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Cronaca
12.02.2015 - 13:500
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Radiografia del commercio in Ticino: salari, posti di lavoro, investimenti, imposte, ricadute sociali e turistiche. Baranzini: "Un settore che merita fedeltà"

Presentato uno studio dell'USI sulle ricedute sociali del commercio al dettaglio. Il presidente della DISTI Lucibello: "Basta tartassarci"

LUGANO – È una radiografia del commercio in Ticino, quella tracciata, per la prima volta, da un pool di studiosi della facoltà di economia dell’USI, coordinati dal professor Carmine Garzia. Una radiografia che fornisce dati impressionanti in un momento in cui il commercio è sotto pressione politica su diversi fronti: dalla legge sugli orari di apertura, ancora bloccata in Parlamento, alla tanto discussa “tassa di collegamento” che il Governo vorrebbe applicare ai grandi generatori di traffico.
Ma prima che traffico, hanno detto gli esperti e ha ribadito il presidente della DISTI, Enzo Lucibello, il commercio in Ticino genera ricchezza, imposte e lavoro.

Uno studio, quello presentato questa mattina, che tocca fiscalità, occupazione, rapporto con i fornitori locali, impatto sociale, importanza turistica e cifra d’affari del commercio al dettaglio, dal piccolo negozio ai grandi magazzini. 

Tremilasettecento tra aziende e imprese; 15'000 lavoratori (12'000 posti a tempo pieno) per una massa salariale annua di circa 660 milioni; oltre 500 posti di apprendistato per giovani; 4 miliardi e mezzo di cifra d’affari, il 70% dei quali prodotti dalla grande distribuzione, riunita sotto il cappello DISTI; 38 milioni di imposte versate ogni anno, il 12% del totale pagato dalle persone giuridiche in Ticino (il 40% viene versato da aziende DISTI, il 16 dai parchi commerciali, il 31 da piccola e media distribuzione, il 13 da altri negozi); 236 milioni di contributi IVA e 46 milioni di imposte pagate ogni anno da chi lavora nel commercio, di cui solo 9,5 milioni sono imposte alla fonte (frontalieri e dimoranti).
I frontalieri impiegati nel settore sono circa 4'000 sul totale di 15'000 addetti. Quindi, il 65% di chi lavora nel settore è svizzero o domiciliato. E ancora: investimenti annui tra immobili e attrezzature pari a 136 milioni, l’85% dei quali resta nel circuito economico svizzero e il 70% in quello ticinese. Infine: 44 milioni di investimenti pubblicitari (il 95% in Ticino); 87 milioni ricavati dalla vendita di prodotti a chilometro zero; 2 milioni destinati al sostegno di eventi culturali e iniziative benefiche sul territorio.

Lo studio presentato da Garzia  è stato introdotto dal professore emerito Mauro Beranzini. “I cantoni di frontiera – ha detto –, in particolare il Ticino, stanno vivendo un momento delicato. Soprattutto dopo la decisione della Banca Nazionale di abbandonare il tasso fisso franco-euro. Chi ha cuore il mercato del lavoro e la nostra economia dovrebbe privilegiare il consumo in Ticino. Il prezzo non è tutto: dietro al prezzo ci sono molti elementi che contribuiscono al benessere collettivo. Dobbiamo fedeltà a chi produce lavoro e paga imposte sul territorio”.

Lo studio, commissionato dalla DISTI, vuole mettere in luce il valore di un settore che contribuisce concretamente all’economia ticinese. “Un settore importante, che va difeso e non tartassato – ha detto Lucibello -. Come dimostrano i dati sui salari (oltre 4'300 franchi è il salario mediano, stando ai dati dello studio, ndr), non abbiamo bisogno di contratti collettivi che vanno a foraggiare i sindacati. Le grandi aziende hanno ottimi contratti interni ed esiste un contratto normale per il settore che prevede salari minimi. Anche nel commercio ci sono le pecore nere, ma sono quelle che vanno colpite, senta penalizzare un intero settore sul piano degli orari di apertura e dell’imposizione di nuove tasse”.

