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Cronaca
07.05.2018 - 14:000
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Te lo do io il beamer! L'ennesima triste storia di un appalto finito oltre Gottardo grazie alla logica degli 'spaccaprezzi'. E le ditte ticinesi restano a bocca asciutta... In attesa della nuova legge sulle commesse con una revisione proposta 8 anni fa

La Sezione della Logistica stima il prezzo della fornitura dei nuovi beamer per le scuole in 315'000 franchi e sceglie i prodotti Epson. Il grossista svizzero indica che il costo è di 'soli' 243'000. Ma vince una ditta zurighese che li fornirà sottocosto: a 231'000 franchi

BELLINZONA – Quella che vi raccontiamo oggi è l’ennesima deludente storia legata a un appalto pubblico, dove alla fine, gira e rigira, conta sempre e solo il miglior prezzo. E ancora una volta ha vinto la logica degli “spaccaprezzi”. Certo, nulla di illegale, la legge sulle commesse pubbliche è chiara ed è stata rispettata. Ma insomma, di fronte a queste storie cadono davvero le braccia.

La storia è semplice: occorre sostituire i “beamer” e l’equipaggiamento video nelle scuole ticinesi. La Sezione della Logistica ha effettuato dei test e ha scelto il produttore Epson. A questo punto ha aperto un concorso pubblico per la fornitura del materiale. Il bando indicava che il Cantone era disposto a spendere 314'900 franchi Iva compresa, poiché riteneva che questo fosse il prezzo di riferimento corretto.

Diverse aziende ticinesi che operano nel settore audio-visivo hanno chiesto un’offerta alla Epson che le ha però indirizzate al grossista Ceconet di Mägenwil, nel canton Argovia. La Ceconet ha trasmesso le offerte alle aziende, indicando un costo netto della fornitura di 243'386 franchi Iva compresa, ovvero oltre 70'000 franchi meno di quanto stimato dalla Logistica.

Al concorso hanno partecipato un’azienda del canton Zurigo e cinque ticinesi. Il 20 aprile il Cantone ha aperto le offerte, due quali erano “sotto costo”, una corrispondeva all’offerta della Ceconet e le altre tre comportano un lieve margine di guadagno, perché nessuno lavora gratis, o almeno dovrebbe essere così. Parliamo di poche migliaia di franchi per la gestione dell’ordine e la distribuzione del materiale alle varie sedi scolastiche.

Ma l’elemento assurdo di questa storia è che la fornitura è stata assegnata alla ditta zurighese, che ha formulato un’offerta di 231'000 franchi, vale a dire 12'000 in meno rispetto al prezzo stabilito dalla Ceconet. Quindi, o la ditta zurighese ha ottenuto degli sconti speciali dal grossista o ha deciso di lavorare in perdita.

Il bando di concorso era corretto, un bando standard per questo tipo di appalti. Chiedeva alle ditte le classiche garanzie (di essere in regola con il pagamento degli oneri sociali, di non avere procedure di esecuzione in corso e altre referenze).

Ma alla fine conta sempre soprattutto l’economicità dell’offerta, che vale il 50% nel punteggio finale. Il 20% conta l’attendibilità del prezzo, il 5% la formazione di apprendisti e il 3% la formazione professionale. Questi sono i criteri indicati dal bando di concorso. Forse si sarebbe potuto aggiungere come referenza il criterio delle forniture locali già effettuate, ma probabilmente non sarebbe stato sufficiente a battere l’offerta super scontata della ditta zurighese. Una classica “offerta che non si può rifiutare”.

Nulla da fare, quindi, mettiamoci il cuore in pace. Anche perché per un importo del genere sarebbe stato impossibile bandire un concorso su invito, selezionando solo aziende ticinesi che operano nel settore, che formano apprendisti e che pagano le imposte e danno lavoro in Ticino.

Del resto, la politica ha perso ancora una volta un’occasione per favorire le imprese locali. Nel 2010, Michele Barra, allora deputato, e il suo collega leghista Fabio Badasci, avevano chiesto con un’iniziativa parlamentare di aumentare i valori soglia per gli incarichi diretti e i concorsi su invito. Per le forniture proponevano di alzare il tetto dagli attuali 50'000 franchi a 100'000 (incarichi diretti) e dagli attuali 100'000 a 250'000 (concorsi su invito).

Nel caso specifico, se la Logistica avesse stimato più realisticamente il valore della fornitura si sarebbe potuto aprire un concorso su invito.

Nel suo rapporto firmato nel 2013, la Commissione della legislazione condivideva la proposta dell'iniziativa e invitava il Consiglio di Stato “a riconsiderare, coinvolgendo le organizzazioni interessate, i valori soglia applicabili in particolare alle commesse edili e artigianali, con particolare riferimento a quelli applicabili alle procedure ad invito, che garantiscono infatti una certa - seppur limitata - concorrenza, sottoponendo al Gran Consiglio le relative modifiche della Legge sulle commesse pubbliche”.

Alla fine il Gran Consiglio, nell’ambito della revisione della Legge, ha deciso l’anno scorso di aumentare i valori soglia per le forniture solo a 200'000 franchi. Ma per ora vale la vecchia legge e fino a quando non lo sappiamo. Sono i tempi della politica...

emmebi
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