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Politica e Potere
22.03.2018 - 08:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lugano e le tensioni all'interno del PLR: il giudizio del Re. Giorgio Giudici: "Sono perplesso. Ciò che sta capitando non è politica ma qualcos’altro che nuoce alla stessa politica. Bertini? Figura di riferimento, ma..."

L'ex sindaco ai microfoni della Regione si esprime sulle diatribe interne alla sezione del suo partito. E sulla Città dice: "Come cittadino, apparentemente le cose sono in movimento, in realtà sono ferme, anche perché non sono maturati quei progetti che abbiamo lasciato"

LUGANO - “Sono perplesso”. Giorgio Giudici torna a parlare di politica e del “suo” PLR. L’ex sindaco ha infatti espresso qualche riflessione, ai microfoni della Regione, sui conflitti in atto all’interno della sezione luganese del partito. Tensioni che vedono contrapposti la presidente della sezione Giovanna Viscardi da una parte e il vicesindaco Michele Bertini e la capogruppo in Consiglio Comunale Karin Valenzano Rossi, dall’altra.

 

”Ciò che sta capitando - afferma Giudici - non è politica ma qualcos’altro che nuoce alla stessa politica”. Politica, aggiunge il Re Giorgio, “significa avere progetti e idee. Occorrono persone in grado di trascinare, di condurre in porto una visione. Invece qui pare siano tutti trascinati”.

 

”È quasi più una prevaricazione di tipo individuale a conferma dei propri ruoli che non so bene quali siano. Sono perplesso su quello che potrà essere il futuro e non solo del partito, ma siccome non me ne occupo più… “, chiosa l’ex sindaco. Giudici, ai colleghi del quotidiano bellinzonse, valuta anche l’operato del suo successore in Municipio e vicesindaco Michele Bertini: “È diventato una figura di riferimento. Però, purtroppo, quando la persona di riferimento è una sola è facile identificarsi. Se, poi, di colpo ne nascono altre, importanti o meno, diventa tutto più complicato. Con tutto il rispetto, ai miei tempi, nel bene e nel male, si sapeva a chi rivolgersi e con chi identificarsi. Oggi è più difficile”.

 

Infine, un pensiero, segnato da una punta di amarezza, sulla situazione generale che sta vivendo Lugano: “Come cittadino, apparentemente le cose sono in movimento, in realtà sono ferme, anche perché non sono maturati quei progetti che abbiamo lasciato. (…). Manca la convergenza, ci sono troppe voci, ognuna delle quali ritiene di avere la capacità di determinare il futuro, per questo si creano situazioni di stallo. Ognuno tende a coltivare il proprio settore e non sempre un campo di fronte all’altro fa una bella prateria. Quello che è giusto oggi, risulta sbagliato domani e torna a essere corretto dopodomani. Peccato, perché le opportunità di Lugano sarebbero tantissime e oggi si fatica a individuare gli elementi che consentirebbero di proiettarsi nel futuro. L’aeroporto è un altro tema, se ne parla troppo, ognuno ha la propria opinione e deve assolutamente farla sapere. Questo genera confusione e disorientamento nell’opinione pubblica e tutto diventa meno credibile”.

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