I PRINCIPALI DATI DELLO STUDIO

Il settore del commercio al dettaglio in Ticino produce una cifra d’affari di circa 4 miliardi di franchi e contribuisce alla creazione di valore per l’economia locale generando gettito fiscale, posti di lavoro e domanda per i fornitori basati nel Cantone.
L’attività delle aziende del commercio al dettaglio contribuisce in modo decisivo alla conservazione e tutela della produzione agroalimentare locale e ha un ruolo importante nel rafforzare l’attrattività turistica del Cantone.

Con 3.701 aziende, il commercio al dettaglio impiega circa 12.000 addetti ETP (a tempo pieno) e genera un gettito fiscale di oltre 38 milioni di franchi, considerando solo la tassazione delle imprese, a cui occorre aggiungere un gettito IVA di 263 milioni di franchi e una tassazione dei lavoratori che genera entrate per oltre 46 milioni di franchi.

Il settore del commercio al dettaglio genera anche un notevole indotto in altri settori come quello delle costruzioni e manutenzioni edili e della pubblicità, dove le spese e gli investimenti alimentano lo sviluppo di numerose aziende del territorio. Gli investimenti in beni durevoli sono principalmente indirizzati alla costruzione di nuovi punti vendita e al
rinnovo e manutenzione di quelli esistenti; nel 2013 tali investimenti ammontavano, secondo le nostre stime, a circa 137 milioni di franchi.

Gli investimenti in spese pubblicitarie che includono tutte le voci di spesa mirate alla promozione del punto vendita, dalle grandi affissioni ai flyer, sono, secondo le nostre stime, interamente destinate ad aziende operanti nel Cantone e nel 2013 ammontavano a circa 44 milioni di franchi.

Il settore del commercio al dettaglio svolge un ruolo fondamentale nel sostegno ai produttori locali, in particolare quelli operanti nel settore agroalimentare. La grande distribuzione effettua acquisti diretti presso i produttori locali del comparto food & wine per un valore compreso tra i 40 e i 50 milioni di franchi all’anno.

Le strategie di approvvigionamento che privilegiano produttori locali non solo generano ricchezza e posti
di lavoro, ma contribuiscono anche a preservare il patrimonio agroalimentare con le proprie specificità.

Il contributo alla difesa del territorio trova conferma anche nelle strategie energetiche delle aziende del commercio al dettaglio che, dal 2010 al 2013, hanno incrementato notevolmente i consumi di gas (fonte a basso impatto ambientale) che sono passati dal 19% al 26% del totale dei consumi energetici.

Il settore del commercio ha anche contribuito in modo rilevante allo sviluppo della produzione di energia con sistemi ad impatto zero; infatti, circa il 27% della capacità produttiva da sistemi fotovoltaici installata nel Cantone Ticino si trova presso aziende del settore del commercio al dettaglio.

Le aziende del commercio sostengono iniziative culturali con un budget annuale di circa 2 milioni di franchi e iniziative nel campo sociale con un budget annuale che oscilla tra i 2,5 e i 3 milioni di franchi. Le maggiori iniziative culturali che beneficiano del sostegno economico degli operatori della distribuzione sono il Rabadan, il Locarno Film Festival e il Moon and Stars. Si tratta di eventi che hanno una tradizione consolidata e che contribuiscono a rafforzare l’immagine del Cantone al di fuori dei propri confini, attirando complessivamente circa 250.000 partecipanti all’anno.

Le principali iniziative sociali che beneficiano del sostegno economico sono il Padrinato per le regioni di montagna, il Percento Culturale e il Tavolino Magico. Il contributo alle iniziative sociali non si limita solo a quello economico, bensì si realizza anche attraverso donazioni di generi alimentari e attività di volontariato, come nel caso del Tavolino Magico, associazione benefica che raccoglie e distribuisce generi di prima necessità alle persone indigenti. Questa associazione, nel 2013, ha raccolto e distribuito circa 2.450 tonnellate di generi alimentari ricevuti in donazione dagli operatori della grande distribuzione attivi nel Cantone Ticino.

La qualità e la presenza capillare delle aziende del commercio contribuiscono a rinforzare l’attrattività del Cantone verso i turisti svizzeri e stranieri. Il commercio al dettaglio è importante in quanto l’offerta commerciale, specialmente di prodotti del settore alimentare e del lusso, è diventata uno dei principali fattori di attrazione dei turisti, soprattutto di quelli provenienti dai paesi emergenti.

