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Cronaca
10.09.2015 - 06:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Blitz" della polizia alla scuola speciale per cercare un 14enne da espellere. La dirigente scolastica furiosa per l'intervento: "Non succeda mai più"

La visita di due agenti in divisa ieri mattina fa insorgere la dirigenza dell'istituto: "Intervento inammissibile!"

LOCARNO - È un caso che ha in sé tutti gli elementi per trasformarsi in un'aspra polemica politica. Una sorta di bis dopo la vicenda dei bambini ecuadoriani. Ma in attesa di se la miccia del dibattito verrà accesa, limitiamoci ai fatti, narrati questa mattina dalla Regione. In breve: ieri mattina due agenti della polizia hanno fatto visita al Liceo cantonale di Locarno. I due poliziotti erano alla ricerca di un ragazzo, 15 anni da compiere, colpito da un decreto di espulsione dalla Svizzera: il suo ricongiungimento familiare è fallito. Secondo il racconto del quotidiano i rappresentanti delle forze dell'ordine, prima di individuare la maestra dell'allievo, sono entrati in una classe, creando disorientamento negli allievi: perché la polizia cercava il compagno? Che aveva fatto di male per meritarsi un "blitz" di quel tipo? Il giovane frequenta una classe della Scuola speciale e durante la visita degli agenti era fuori sede per attività pratiche. Marinella Rodoni , dirigente scolastico dell’Istituto di Scuola speciale per il Sopraceneri, ha duramente criticato le modalità di intervento della polizia: "Un intervento di agenti in divisa in una classe di Scuola speciale, senza nessun avviso preventivo alla dirigenza scolastica - ha dichiarato alla Regione - non è ammissibile. In particolare rispetto alle sensibilità dei compagni. Conto che non succeda mai più". Il destino del ragazzo è invece segnato. Dovrà espatriare negli Stati Uniti dove sarà accolto da un istituto fino al compimento dei 18 anni. Il passaporto a stelle e strisce il ragazzo ce l'ha al padre ma lui è cresciuto in Repubblica Domenica con la nonna. Tre anni fa è venuto in Svizzera dove la madre ha avuto altri due figli con un nostro concittadino. Ma la domanda di ricongiungimento familiare, scrive ancora la Regione, è stata fatta male e in ritardo. E così il ragazzo dovrà partire.
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