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07.06.2018 - 11:450
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Maurizio Ganz tifa Svizzera: "Ha tutte le carte in regola per fare bene. Pektovic un grandissimo allenatore. A lui ruberei la tranquillità con cui gestisce le partite"

Intervista all'ex bomber di Inter e Milan, tra le tante, a una settimana dall'inizio della rassegna iridata. "Seferovic dovrà fare la differenza. Ma attenzione alla Serbia!"

ASCONA – Maurizio Ganz è da tempo legato alla Svizzera e in particolar modo al Canton Ticino. L'ex bomber di Milan e Inter, tra le tante, ha disputato una stagione in Challenge League con la maglia del Lugano tra il 2005 e il 2006, confermando le sue abilità da cecchino in area di rigore.

Terminata l'avventura in bianconero, però, "El segna semper lü" – così ribattezzato dai tifosi di Milan e Inter alla fine degli anni novanta – non si è dimenticato affatto del Ticino, anzi…

Dopo alcune avventure da allenatore in Italia, nel 2014 a Ganz viene affidata la panchina dell'Ascona in Seconda Lega Interregionale. E da lì, eccezion fatta per una piccola parentesi alla Bustese, non si è più schiodato. Visto il legame che unisce il nostro Cantone e l'attaccante italiano, ne abbiamo approfittato per sottoporgli una serie di domande sulla Nazionale Svizzera di Vladimir Pektovic, prossima alla partenza per la Russia per la Coppa del Mondo.

Maurizio, come pensi se la caveranno i rossocrociati in Russia?

"Conosco bene il mister e il suo staff, in particolare l'assistente Antonio Manicone con cui ho condiviso momenti indimenticabili all'Inter. Credo che la Svizzera possa disputare un buon mondiale: ha tutte le carte in regola per passare il girone".

A proposito di girone, oltre al Brasile, chi darà più fastidio tra Serbia e Costa Rica?

"Nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato. Il Brasile, chiaramente, è il grande favorito, ma secondo il mio punto di vista la Svizzera dovrà prestare attenzione alla Serbia. I serbi sono una squadra molto affiatata e con alcune individualità di spicco… Io, comunque, vista l'assenza alla rassegna iridata dell'Italia, tiferò assolutamente Svizzera".

Tra i 23 convocati da Pektovic ne individui uno che può fare la differenza?

"Sicuramente gli attaccanti saranno decisivi in Russia. Seferovic dovrà dimostrare il suo valore e caricarsi la squadra sulle spalle. Oltre a lui, però, indicherei anche il terzino del Milan Ricardo Rodriguez. L'ho seguito da vicino in questa stagione e ha fatto molto bene. Sarà sicuramente una pedina fondamentale nel cammino della Svizzera".

Chi vedi, invece, come grande favorita per la vittoria finale?

"Ci sono quattro squadre che hanno il potenziale per vincere il Mondiale. Oltre alle "solite" Brasile, Germania e Argentina, io punto sulla Francia. Secondo me sono un'ottima squadra. Sono ben organizzati tatticamente e tecnicamente, in più sanno farsi valere dal punto di vista fisico".

Hai un modello di allenatore a cui ti ispiri?

"Nella mia carriera ho avuto la fortuna di essere allenato da ben 34 allenatore, tra cui Sacchi, Prandelli, Spalletti, Lippi, Capello e tanti altri ancora. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, sia calcisticamente che umanamente. Quello che ricordo con più affetto, però, è Mircea Lucescu (suo allenatore al Brescia tra il 1990 e il 1992 ndr)".

Quale caratteristica da allenatore ruberesti a Pektovic?

"A ‘Vlado’ ruberei la tranquillità. Ha un modo di gestire la squadra stupendo: infonde serenità e questo è fondamentale per un allenatore. Io, invece, sono un allenatore un po' sanguigno, alla Antonio Conte diciamo... Ma con un po' di esperienza in più, sono sicuro che arriverò a essere calmo come Pektovic (ride ndr)".

RIVA
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