Il Ticino eccelle nell’offerta commerciale di diverse categorie di prodotti quali vino e distillati, abbigliamento di lusso, orologi e gioielli di alta gamma. Abbiamo stimato che un turista straniero spende in media, durante il suo soggiorno in Ticino, circa 433 franchi in shopping, tra negozi tradizionali e centri commerciali, un turista svizzero spende circa 327 franchi; complessivamente i turisti generano un volume di acquisti di oltre 400 milioni di franchi che vengono interamente spesi nei confini cantonali.

Il settore del commercio ha un impatto rilevante non solo sull’economia ma anche più in generale sulla creazione di valore all’interno dell’area in cui opera. Infatti, il commercio arricchisce in molti modi il territorio contribuendo non solo alla creazione di posti di lavoro, ma anche investendo in settori collegati come l’edilizia e la pubblicità, incoraggiando e sostenendo i produttori locali di specialità tipiche di alta qualità e finanziando progetti a consolidamento del contesto sociale e a favore dell’intera comunità.

Inoltre, il commercio al dettaglio, grazie al rapporto diretto con i consumatori finali, contribuisce alla sensibilizzazione del pubblico su tematiche di rilievo economico e sociale. I principali operatori del commercio al dettaglio sono impegnati in numerose campagne per trasmettere il concetto di consumo sostenibile e per attirare l’attenzione sul rispetto dell’ambiente, la valorizzazione dei prodotti locali, l’importanza della qualità delle materie prime e il rispetto di codici di condotta da parte dei fornitori.

Il commercio al dettaglio è pertanto un tramite essenziale per l’educazione del consumatore a scelte consapevoli e anche per garantire un futuro a piccole realtà produttive locali che contribuiscono con la loro attività alla conservazione di un patrimonio di conoscenze e tradizioni che andrebbe altrimenti perduto.

L’attività delle aziende operanti nel settore del commercio al dettaglio contribuisce in modo considerevole al gettito fiscale raccolto nel Cantone.
In mancanza di dati più recenti, che saranno resi disponibili solo nel 2015 abbiamo effettuato una stima del gettito fiscale, per il 2013, delle aziende del settore del commercio, partendo dai dati raccolti direttamente presso le aziende appartenenti al cluster “DisTi”, definito in precedenza.

Dai risultati ottenuti emerge che nell’anno 2013 il gettito fiscale del commercio al dettaglio a livello federale, cantonale e comunale, ha raggiunto un valore complessivo di oltre 38 milioni di franchi di cui 26,6 milioni provenienti dalla grande distribuzione, pari a circa il 70% del totale. All’interno del comparto della grande distribuzione, i negozi del cluster DisTi hanno un peso preponderante con un contributo pari al 40% del totale.

L’analisi del contributo al gettito fiscale può essere ulteriormente estesa includendo due componenti indirette: una stima del contributo al gettito IVA e la tassazione delle persone fisiche impiegate presso le aziende del settore.

Il contributo al gettito IVA nel 2012 è stato stimato in circa 277 milioni di franchi. Nel 2013 i ricavi del settore del commercio al dettaglio sono stati interessati da una flessione di circa -5,2% a causa della crisi congiunturale11, su questa base abbiamo stimato il gettito IVA del 2013 in circa 263 milioni di franchi.

Per quanto attiene il gettito fiscale delle persone fisiche abbiamo articolato la stima in due parti: quella relativa al gettito prodotto dalla tassazione ordinaria e quello prodotto dalla tassazione alla fonte. La tassazione ordinaria, che interessa secondo le nostre stime circa il 65% dei lavoratori del commercio, genera un gettito di circa 37 milioni di franchi. La tassazione alla fonte, che interessa il 35% lavoratori (frontalieri e domiciliati con permesso B), genera una tassazione di circa 9,4 milioni di franchi.

Il salario mensile lordo mediano versato dalle imprese attive nel commercio al dettaglio per gli addetti a tempo pieno ammontava nel 2012 a 4.353 franchi. A partire da questo dato e dal numero di addetti nel comparto si è proceduto ad una stima della massa salariale complessivamente emessa dal settore nel 2013, che risulta essere pari a quasi 660 milioni di franchi. La grande distribuzione è responsabile del 66% della massa salariale, mentre il rimanente 34% è generato dalla piccola e media distribuzione.

