LUGANO – È bastata poco più di una settimana ai magistrati milanesi, che hanno ripreso dai colleghi di Genova il dossier di 62'000 pagine, per revocare ogni misura cautelare nei confronti di Davide Enderlin. L’imprenditore e consigliere comunale luganese, arrestato a Genova il 22 maggio 2014 nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa alla Banca Carige, non ha ora più nemmeno l’obbligo di firma.
Il 15 giugno – oltre un anno dopo l’arresto di Enderlin - il Giudice per le indagini preliminari di Genova ha decretato l’incompetenza della Procura ligure a indagare su di lui (leggi qui). Il dossier che lo riguarda è stato dunque stralciato dagli atti dell’inchiesta genovese e trasferito alla Procura di Milano.
Nel frattempo, dopo la scarcerazione definitiva, Enderlin doveva recarsi ogni settimana a firmare il registro di presenza al comando dei Carabinieri di Como. Così avevano deciso gli inquirenti genovesi.
Ora anche quest’ultima misura cautelare è stata revocata.
“Non solo non sono stato rinviato a giudizio – dice Davide Enderlin a liberatv -, ma sono tornato ad essere, dopo un anno tra carcere e soggiorni obbligati, un semplice inquisito in indagini preliminari, per fatti che, lo ricordo, risalgono al 2006. Sono ovviamente molto contento per la decisione della Procura di Milano, che ha dimostrato non solo grande celerità, ma anche coraggio: si è infatti assunta la responsabilità di farmi tornare a tutti gli effetti un cittadino libero”.
“Spero che alla fine – aggiunge Enderlin - emergerà la verità vera e sarà accertata la mia estraneità ai reati legati al caso Carige. Ho cercato di vivere questa esperienza, che chiaramente è stata durissima, con l’atteggiamento di chi sale sulle montagne russe: anche se hai paura sai che prima o poi finiscono… Ora non mi resta che riporre tutta la mia fiducia nella giustizia”.
emmebi