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Cronaca
27.09.2014 - 08:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caso La Carità, ‘così fan tutti’? La denuncia di un medico: “Nell’ambiente è il classico segreto di Pulcinella”

Il dottore Valentino Lepori denuncia quella che secondo lui sarebbe “una pratica diffusa” che permette di guadagnare non solo ad alcuni medici, ma all’Ente stesso. Perentoria la replica dell’EOC: “O ha le prove o la sua è solo diffamazione”

BELLINZONA – ‘Così fan tutti’, questo il sunto della testimonianza rilasciata dal dottor Valentino Lepori a LaRegione. Specialista in medicina generale con uno studio a Bellinzona, Lepori fino al 1998 è stato attivo all’Ente Ospedaliero Cantonale come candidato medico, medico assistente e capoclinica e dove attualmente ha ancora una piccola attività quale medico del personale dei nosocomi del Sopraceneri.

Un’esperienza fra i corridoi dell’EOC che lo porta ora, in seguito allo scandalo emerso col caso delle fatturazioni false a La Carità di Locarno, a raccontare senza mezzi termini di una “pratica vergognosa” e secondo lui diffusa. “Ma chi vogliamo prendere in giro?! Nel nostro ambiente è il classico segreto di Pulcinella. Non dico che tutti i primari e i viceprimari fanno quello che ha fatto il viceprimario di chirurgia della Carità, ma la pratica di fatturare prestazioni non eseguite è probabilmente diffusa”.

Le dichiarazioni del medico sono tanto soppesate quanto taglienti. Lepori afferma che quella pratica ‘probabilmente diffusa’ permette di guadagnarci “non solo al primario o al viceprimario, liberi professionisti legati all’Eoc da contratti particolari (ossia, spiegherà in seguito nell’intervista, in quanto medici che possono avere anche un’attività privata), ma anche all’Ente ospedaliero cantonale” stesso.

Il medico spiega che a permettere il guadagno sono quei pazienti degenti che “pagano di tasca propria o che hanno un’assicurazione privata”, il medico infatti “non incassa la totalità di quanto fattura, per prestazioni effettuate e non effettuate, circa il quaranta per cento finisce nelle casse dell’Ente”. Aspetto che, aggiunge ancora Lepori, “spiega l’imbarazzo con cui i vertici dell’Eoc hanno trattato il caso del viceprimario di chirurgia dell’ospedale di Locarno” e la ‘tardiva’ rivelazione del caso.

Gli ‘autopaganti’ (ossia i “i pazienti che vengono in Svizzera a farsi curare senza alcuna copertura assicurativa e che sborsano il denaro di tasca propria) e i pazienti con un’assicurazione privata (“che apprendono delle mancate visite quotidiane del primario e del vice solo alla ricezione della fattura”) sarebbero quindi le vittime di questo ‘sistema diffuso’.

E le assicurazioni in questo meccanismo come si muovono? Anche qui la risposta di Lepori è un fendente. “Ho pazienti che, terminata la degenza in ospedale, si sono rivolti alle rispettive assicurazioni dopo essersi accorti che qualcosa non quadrava con le prestazioni fatturate. La risposta? ‘Inscì fan tucc’. Così fan tutti. L’assicurato quasi mai va oltre, anche per una sorta di sudditanza verso la classe medica”.

In sostanza secondo il medico le assicurazioni non ci perdono e lasciano quindi perdere. Ma Lepori aggiunge che “di certo guadagnano il medico che fattura indebitamente e l’Eoc”, specificando però che “ciò che l’Ente incassa con questo sistema è una minima parte del totale delle fatturazioni annue, tuttavia anche questa minima parte contribuisce, in maniera comunque assai discutibile, a ridurre i costi dell’Eoc”.

Le prove per le sue affermazioni, spiega ancora Lepori, gliele dà il periodo trascorso alle dipendenze dell’Ente: “Prima di mettermi in proprio con l’apertura di uno studio, ho lavorato all’Eoc per un lasso di tempo sufficiente per venire a conoscenza di questa pratica. Non solo. In tempi recenti un mio parente e paziente è stato ricoverato per dieci giorni: gli sono state fatturate le visite giornaliere del primario. Peccato che il primario fosse in vacanza”.

Pellanda: "Se ha prove concrete, sarei il primo a farle avere al Ministero pubblico, ma altrimenti la sua è pura diffamazione"

L’affondo di Lepori è servito. E trova già la perentoria risposta dei vertici di EOC, insomma o ha le prove o la sua è solo diffamazione. Questo il sunto della replica, rilasciata sempre a LaRegione dal direttore Giorgio Pellanda.

Pellanda ribadisce infatti che sono state svolte verifiche e “non ci risultano altri casi all’interno delle nostre strutture. Per contratto, il medico fattura solo se visita il paziente: può fatturare delle prestazioni supplementari solamente là dove è presente”. E aggiunge: “Qualora Lepori avesse elementi concreti sono pronto a vederli. Nel caso vi fossero realmente delle prove, sarei il primo a farle avere al Ministero pubblico. Ma se così non fosse, quella di Lepori è pura diffamazione che non fa bene né all’Ente né ai medici”.

E sul quel 40% di fatturazione che rimane nelle casse di EOC tirato in ballo da Lepori spiega che si tratta “di trattenute regolate contratto per contratto”, perciò sì anche nel caso della Carità queste sono state incassate “perché il medico lavora in ospedale e con le trattenute paga, per la sua attività di medico privato, i servizi di cui usufruisce”. Ma respinge l’accusa che ciò abbia spinto a sottacere il caso, ribadendo che invece “si è voluto salvaguardare l’esercizio dell’ospedale e gestire la sostituzione del viceprimario. Non c’era volontà di nascondere qualcosa: si volevano fare le cose senza clamore”.

E anche Daniele Lotti, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, respinge le accuse seccamente di Lepori: “Se ha dei dubbi, deve rivolgersi alla magistratura e sporgere denuncia. Dopo il caso alla Carità, abbiamo chiesto alla direzione di fare dei controlli e tutto è risultato essere regolare”.

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