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Cronaca
02.09.2016 - 14:490
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Albo degli artigiani, dopo le polemiche scende in campo Renzo Ambrosetti: "Vogliamo ridurre questa legge a una tassa? È uno strumento contro dumping, lavoro nero e malaedilizia. Vogliamo continuare a lamentarci dell'anarchia o fare qualcosa contro gli abu

Il presidente della Commissione di vigilanza: "I settori artigianali si trovano sotto un’enorme pressione a causa della concorrenza sleale da parte di imprese che non rispettano nessuna regolamentazione"

In una presa di posizione firmata dal presidente, Renzo Ambrosetti, e dalla direttrice, Cristina Bordoli Poggi, la Commissione di vigilanza sulla LIA (la legge che istituisce l’albo degli artigiani) prende posizione oggi sulle polemiche scatenatesi sul tema.

“La Legge sulle imprese artigianali (LIA) sta  facendo parlare parecchio di sé sui media, circolano informazioni confuse, prese di posizione opposte, iniziative fantasiose, pochi i dati realmente corretti. Che si sia perso di vista l’obiettivo della LIA? – si legge nel comunicato -. La Commissione di vigilanza LIA, organo incaricato dell’esecuzione dei disposti di legge e per la vigilanza, desidera esporre di seguito alcune considerazioni e puntualizzazioni al fine di focalizzare l’attenzione sui reali contenuti e obiettivi di questa nuova norma.

Le imprese potenzialmente toccate dalla LIA sono stimate, in Ticino, a circa 2300. Al 31 agosto 2016 la Commissione di vigilanza LIA ha ricevuto 1900 domande di iscrizione all’Albo, di cui circa l’84% da imprese con sede in Svizzera e il 16% da imprese con sede all’estero. Queste domande di iscrizione sono state formulate dalle imprese in base ai parametri della Legge e del Regolamento in vigore dal 1 febbraio 2016, che prevedono l’adempimento di determinati requisiti personali e professionali da parte del titolare o membro dirigente effettivo dell’impresa, l’avere ottemperato agli obblighi contributivi di legge, la comprova del rispetto dei contratti collettivi in vigore e infine la pubblicazione all’Albo previo versamento di una tassa di iscrizione. L’importo di quest’ultima sarà modificato una volta cresciuta in giudicato la pubblicazione della modifica del Regolamento; gli utenti che hanno già pagato la precedente tassa saranno rimborsati della differenza.

Quando si parla di 1900 domande di iscrizione è necessario specificare che questo è il numero di moduli Online compilati dalle imprese, non il numero di procedure d’iscrizione terminate. Se il modulo non viene corredato dagli attestati richiesti, la domanda non può essere evasa in quanto la Commissione di vigilanza non ha a disposizione gli elementi indispensabili per valutare l’idoneità o meno del richiedente. Se non valutasse l’adempimento dei requisiti, su che base dovrebbe decidere, rispettivamente a cosa servirebbe un Albo?

A fronte del trattamento di oltre la metà delle domande di iscrizione ricevute, la segreteria LIA ha dovuto emettere oltre 1500 richiami per documenti mancanti tra quelli richiesti dalla Legge e indispensabili per la decisione della Commissione di vigilanza.

In questo contesto le informazioni contrastanti che si rincorrono sui media non aiutano in quanto confondono e destabilizzano l’utente che non distingue più il sentito dire dai disposti di legge. “Meglio aspettare e vedere cosa succede con questa LIA” è una frase ricorrente, dimenticando che la LIA c’è, ripetiamo che è in vigore dal 1 febbraio scorso, il termine entro cui le imprese sono chiamate a iscriversi all’albo scadrà il 1 ottobre prossimo e dopo tale termine scatteranno i controlli e le sanzioni.

