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12.07.2019 - 11:390
Aggiornamento: 23:11

Vecchio a chi? King Roger incanta ancora con il 100esimo successo a Wimbledon. Federer ai raggi X con Semeraro: "Consapevole, incantevole e determinato"

L'autore del best seller 'Il Codice Federer': "Ho raccontato questo fenomeno cercando di far capire perché e come è diventato così straordinario"

WIMBLEDON – Re Roger Federer incanta ancora, come se fosse una novità. Mercoledì scorso ha piegato senza troppi patemi il giapponese Kei Nishikori. Una vittoria importante, preziosa e storica. Sì, perché oltre ad aver strappato il pass per la semifinale, il tennista basilese ha ottenuto il successo numero 100 a Wimbledon. Roba da non poco conto per un 37enne che in tanti etichettavano come “bollito”. Ma “bollito” Roger non lo è mai stato. E chissà per quanto tempo ancora continuerà a regalare emozioni ai suoi tifosi e a tutta la Nazione che lo idolatra sempre di più.

King Roger non è bollito. Lo sa bene Rafa Nadal, suo avversario questo pomeriggio (alle 16:00) per la semifinale di Wimbledon. Una sfida, l’ennesima, affascinante che mette a confronto due grandi campioni ansiosi di misurarsi uno con l’altro, come se il tempo non fosse mai passato.

A guardare con occhio d’interesse alla sfida c’è Novak Djokovic, favorito nell’altra semifinale con l’exploit Roberto Bautista. Il serbo, in una recente conferenza stampa, ha parlato del “trio delle meraviglie” affermando che “siamo come il vino. Più invecchia e più è buono”. Ma è davvero così? Abbiamo chiesto questo, e molto altro, a Stefano Semeraro, giornalista sportivo e autore del best seller “Il codice Federer” edito da Pendagron.

“Sì – ci dice –, in un certo senso Djokovic ha ragione. Io credo che sono bravi a sapersi adattare al tempo che cambia, alle sfide e al loro corpo. Federer, Djokovic e Nadal sono bravi a capire che non si può rimanere allo stesso livello per sempre. Di quello che stanno facendo, considerata l’età, ce ne renderemo magari conto tra 10 anni. Il loro erede? È difficile dirlo, per tanti motivi. Innanzitutto nessuno ha il loro talento. La next gen (generazione futura), inoltre, non è in grado di superare dei mostri sacri come loro tre”.

Abbiamo chiesto a Semeraro, che Federer lo segue fin dagli inizi di carriera, se è possibile definire il tennista elvetico con solo tre aggettivi. “In effetti (ride ndr), è un po’ difficile. Ma ci provo. Direi consapevole, incantevole (sempre), determinato e ci metto dentro anche l’aggettivo rilassato. Rilassato perché gioca con la consapevolezza che non deve dimostrare più niente a nessuno. Il suo stile di gioco è cambiato negli anni, come logico che sia. Ora magari non corre più come un tempo, ma ha una capacità di individuare il punto debole dell’avversario che non ha eguali”.

La sfida con Nadal

“Fare un pronostico per la sfida di oggi – prosegue Semeraro – non è facile. Ci si aspetta una partita piuttosto tesa fino al quinto set o fino a quando non c’è qualcosa che spezza l’equilibrio. L’erba lenta di questa edizione di Wimbledon favorisce Nadal, che ha dato l’impressione di essere più in forma. Federer, bisogna dirlo, non ha avuto grandi test o qualcuno che lo ha spinto allo stremo. Può essere un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Poi è chiaro che più il match è lungo e più Nadal ha possibilità. La questione anagrafica non è trascurabile. I precedenti, poi, valgono fino a un certo punto. Se devo sbilanciarmi dico Nadal se la partita va ai cinque set. Se si chiude a tre set, allora, dico Federer”.

Cosa è il Codice Federer

“Il Codice Federer – racconta l’autore – è una biografia di Roger che ho cercato di raccontare non come un romanzo, ma in presa diretta. Ho raccontato ogni capitolo della sua storia: quello che sembrava, che poteva essere e anche quello che non è stato. Ho raccontato i momenti felici, quelli meno belli. Insomma, ho dato delle chiavi per interpretare questo fenomeno utili a comprendere quello che sta intorno a lui e alla sua carriera. L’obiettivo è far capire perché è così straordinario e come lo è diventato”.

Abbiamo chiesto al giornalista sportivo se, senza svelare troppo il contenuto del libro, esiste un aneddoto di Federer che conserva con più piacere. “Mi è piaciuta tanto l’ultima intervista esclusiva che feci con lui due o tre anni fa a Roma. Mi raccontò la sua voglia di essere una persona comune, che si sente a disagio a essere chiamato “eroe”. Disse che anche lui voleva avere una vita e che, con la sua popolarità, è difficile averla. Questo fa capire che tipo di persona è Roger Federer”.

Il libro “sta andando molto bene. È stato tradotto in spagnolo e chissà che, in futuro, non verrà tradotto in altre lingue. Per chi volesse avere un quadro statistico di Federer alla fine del libro sono presenti 40 pagine di statistiche curate da Luca Mariantoni. E poi la copertina con la foto del grande Ray Giubilo è imperdibile”.

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