Nella foto, D'Alessandri in un momento di relax sulle sue montagne
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31.01.2018 - 12:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Chi è favorevole a 'No Billag'? Al Comitato del PPD si alza una sola mano: quella di Claudio D'Alessandri, da Faido. "Credo che oggi il pensiero unico non debba più esistere in nessun partito. Il voto contro il canone dev'essere un segnale: SSR ed RSI dev

“L'iniziativa No Billag non ha nessuna chance di essere accolta, considerati i mezzi messi in campo dal fronte del no e alla luce dei sondaggi… Ma se raccogliesse, mettiamo, solo il 20% di consensi, i vertici della SSR diranno: ‘abbiamo la benedizione popolare e andiamo avanti così’. Se invece il sostegno andrà oltre il 40% allora si potrà iniziare a discutere seriamente dei cambiamenti”

BREGANZONA - Quando ieri sera al Comitato cantonale del PPD - dopo un confronto tra il consigliere nazionale Fabio Regazzi, il presidente della CORSI, Luigi Pedrazzini, e il giornalista Matteo Cheda - si è trattato di decidere la posizione ufficiale del partito sull’iniziativa ‘No Billag’, alla domanda chi è favorevole, in sala s’è alzata una sola mano: quella di Claudio D’Alessandri, che fino a settembre è stato segretario comunale a Faido. Uno che dice pane al pane e vino al vino, che ama la sua valle e adora la montagna... Uno contro tutti. L’unica voce fuori dal coro…

“Io sono una persona fuori dagli schemi – racconta D’Alessandri a liberatv -. Sono sempre stato popolare democratico, ma ho anche sempre scelto di pensare con lamia testa. Mi piace Fiorenzo Dadò, che vuole svecchiare il partito e portarlo su posizioni più vicine alla gente. È chiaro che non sarò l’unico pipidino a votare sì all’abolizione del canone radiotelevisivo il 4 marzo. Forse sono semplicemente l’unico che ha il coraggio di dirlo pubblicamente, perché sono certo che tra chi ha partecipato al Comitato di ieri sera c’è gente che voterà come me”.

Non dobbiamo essere ipocriti, continua D’Alessandri, “e se come partito vogliamo tornare ad essere vicini alla gente dobbiamo ascoltare quel che la gente pensa, e farcene interpreti. Credo che oggi il pensiero unico non dovrebbe più esistere in nessun partito, e ogni militante o simpatizzante dovrebbe sentirsi libero di esprimere la propria opinione, ovviamente nei rispetto dei valori civili”.

Ma quella mano alzata, per D’Alessandri, non era una ricerca demagogica di un consenso di cui non ha bisogno. Era l’espressione sincera della sua posizione personale.

“Voterò sì a ‘No Billag’ perché condivido l’analisi che ha fatto ieri sera al Comitato il giornalista Matteo Cheda, durante il confronto con Fabio Regazzi e Luigi Pedrazzini: nel mondo della comunicazione sono cambiate molte cose e altre cambieranno nei prossimi anni. Io per esempio seguo da anni liberatv, e vi faccio i complimenti perché avete coraggio di scrivere cose che altri non scrivono. Mi informo prevalentemente sul web, seguendo le opinioni dei giornalisti che ritengo liberi. Purtroppo la SSR, e penso in particolare alla RSI, è spesso paludata, ha nell’informazione una linea troppo istituzionale... Ma soprattutto quello che mi infastidisce è che si propone sempre come la depositaria unica della verità e dell’indipendenza nel panorama dei media”.

Bisogna assolutamente cambiare le cose, aggiunge D’Alessandri, “e se vogliamo cambiarle l’iniziativa deve avere un certo sostegno. Se così non fosse anche la riforma auspicata dal presidente della CORSI, Pedrazzini, rimarranno lettera morta, o uno specchietto per le allodole. Sono socio della CORSI dagli anni Ottanta: mi era iscritto per curiosità e ho sostenuto allora le battaglie che l’Alleanza Liberi e Svizzeri ha portato avanti contro il nepotismo, il gigantismo, lo spreco di risorse, l’informazione spesso sbilanciata a sinistra. Con gli anni alla RSI si è creata una casta e questa casta si è data i propri privilegi, come avviene in tutte le caste, che tendono a rafforzare il loro potere. Vede, i dipendenti che non pagano il canone per me è una vergogna. E gli stessi dipendenti possono essere soci della CORSI e partecipare alle assemblee, e in passato hanno bocciato ogni tentativo per cambiare le cose il che ha portato a una disaffezione della gente verso la Cooperativa”.

L’iniziativa ‘No Billag’, conclude D’Alessandri, “non ha nessuna chance di essere accolta, considerati i mezzi messi in campo dal fronte del no e alla luce dei sondaggi… Abbiamo assistito a una campagna caratterizzata da un terrorismo mediatico, da un clima da propaganda... Inoltre, per essere approvata, l’iniziativa avrebbe bisogno della doppia maggioranza, di popolo e cantoni. Ma se raccogliesse, mettiamo, solo il 20% di consensi, i vertici della SSR diranno: ‘abbiamo la benedizione popolare e andiamo avanti così’. Se invece il sostegno andrà oltre il 40% allora si potrà iniziare a discutere seriamente dei cambiamenti”.

emmebi

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