“Controlli e sanzioni?” si chiederà qualcuno. Il tema sulla bocca di tutti è attualmente la questione della tassa di iscrizione. Giustamente, a chi non darebbe fastidio essere chiamato alla cassa. Quasi sicuramente è però stato perso di vista il vero obiettivo della LIA, che non è quello di chiamare semplicemente alla cassa le imprese, bensì di avere un dispositivo in vigore che contribuisca alla vigilanza nei settori artigianali che oggi si trovano sotto un’enorme pressione a causa della concorrenza sleale da parte di imprese che non rispettano nessuna regolamentazione e si muovono sul mercato spaccando i prezzi e mettendo in ginocchio chi le regole le rispetta, tratta correttamente i collaboratori e garantisce un futuro ai giovani e agli apprendisti.

Facile giocare sempre al ribasso quando non si versano i salari dovuti e gli oneri sociali, quando non si pagano i fornitori, quando si verificano episodi di lavoro nero…

La LIA non ha pretesa di ergersi a panacea di tutti i mali, bensì di inserirsi quale importante nuovo tassello nella rete preesistente di organi ed enti preposti alla vigilanza nel settore edilizio e artigianale garantendo una strettissima collaborazione in quanto tutti questi organi remano nella medesima direzione verso i medesimi obiettivi.

Fornisce un’arma in più per combattere i fenomeni e gli abusi citati, difendendo gli interessi di coloro che si comportano in modo eticamente e legalmente corretto verso i propri collaboratori, i committenti e la collettività in generale. Certo, anche i committenti, che spesso si trovano confrontati con imprese che si volatilizzano dopo avere eseguito lavori di dubbia qualità. In questo senso la LIA intende offrire anche al privato la possibilità di confrontarsi con imprese che, avendo dovuto dimostrare i requisiti citati precedentemente per l’iscrizione all’Albo, possono offrire maggiori garanzie di qualità, serietà, sicurezza, valorizzando la propria professionalità e quella dell’intero settore in cui operano. E scegliendo una di queste imprese il committente contribuisce, alla fine, alla sua stessa tutela.

Vogliamo limitarci a disquisire sul pagamento della tassa? Vogliamo guardare avanti nel medio e lungo termine e provare almeno a vedere quali saranno gli effetti concreti della LIA che potranno svilupparsi nei prossimi mesi e anni solo se contribuiremo al suo mantenimento in vigore, se del caso adeguando o correggendo la base legale per perfezionarla e irrobustirla ancor più?

O forse è meglio fermare tutto qui, dopo tanto baccano, tante promesse e tanti sforzi, dopo una legge votata a maggioranza assoluta dal Gran Consiglio ticinese, dopo 1900 domande di iscrizione già effettuate, con un ufficio e una Commissione che lavorano a pieno regime, con gli ispettori LIA già assunti e pronti ad andare sul terreno, con gli enti pubblici che già la applicano nei bandi di concorso per le commesse pubbliche, e continuare beatamente a lamentarci dell’anarchia, della malaedilizia, e che qualcuno dovrebbe infine fare qualcosa contro gli abusi e tutelare gli interessi degli artigiani?

Forse non ci si è accorti che il dispositivo legale esiste già, ci sono voluti alcuni anni di gestazione affinché vedesse la luce (si tratta pur sempre di una legge col suo iter procedurale), è a tutti gli effetti in vigore da sette mesi, sta iniziando ad esplicare i suoi effetti permettendo una maggiore tutela degli interessi del settore. Si chiama LIA. Carpe diem.

Ognuno è ovviamente libero di avere la propria opinione, forse però prima di agire in modo inconsulto e parlare a sproposito varrebbe almeno la pena prendersi un attimo per informarsi sui reali obiettivi della LIA, per capirne il valore e gli effetti, per riflettere sui vari aspetti citati in precedenza, chiedendosi inoltre se davvero si vuole mettere in discussione il futuro e la portata di questo dispositivo perché oggi si è chiamati a pagare una tassa di iscrizione all’albo”.
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