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25.05.2018 - 17:160
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Che casino 'sta LIA! L'Unione associazioni dell'edilizia accusa il Governo: "Intransigente e poco collaborativo. Atteggiamento decisionista e dittatoriale"

Intanto oggi Commissione di vigilanza della LIA ha deciso di sospendere immediatamente tutte le sue attività. La decisione è stata presa in seguito alla decisione del Consiglio di Stato di chiedere al Legislativo di abrogare la Legge. La Commissione ha spiegato in un comunicato che "con la sua presa di posizione il Consiglio di Stato impedisce di fatto l'operatività della medesima”

BELLINZONA - L’Unione associazioni dell’edilizia ha scritto una dura lettera al Governo, nella persona del presidente, Claudio Zali, in merito all’abrogazione della Legge sulle imprese artigianali, la LIA.

“Innanzitutto – si legge nella missiva - vorremmo sottolineare il fatto che – a fronte di un’impegnativa e propositiva attività svolta dal gruppo di lavoro LIA, formato da rappresentanti sindacali, padronali e dei partiti politici rappresentati in Gran Consiglio – il Consiglio di Stato non ha nemmeno ritenuto opportuno indire un incontro per discutere e valutare le soluzioni elaborate dal Gruppo di lavoro LIA. Al contrario, ha deciso di mantenere, come finora, una posizione intransigente e poco collaborativa che dimostra una scarsa considerazione per l’artigianato edile ticinese che, oggettivamente, rappresenta comunque un importante settore dell’economia cantonale, non solo in termini economici ma anche di competenze e di formazione”.

I dirigenti dell’Unione Associazioni dell’Edilizia (UAE) precisano che la cinquantina di artigiani (o presunti tali) rappresentati da Andrea Genola (che da tempo si batte contro la legge) “vengono strumentalizzati a sostegno della tesi dello smantellamento della LIA, situazione che non possiamo evidentemente accettare, non fosse altro che per una mera questione di numeri. Evidentemente, se necessario, anche la nostra associazione potrebbe organizzare una manifestazione di piazza a sostegno della LIA ma questo approccio non rispecchia il nostro modo di essere e di agire. Sottolineiamo il fatto che questa legge, voluta per tutelare e salvaguardare le imprese ticinesi, si rivolge in particolare ai piccoli artigiani e l’avversione dimostrata da alcuni di questi nei confronti della LIA fa sorgere non pochi dubbi in merito alle effettive motivazioni di questa ostilità; si potrebbe infatti pensare che non siano la burocrazia e i costi il vero problema bensì la difficoltà nell’adempiere ai requisiti posti dalla legge e nell’accettare delle verifiche relative al proprio operato”.
   
L’UAE esprime sconcerto per il modo in cui si è giunti all’abolizione e ritiene che “l’attuale tassa ricorrente di 400 franchi sia sicuramente sostenibile anche per un piccolo artigiano, in particolare in considerazione dei vantaggi globali per l’intero settore dell’artigianato edile ticinese. Quindi, sostanzialmente, l’apparato amministrativo e gestionale della LIA non genera costi a carico dello Stato e del contribuente ma fornisce del valore aggiunto, come ad esempio un maggiore rigore nel versamento di tasse e contributi da parte delle imprese all’ente pubblico e una verifica, almeno di principio, delle adempienze e delle peculiarità degli artigiani a garanzia e a tutela dei consumatori”.

Sulle circa 4’800 ditte che hanno richiesto l’iscrizione all’Albo degli Artigiani Edili, si legge ancora nella lettera, “le imprese eventualmente toccate dal contenuto dei ricorsi inoltrati dalla COMCO, vale a dire quelle d’Oltralpe, sono meno di 250 e, generalmente, risultano essere in regola con tutti i disposti della LIA. L’eventuale abrogazione della legge a causa di problematiche legate a queste imprese risulterebbe quindi non solo  incomprensibile perché sacrificherebbe tutta una serie di aspetti positivi di cui anche le imprese in questione possono beneficiare ma soprattutto, senza un valido contro-progetto, questa azione risulterebbe indubbiamente sproporzionata in considerazione del numero assai esiguo di imprese d’Oltralpe, come detto meno di 250, per rapporto al totale delle imprese che hanno richiesto l’iscrizione all’Albo LIA”. 

La situazione insostenibile vissuta in passato dall’artigianato dell’edilizia ticinese, prosegue la lettera, “ha fra l’altro evidenziato il fatto che l’attività svolta dagli ispettori dei vari organismi di controllo non permetteva di porre rimedio a tutta una serie di problematiche e questo ha portato l’UAE a sostenere con convinzione la LIA che, se pur perfettibile e migliorabile, ha sicuramente ottenuto risultati tangibili e positivi”.

Anche l’identificazione di circa 1’000 imprese non note e attive nei settori dell’artigianato edile ticinese non sarebbe stata possibile senza l’implementazione della LIA.

“Sempre in merito all’atteggiamento del Consiglio di Stato – conclude la lettera - riteniamo scandaloso e inaccettabile il fatto che le comunicazioni relative alla LIA alle parti coinvolte avvengano a mezzo stampa. L’unica lettura possibile per questo modo di agire è quello di voler consapevolmente bypassare le vie istituzionali assumendo un atteggiamento decisionista, dittatoriale e irrispettoso dello stato di diritto e delle competenze dei singoli ruoli.       
Ben sapendo che il futuro della legge è ora nelle mani del Gran Consiglio, riteniamo questa nostra presa di posizione un atto dovuto, considerata l’importanza della questione e non potendo immaginare che questa legge venga semplicemente abrogata e sostituita con delle – ci venga concesso il termine – cure palliative”.

Intanto oggi Commissione di vigilanza della LIA ha deciso di sospendere immediatamente tutte le sue attività. La decisione è stata presa in seguito alla decisione del Consiglio di Stato di chiedere al Legislativo di abrogare la Legge. La Commissione ha spiegato in un comunicato che "con la sua presa di posizione il Consiglio di Stato impedisce di fatto l'operatività della medesima”.

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