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21.02.2018 - 14:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dalla finale di Masterchef al ristorante di Canavacciuolo... Cristina Nicolini, giovane promessa della cucina italiana, arriva a Locarno per uno "show cooking". E racconta la sua passione tra sogni, rinunce e fatica...

A 27 anni, ha sfiorato la vittoria a Masterchef e da alcuni mesi è l'unica donna ai fornelli di Villa Crespi, il ristorante che Canavacciuolo gestisce sul Lago d’Orta. Perché parliamo di lei? Perché domani, giovedì 22 febbraio, sarà protagonista di uno Show Cooking nella nuova sede di Febal Casa a Locarno

LOCARNO - Cristina Nicolini è già una promessa della gastronomia italiana. Non solo perché, a 27 anni, ha sfiorato la vittoria a Masterchef, ma anche perché da alcuni mesi è l'unica donna ai fornelli di Villa Crespi, il ristorante che Antonino Canavacciuolo gestisce sul Lago d’Orta. Dopo la ‘gavetta’ di sette mesi nella cucina stellata di Luigi Sartini, al ristorante Righi di San Marino, dov’è nata, Cristina ha fatto il grande salto.

Ma perché parliamo di lei? Perché domani, giovedì 22 febbraio, dalle 17,30, sarà protagonista, a Locarno, di uno Show Cooking nella nuova sede di Febal Casa, alla Residenza Le Torri, in via Balestra 20.

La chiamata di Canavacciulo, racconta Cristina, è arrivata qualche tempo dopo la trasmissione, dove lo chef è uno dei quattro giudici. “Mi ha fatto cercare tramite la redazione, e mi ha detto che, se me la sentivo, potevo lavorare da lui”.

Dovevo essere un semplice stage, ma alla fine è arrivata l’assunzione. “Così mi sono dovuta trasferire sul Lago d’Orta.  E oggi sono l’unica donna nella brigata di cucina, che conta ben 26 colleghi”.

E com’è Canavacciuolo?
“Per me è uno dei più bravi chef che abbiamo in Italia. È capace di esaltare il sapore degli ingredienti, e ne mette al massimo tre in un piatto, alla massima potenza. E tu ti chiedi: perché nelle mie preparazioni il pomodoro sa di poco, invece nelle sue… La semplicità dei suoi piatti ti lascia a bocca aperta”.

La cucina è ‘storicamente donna’, ma ai fornelli dei ristoranti ci sono quasi sempre uomini… Le cose stanno cambiando?
“È difficile per le donne intraprendere una carriera da chef, anche se ce sono di bravissime. È difficile perché questo lavoro ti toglie buona parte della vita privata: mentre gli altri sono a casa o escono la sera con gli amici, tu lavori. Se vuoi avere una famiglia e dei bambini è ancora più complicato. E anche a livello fisico è un mestiere faticoso. Diciamo che quello dello chef rimane un lavoro prevalentemente maschile, ma le donne si stanno facendo largo. Io penso comunque ancora che la cucina sia donna”.

Il suo sogno?
“Aprire un ristorante mio, a San Marino o nella zona di Rimini, in modo da poter conciliare la vita privata con il lavoro. Perché ho un marito. Ma lui è stato un angelo: ha accettato la mia scelta e mi sta sostenendo in tutto, perché capisce che questa è la mia passione, la mia strada”.

Già, perché prima lei lavorava in uno studio legale…
“Esatto, e le dico una cosa: si guadagna di più a fare l’avvocato che la cuoca. Almeno per ora. Questo per chiarire che la mia non è stata una scelta dettata da motivi economici ma dalla semplice passione”.

Più carne o più pesce nella sua cucina?
“Direi un 50% di piatti a base di pesce, un 25 di carne e il rimanente di verdure, sia per il mio gusto personale sia per il territorio in cui sono nata e cresciuta. Amo moltissimo anche il mondo vegetariano, però senza preclusioni per la carne o il pesce”.

Una ricetta a cui tiene particolarmente?
“Guardi, il pesce lo cucino in tutti i modi, non ho una ricetta del cuore… Amo anche lo stile giapponese, o più in generale orientale, se devo fare una contaminazione gastronomica”.

Quanto è importante ottenere una Stella Michelin, uno dei simboli del successo di uno chef?
“È importante, ma ancora più importante è fare bene il proprio lavoro, cercare sempre le materie prime migliori, e dare il massimo in cucina. Poi se alla fine arriva una stella ben venga, ma non penso sia fondamentale”.

emmebi
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