La campagna politica (ma anche elettorale) contro l’iniziativa “No Billag” ha assunto le dimensioni di una vera e propria crociata, tanto che un quotidiano ticinese non ha praticamente mai pubblicato lettere e opinioni a favore della stessa.
I toni da “pensiero unico” sono talmente alterati e, a tratti, demenziali, che anche un rappresentante ticinese al Consiglio degli Stati la camera alta del Parlamento federale - dove sono rappresentati i Cantoni e dove solitamente siedono i saggi della politica nazionale - ha perso quella poca autorevolezza che ancora gli rimaneva, scagliandosi contro il giovane e garbato politico Alain Bühler, reo di difendere l’iniziativa “No Billag”. È successo qualche sera fa in un programma della RSI, quando il consigliere agli Stati Fabio Abate ha inveito, in modo piuttosto rozzo, contro il citato Bühler, chiedendogli se non si vergognasse a “difendere l’iniziativa di quattro svizzero tedeschi”.
Ma scherziamo? Un giovane politico che, in virtù della nostra democrazia diretta, sostiene l’iniziativa sottoscritta da più di 100'000 persone a favore della libera scelta dei cittadini svizzeri, dovrebbe vergognarsi?
Qui, chi dovrebbe vergognarsi è solo il politico altezzoso e sprezzante che siede ancora alla Camera alta del Parlamento federale. Noi, che crediamo nella nostra democrazia diretta, non solo non ci vergogniamo, ma difendiamo orgogliosamente i nostri valori.
*Comitato Sì all’abolizione del canone Billag - Articolo apparso sul Mattino della Domenica