Nella foto, TiPress, da sinistra i procuratori Antonio Perugini, Nicola Respini, il nuovo pg Andrea Pagani e l'uscente John Noseda
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20.02.2018 - 08:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Parla Andrea Pagani: "I periti hanno formulato commenti molto lusinghieri nei miei confronti. Ma secondo loro non ho le doti del leader. Io dico che il procuratore generale è un leader se gli vengono riconosciute le sue competenze. E non perché fa bella f

Dopo che hanno parlato tutti, salendo in cattedra o dietro le quinte, sentiamo cos’ha da dire il nuovo procuratore generale, Andrea Pagani, sul risultato dell’assessment che lo indicava come non raccomandato alla carica a cui ieri è stato eletto

LUGANO - Dopo che hanno parlato tutti, salendo in cattedra o dietro le quinte, sentiamo cos’ha da dire il nuovo procuratore generale, Andrea Pagani, sul risultato dell’assessment che lo indicava come non raccomandato alla carica a cui ieri è stato eletto.

La Regione gli ha chiesto: In questa tormentata procedura di elezione, lei era stato giudicato idoneo alla carica di procuratore generale dalla Commissione di esperti indipendenti. Dei quattro candidati, era risultato invece il peggiore dagli assessment dell’Istituto di psicologia applicata della Zhaw di Zurigo. Questo non rischia di indebolire la sua nomina?

E lui ha risposto: “Nelle audizioni davanti ai gruppi parlamentari credo di aver chiarito, ovviamente dal mio punto di vista, alcuni aspetti di questi test attitudinali. I periti della Zhaw hanno formulato nero su bianco commenti molto lusinghieri nei miei confronti: hanno scritto di uno spiccato senso della giustizia, di grande attaccamento al lavoro, di un’elevata sopportazione dello stress. Ciò che per contro secondo loro io non ho sono le doti del leader. Ma ciò a mio modo di vedere è sbagliato. Ci vuole un leader al Ministero pubblico? Per me no. Perché ogni magistrato dell’ufficio è autonomo nella trattazione dell’inchiesta di cui è titolare. Il procuratore generale non può oggi, salvo errori manifesti, imporre una decisione diversa da quella che prenderebbe, con scienza e coscienza, il procuratore pubblico che si sta occupando di quell’incarto. Il pg è un leader se gli vengono riconosciute le sue competenze. E non perché fa bella figura in televisione o grida mettendo a tacere tutti”.

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