Un’altra voce importante concernente i livelli d’impiego nel settore del commercio è quella relativa alla presenza del sistema dell’apprendistato che costituisce un elemento caratterizzate del sistema formativo elvetico. Al 31 dicembre 2013 i contratti di tirocinio erano complessivamente 2.659, di cui 1.096
nuovi contratti.

Ogni anno, in media, circa il 40% degli apprendisti operanti nel settore del commercio al dettaglio è assunto dal proprio datore di lavoro al termine del periodo di apprendistato.
Questo dato evidenzia la validità della formazione ricevuta dagli apprendisti e la capacità di assorbimento del sistema del commercio locale.
A tal proposito è significativo il contributo degli agenti della grande distribuzione che, in collaborazione con gli enti di formazione locali, hanno permesso la creazione di una classe cantonale a Bellinzona per la formazione degli studenti e, in particolare, per il conseguimento della maturità professionale.

Il comparto del commercio, oltre a generare effetti benefici diretti sul territorio contribuisce in modo rilevante anche alla sua economia, creando un consistente indotto in molteplici settori.
In particolare, si fa riferimento a tre principali ambiti:
• gli investimenti in immobili ed attrezzature;
• le spese pubblicitarie;
• gli acquisti di merce destinata alla vendita da fornitori locali.

Gli investimenti in strutture fisiche, attrezzature ed impianti sono finalizzati all’apertura di nuovi punti vendita, alla manutenzione ordinaria e straordinaria di quelli esistenti e allo sviluppo ed ammodernamento delle strutture di supporto logistico per la grande distribuzione.

Gli investimenti in beni strumentali da parte del commercio al dettaglio hanno totalizzano nel 2013 un valore di 136.843.083 di franchi dei quali stimiamo che circa 85% resti in Svizzera e almeno 70%, circa 95.790.158 di franchi, rimanga all’interno del Cantone, essendo commissionato ad aziende basate nel territorio o con una succursale produttiva e commerciale nel Ticino.

Nella voce “pubblicità” si considerano tutte le spese destinate alla promozione delle offerte e dei prodotti di ciascun distributore, inclusi flyer, affissioni, brochure e acquisto di spazi sui principali mass media (quotidiani, radio, tv locali e nazionali).

Dai dati emerge che la spesa annuale in pubblicità dell’intero comparto della distribuzione al dettaglio ammonta a circa 44.354.133 di franchi; secondo le nostre stime la totalità della spesa è effettuata all’interno dei confini svizzeri e per il 95% nel Cantone Ticino.

I principali operatori della grande distribuzione sostengono lo sviluppo del consumo sostenibile offrendo un’ampia gamma di prodotti biologici, equo e solidali e provenienti da aziende locali (cosiddetti prodotti “a km 0”). I prodotti sono raggruppati in famiglie o linee, che vengono vendute con un posizionamento di prezzo medio-alto per sostenere i costi derivanti da scelte di approvvigionamento particolarmente selettive e rispettose dell’ambiente e del sistema economico locale.

I prodotti appartenenti a queste categorie, infatti, contribuiscono in modo sempre maggiore alla cifra d’affari degli addetti alla distribuzione come evidenziano i dati diffusi da due dei principali operatori, Coop e Migros.

Coop ha generato nel 2013 una cifra d’affari dalla vendita dei prodotti di qualità sostenibile (Naturaplan, Naturafarm, Ecoplan, Naturaline e altri) sull’intero territorio nazionale di circa 2.166.000.000 di franchi dei quali, secondo le nostre stime, circa il 4% in Ticino, pari a 87.000.000 di franchi.

Anche Migros deve una parte considerevole del proprio giro d’affari ai prodotti sostenibili e, in particolare, alla linea “i Nostrani” e “Terra Suisse” che nel 2013 hanno generato, congiuntamente, vendite per circa 50 milioni di franchi in Ticino. La linea “i Nostrani”, che è realizzata utilizzando esclusivamente fornitori locali ha generato, nel 2013, una cifra d’affari di circa 24 milioni di franchi e ha registrato un aumento delle vendite pari al 3% rispetto al 2012. La linea rappresenta il 7% delle vendite del settore alimentare di Migros, con un’offerta che include 300 prodotti e 200 produttori del Cantone Ticino.

