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Cronaca
01.04.2015 - 16:330
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Padroncini e distaccati, a Berna passa solo l’aumento delle sanzioni. Amarezza da parte del DFE: “Segnale negativo per il Ticino”

Il Consiglio federale ha trattato oggi le proposte di rafforzamento delle misure collaterali all’Accordo sulla libera circolazione delle persone decidendo di procedere solo con l’aumento del limite massimo delle multe dagli attuali 5mila a 30mila franchi

BERNA/BELLINZONA – Il Consiglio federale ha trattato, durante la seduta odierna e sulla base dei risultati della procedura di consultazione conclusasi il mese di dicembre 2014, l’importante tema del rafforzamento delle misure collaterali all’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC). Il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) prende atto con rammarico della decisione di sospendere il progetto, fatta salva la misura che chiedeva di aumentare il limite massimo delle sanzioni amministrative da 5'000 a 30'000 franchi.

È quanto comunica, con una nota odierna, lo stesso DFE per cui “il segnale che emerge è senz’altro negativo per il nostro Cantone, che si è impegnato attivamente e in prima persona – grazie anche alla preziosa collaborazione con la Deputazione ticinese alle Camere federali – per proporre misure concrete ed efficaci volte a contrastare la crescente pressione sul mercato del lavoro. Ricordiamo che il progetto di ottimizzazione delle misure collaterali conteneva una parte delle proposte sostenute dal Ticino nel corso dei lavori preparatori”.

La proposta di Legge federale sull’ottimizzazione delle misure collaterali alla libera circolazione delle persone è frutto di un lungo processo. Il disegno legislativo posto in consultazione ha permesso di concretizzare le proposte scaturite dal gruppo di lavoro federale presieduto dalla Segretaria di Stato dell’economia Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, incaricato il 2 luglio 2013 di analizzare il funzionamento delle misure e le possibilità d’intervento. A questo gruppo di lavoro ha partecipato anche il Ticino, unico Cantone direttamente coinvolto.

Le numerose proposte presentate o sostenute dal Canton Ticino sono state accolte dalla maggioranza del gruppo di lavoro. Proposte, riprese nel rapporto pubblicato dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) nel mese di febbraio 2014 e, in parte, nella proposta legislativa, che riguardano miglioramenti sia a livello legislativo sia nell’attuazione delle misure collaterali e che sono state valutate positivamente nella risposta alla consultazione inviata dal nostro Cantone alla SECO il 5 novembre 2014.

Nello specifico, le misure in oggetto sono:
- la definizione di condizioni semplificate per la proroga di un contratto normale di lavoro (CNL;
- l’ampliamento delle disposizioni di un contratto collettivo di lavoro (CCL) alle quali può essere conferita l’obbligatorietà generale attraverso la procedura agevolata;
- la procedura complementare per il conferimento agevolato del carattere obbligatorio generale, fornendo la prova dettagliata dell’offerta abusiva e ripetuta di salari inferiori a quelli usuali;
- la possibilità di prorogare una sola volta e per una durata limitata l’obbligatorietà generale anche in caso di mancato raggiungimento del quorum dei datori di lavoro (procedura ordinaria per il conferimento dell’obbligatorietà generale);
- l’aumento del limite massimo delle sanzioni amministrative da 5'000 a 30'000 franchi;
- il miglioramento dell’esecuzione delle misure collaterali già in atto, con particolare riferimento all’ottimizzazione del metodo di lavoro delle commissioni paritetiche e della collaborazione con i Cantoni.

Come ricordato, il Consiglio federale ha deciso di procedere con il solo inasprimento delle sanzioni amministrative, sospendendo il resto del progetto.

“Alla luce della decisione odierna – conclude il DFE –, appare ancora più importante mantenere alta l’attenzione su questo tema. Come già ribadito in passato, la procedura di attuazione dell’articolo 121a della Costituzione federale – approvato in votazione popolare il 9 febbraio 2014 – non influenza per il momento l’applicazione dell’ALC tutt’ora in vigore. Non appare pertanto opportuno interrompere in questa fase un miglioramento e rafforzamento delle misure collaterali, che restano lo strumento cardine per lottare contro le distorsioni del mercato del lavoro”.

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