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11.06.2018 - 16:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Città dei mestieri, interviene la Conferenza delle Associazioni tecniche: "Così non va. Il Parlamento chiarisca il caso e il Governo apra un concorso"

Il direttore della CAT, Loris Dellea: "Non è ammissibile che l'Ente pubblico consenta operazioni contrarie a una sana messa in concorrenza e non conformi agli scopi legali vigenti in ambito di commesse pubbliche"

BELLINZONA – Sul caso “Città dei mestieri” interviene anche la Conferenza delle Associazioni tecniche del Cantone Ticino (CAT). In una lettera inviata ai deputati in Gran Consiglio, firmata dal direttore, Loris Dellea, la CAT ricorda di essere stata riconosciuta dal Consiglio di Stato come l'interlocutrice unica, verso gli enti pubblici, delle Associazioni professionali che rappresenta.

La CAT ha istituito nel 2016 l’Osservatorio cantonale sulle commesse pubbliche, “che si occupa di monitorare le attività di tutti i committenti assoggettati a tale legge e di fornire una prima consulenza, nell’interesse non unicamente dei suoi membri, ma pure nell'interesse pubblico e quindi pure nell'interesse dell’intera cittadinanza”.

Affronta qunidi la vicenda legata alla Città dei mestieri. E scrive: “Il Consiglio di Stato ha chiesto un credito di fr.12'600'000.- per l’acquisto in PPP (ndr: proprietà per piani) e per la sistemazione degli spazi presso il costruendo stabile Evita di Giubiasco.

Lo Stato acquista (o affitta?) lo stabile direttamente da un privato, senza alcuna messa in concorrenza. La collaborazione tra ente pubblico e privati non è messa in discussione. A suscitare perplessità sono le modalità d'azione che hanno distinto la collaborazione pubblico-privato, ossia l'assenza di concorrenza volta a definire il progetto che al meglio soddisfi le esigenze del committente.

È un aspetto notorio e una prassi corrente, regolata pure a livello legale, apparentemente in modo non sufficientemente chiaro, che per simili iniziative, svolte in collaborazione con privati, la ricerca del giusto progetto deve avvenire tramite un concorso di progetto e non per incarico diretto. Ciò vale evidentemente pure nei casi in cui l'ente pubblico agisse in modo autonomo.

Vista la volontà di collaborare con i privati, nulla impediva all’Ente pubblico o ai privati di procedere con un concorso di progetto e una messa in concorrenza dei vari appalti e forniture. Anzi sarebbe stato il giusto modo di procedere, evitando sicuramente le attuali discussioni e l'allestimento di perizie e contro-perizie giuridiche.
(…)
Non è ammissibile che l'Ente pubblico consenta operazioni contrarie a una sana messa in concorrenza e non conformi agli scopi legali vigenti in ambito di commesse pubbliche.

La CAT ritiene importante segnalare questa tematica, in quanto ha delle palesi implicazioni non solo per gli Enti pubblici medesimi, ma pure per gli operatori economici, come architetti, ingegneri, artigiani, imprenditori e fornitori, e pure per tutti noi cittadini che risediamo in Ticino.

Un intervento chiarificatore da parte del legislatore è dunque d'obbligo. La CAT chiede quindi al Parlamento d'intervenire in tempi brevi. Chiede inoltre al Consiglio di Stato d’organizzare per il caso in esame un concorso di progetto”.

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