfiorarmi il viso. La fortuna mi è stata amica, mi ha accompagnato spesso su questo insidioso cammino.

 

Ma ho pianto lacrime amare quando non sono riuscito ad alleviare la tanta sofferenza che ho percepito negli altri. Alcune belle opportunità le ho sapute cogliere, ma ho pure sprecato stupidamente delle occasioni importanti.

 

Sono stato amato, anche molto. E ho ricambiato. Ma a volte ho deluso amaramente e non sempre mi sono dimostrato all'altezza della persona al mio fianco.

 

Mi scuso con tutto il cuore, spero riescano a perdonarmi.

 

Sono infinitamente riconoscente a mia Mamma Carmen per avermi pazientemente insegnato a non inciampare nella vita, a mio Padre Armando per avermi obbligato a lottare per gli ideali, indicandomi come fare a rialzarmi.

 

Ai miei Genitori devo tutto per avermi dato gli strumenti per seguire la mia strada in libertà.

 

I miei fratelli Luca e Michele sono stati la mia fortuna , soprattutto per avermi fatto da apripista, prendendo qualche "legnata" al mio posto.

 

Sono profondamente riconoscente a chi mi ama e anche a chi mi ha amato ma sento molto forte il dovere di chiedere scusa a chi ho profondamente deluso e ferito.

 

Grazie agli Amici per avermi aiutato, accompagnato e a volte sopportato in questa non sempre facile salita che è la vita.

 

E nonostante tutto, sono in qualche modo grato anche ai nemici, a chi mi ha voluto o mi vuole male.

 

Con i loro bastoni, a volte subdoli e dolorosi, mi hanno permesso di rinforzare le mie convinzioni e a migliorare l'arte della pazienza e della sopportazione.

 

*presidente PPD

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