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25.04.2018 - 16:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La modella Imane Fadil torna alla carica contro Silvio Berlusconi: "Fa parte di una setta che invoca il demonio. Ad Arcore c'è il male e ne ho le prove. Sto scrivendo un libro. Così tutto il mondo saprà!"

"Dove si faceva il bunga bunga c'erano una ventina di abiti simili a delle tuniche, poi un'altra stanzetta sotterranea con una piscina accanto a un locale completamente buio. Ho visto presenze strane e sinistre: io sono sensitiva fin da bambina"

MILANO – Hanno dell’incredibile e sono destinate a destare scalpore le dichiarazioni rilasciate da Imane Fadil al Fatto Quotidiano. La modella di origine marocchina, ricordiamo, si costituì parte civile nel processo “Ruby bis” e “Ruby ter” a carico di Silvio Berlusconi.

Imane Fadil è stata una delle pentite del “bunga bunga”. Aveva poco più di 25 anni quando venne invitata per la prima volta a casa di Berlusconi ad Arcore. Quello che vide nel corso di ben otto “cene eleganti” era troppo per lei: spogliarelli, palpeggiamenti, ragazze disponibili, ecc. Da lì la scelta di presentarsi in Procura e vuotare il sacco su quello che succedeva nelle mura di casa dell’allora presidente del Consiglio.

“Tutti – esordisce Fadil –pensavano che raccontai quelle cose solo perché non avevo ottenuto soldi e successo. La gente pensava che fossi una prostituta. Ho perso tutto: il lavoro, gli amici, il sonno e perfino i capelli dallo stress”.

“Ad Arcore – specifica – ci andai perché speravo bastasse entrare in quel giro per ottenere un lavoro. Solo quando ho assistito a determinate scene ho capito e ho deciso di parlare”.

Imane Fadil svela anche i motivi per cui ha deciso di scrivere un libro. “Ho voglia di raccontare tutto, perché la cosa non si limita soltanto a un uomo potente circondato da ragazze, ma c’è molto di più”.

“Berlusconi – tuona la modella – fa parte di una setta che invoca il demonio e in tanti ne sono a conoscenza. In quella casa accadevano oscenità continue”.

“Dove si faceva il “bunga bunga” c'erano una ventina di abiti simili a delle tuniche, poi un'altra stanzetta sotterranea con una piscina accanto a un locale completamente buio. Ho visto presenze strane e sinistre: sono sensitiva fin da bambina. Ad Arcore c’è il male, c’è Lucifero, ve lo dico io”.

La donna ha anche dichiarato di “essere in possesso di prove inequivocabili. Non manca molto, devo solo finire il libro… poi tutto il mondo saprà”.
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