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24.01.2014 - 18:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lugano, Bertini dopo la condanna dei poliziotti: "Dobbiamo insistere su due principi: proporzionalità e tolleranza"

Parla il responsabile del Dicastero polizia di Lugano: "I due agenti hanno commesso un grave errore. La Magistratura li ha giudicati. Il giudizio amministrativo ora spetta a noi"

LUGANO – Dopo la sentenza è il momento della riflessione. I due agenti della Comunale di Lugano che nel marzo dell’anno scorso hanno usato violenza immotivata contro un romeno sono stati condannati oggi. E adesso? Il responsabile del Dicastero polizia, Michele Bertini, assicura che il tema della tolleranza e della proporzionalità sarà al centro della sua agenda politica.

“Sono stato al processo, questa mattina, insieme al comandante Roberto Torrente, per dare al corpo di polizia un messaggio: l’autorità politica è vicina agli agenti ed è pronta a tutelarli. Ma pretende comportamenti corretti. I poliziotti non devono illudersi di essere difesi anche quando commettono gravi errori. In questo caso si è trattato di un grave errore”.

Dobbiamo chiederci perché hanno sbagliato, aggiunge il municipale. “E anche per questo ho voluto seguire il processo in aula. Durante la formazione agli agenti viene insegnato come gestire lo stress emotivo, ma ancora troppo spesso succedono casi del genere”.

La punizione di chi sbaglia è un compito della magistratura, dice Bertini, precisando però che le misure amministrative spettano alla politica. E compito della politica è creare le condizioni migliori per evitare che succedano altri episodi simili. “Anche se gli agenti sono uomini e come tali soggetti all’errore. E con questo non intendo assolutamente giustificare quanto è accaduto che, ribadisco, è molto grave. Quando la sentenza sarà cresciuta in giudicato chiederò di accedere gli atti per farmi un’idea precisa sui fatti del marzo scorso e condividerla col comandante e i colleghi di Municipio.

Credo che se si chiede tolleranza zero quando gli agenti ricorrono alla violenza in modo giustificato, aggiunge Bertini, ci voglia tolleranza zero anche quando sono a loro volta vittime di violenza, come per esempio nel caso del derby dello scorso settembre.
“Ogni tanto quando vengo a conoscenza da parte dei nostri agenti di certe situazioni, come insulti, sputi, minacce, mi rendo conto che fare il poliziotto è un mestiere difficile. E capisco anche che queste situazioni danno origine a frustrazioni. Il che, lo ribadisco ancora, non deve giustificare comportamenti violenti da chi veste una divisa”.

Bertini osserva che nella società in generale si sta diffondendo una certa intolleranza, non solo verso gli stranieri: “Anch’io, a volte, la percepisco come politico da parte di certe persone. Ecco, credo che dobbiamo, come autorità, intervenire su questo punto: richiamare costantemente i nostri agenti di polizia alla tolleranza e al principio della proporzionalità. Vedremo in che modo farlo, ma di sicuro non voglio che questi miei pensieri rimangano enunciazioni. Proporrò quindi di organizzare dei momenti di formazione e di sensibilizzazione per i nostri agenti”.

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