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Cronaca
10.05.2013 - 17:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I giovani liberali di Locarno: "Municipio proibizionista! Spegne la movida"

La sezione GLRT critica duramente la decisione di limitare la musica alle 23 nei locali. Locarno sta diventando un gigantesco dormitorio affacciato sul Verbano.

LOCARNO – Vogliamo più musica! È questo in sintesi il messaggio che i Giovani liberali radicali locarnesi lanciano al Municipio cittadino. Lo fanno con un comunicato stampa firmato dalla presidente Alessandra Gianella.

Ci riteniamo “insoddisfatti – scrivono - della presa di posizione del Municipio di Locarno riguardo alle manifestazioni musicali notturne. Nonostante l’offerta sia più che interessante sino alle 21, il limite della musica già alle 23 con possibilità di continuare oltre con la musica di sottofondo, riduce ancora di più l’offerta spegnendo quella movida locarnese che tanto ama divertirsi, come accadeva in passato con la discoteca La Zingara o il Bar Simba”.

Locarno è una città turistica, e rivolta ai turisti ha un’offerta eccezionale in determinati periodi. All’infuori di essi, però, aggiungono i giovani del PLR, tutta l’esuberanza che li accompagna si spegne improvvisamente e quel che resta non è che un gigantesco dormitorio affacciato sul Verbano.

“Da troppo tempo si stanno dimenticando di soddisfare le esigenze dei giovani locarnesi, che non chiedono di poter fare festa in Piazza Grande fino all’alba, bensì dei piccoli eventi nei vari locali fino alla una. Questa richiesta – che non è impossibile da esaudire – non solo rispetterebbe le esigenze della popolazione, ma, visto che il settore non sta passando un gran bel momento, aiuterebbe anche i locali anche dal punto di vista economico, creando indotto.

D’altro canto, bisogna anche ricordare che vi sono diversi abitanti che si lamentano per ogni cinguettio fuori dai ranghi. Questa intolleranza non fa altro che aumentare la delusione di chi vorrebbe passare una bella serata in compagnia in un locale della propria regione, senza necessariamente prendere la propria auto (visto che i trasporti pubblici scarseggiano) e dirigersi verso il Luganese, con il rischio di incappare in incidenti e palloncini vari.

Come giovani liberali non possiamo che rammaricarci di questa scelta proibizionista, che ancora una volta tende a regolamentare un settore sempre più in crisi. Prima di applicare queste ordinanze, forse, dovremmo chiederci che Città vogliamo: una città morta, che vive solo un mese l’anno o una Città che vive e che va incontro alle esigenze dei giovani?”.

 

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