La linea “i Nostrani”, inoltre, comprende alcuni prodotti artigianali da laboratori protetti facenti parte delle fondazioni Diamante, La Fonte, OTAF e San Gottardo, i cui ricavi vengono loro interamente riversati.

Le aziende della grande distribuzione sviluppano in misura crescente strategie di approvvigionamento, nell’ambito dell’assortimento food & wine, orientate alla creazione di legami stabili con i produttori locali in grado di fornire specialità alimentari. Stimiamo che
queste strategie di approvvigionamento generino sul territorio ticinese una domanda quantificabile tra i 40 e i 50 milioni di franchi con un trend in costante aumento grazie al successo del nuovo modello commerciale adottato dai principali player del settore.

Nel 2013, secondo i dati raccolti presso le imprese del cluster “DisTi”, le principali aziende della grande distribuzione hanno versato circa i 2.000.025 di franchi per il finanziamento di eventi culturali conosciuti non solo a livello cantonale ma anche nazionale. Gli eventi che raccolgono il maggior numero di presenze sul territorio ticinese sono Rabadan, Locarno Film Festival, Moon and Stars, Lugano Jazz Festival e Sagra dell’Uva. Il Rabadan nel 2013 ha registrato circa 33.000 presenze che hanno generato 1.247.755 di franchi solo dalla vendita delle tessere d’ingresso. Il contributo degli sponsor all’evento si è attestato a circa 390.000, pari a circa il 15% del budget totale dell’intero evento.
Il Locarno Film Festival, il maggiore evento del Cantone Ticino per numero di partecipanti, ha registrato, nell’edizione 2014, circa 166.800 presenze e 4.232 professionisti accreditati.
Il Moon and Stars è un festival musicale tenuto ogni anno in Luglio a Locarno che ospita grandi interpreti della musica pop e rock internazionale. L’edizione del 2014 ha registrato circa 55.000 presenze generando, in media in ogni edizione, un indotto di circa 800.000
franchi al giorno

Un altro settore in cui gli operatori del commercio al dettaglio e, in particolare, quelli della grande distribuzione sono attivi è quello dell’impegno sociale. Infatti, nel corso del 2013 la grande distribuzione ha devoluto circa 2,5 milioni di franchi a varie iniziative benefiche sul territorio ticinese.
In particolare, i tre progetti che hanno raccolto donazioni in misura maggiore sono stati il Padrinato per le regioni di montagna, il Percento Culturale e il Tavolino Magico.

Il turismo legato allo shopping si sta progressivamente affermando come un fenomeno di grande importanza per lo sviluppo economico. La relazione tra turismo e shopping è reciproca, poiché lo sviluppo del primo è accompagnato da una crescita del giro di affari del secondo e l’offerta commerciale di determinati prodotti costituisce un fattore di attrazione per i flussi turistici.

La Svizzera attira turisti anche grazie alla qualità riconosciuta a livello internazionale dei propri prodotti in diversi settori, dall’alimentare al lusso. I bacini di raccolta più importanti a livello nazionale sono la zona di Lucerna, Interlaken, Sankt Moriz che ospitano un numero crescente di turisti da tutto il mondo e in particolare da Russia, Cina e India.

Abbiamo stimato la spesa in shopping (esclusi trasporti, interni o esterni, alloggio, pasti e quote di partecipazione a tour organizzati) di circa 433 franchi per turista straniero e 327 per turista svizzero e, partendo da questo dato, abbiamo quantificato la spesa
annuale generata dai turisti in visita nel Cantone Ticino che è pari ad oltre 400 milioni.

Una simile distribuzione dei flussi turistici trova conferma nell’analisi dei dati i forniti dal centro commerciale Fox Town di Mendrisio, uno dei principali luxury mall d’Europa. Secondo alcune stime, l’80% dei tour che include la Svizzera comprende una tappa al Fox Town di Mendrisio, a sottolineare ulteriormente lo stretto legame tra turismo e shopping.

Dai dati degli acquisti effettuati nel luxury mall di Mendrisio con carte di credito emerge che i turisti, definiti come tutti coloro che normalmente risiedono al di fuori del Cantone Ticino, valgono l’81% dell’intero giro di affari.

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