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Cronaca
21.02.2018 - 18:390
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pazzesco! Il pirata della strada, ubriaco, che a Sigirino ha ucciso il 36enne Andrea Tamborini, viaggiava a 150 all'ora. L'uomo, accusato di omicidio intenzionale, è in carcere dal 10 novembre e ci resterà almeno fino al 29 marzo

L’uomo, difeso dall’avvocato Yasar Ravi, è accusato di omicidio intenzionale e si trova tuttora in carcere, dove rimarrà almeno fino al 29 di marzo. La giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà, ha infatti accolto (per rischio di recidiva) la richiesta di proroga inoltrata dal procuratore capo Nicola Respini

LUGANO – Il pirata della strada che il 10 novembre scorso uccise il 36enne Andrea Tamborini, residente a Melide, che rincasava in sella al suo scooter, viaggiava a 150 chilometri all’ora. Lo ha reso noto la RSI, riferendo i risultati della perizia tecnica commissionata dal Ministero pubblico all’ingegner Massimo Dalessi.

Il terribile incidente avvenne in autostrada, all’altezza di Sigirino. Il conducente che travolse la vittima non era dunque "soltanto" ubriaco fradicio, ma viaggiava ad alta velocità. La frenata fece rallentare l’auto fino ai 116 chilometri all’ora stimati da Dalessi al momento dell’impatto.

Il tamponamento avvenne sulla corsia di destra, che il pirata, pure lui 36enne, aveva appena sfruttato per effettuare dei sorpassi.

L’uomo, difeso dall’avvocato Yasar Ravi, è accusato di omicidio intenzionale e si trova tuttora in carcere, dove rimarrà almeno fino al 29 di marzo. La giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà, ha infatti accolto (per rischio di recidiva) la richiesta di proroga inoltrata dal procuratore capo Nicola Respini.
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