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Cronaca
09.08.2016 - 22:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Abdel Azziz Qaasim, marito di Nora Illi, lancia un j'accuse contro il Ticino e invita alla disobbedienza: "Sorelle islamiche, cosa aspettate? Andate in vacanza sul lago Maggiore. Fate pic-nic indossando burqa e niqab. Rubate la scena ai politici che si au

Il PR del Consiglio centrale islamico: "Il divieto del burqa è una misura opprimente che ha quale scopo quello di vietare a donne ortodosse musulmane l’esercizio libero e pubblico delle propria fede"

ZURIGO - Abdel Azziz Qaasim Illi - marito di Nora Illi, la donna multata per aver sfidato a Locarno il divieto di portare il burqa, nonché responsabile delle pubbliche relazioni del Consiglio centrale islamico – invita le donne musulmane ortodosse a venire in vacanza in Ticino. Con burqa e niqab. Tanto le multe le paga Rachid Nekkaz. Sul sito del Consiglio islamico ha scritto un duro j’accuse contro il Ticino. Ecco i passi salienti.

“Il Canton Ticino ha messo in vigore il divieto del burqa che è stato approvato con il 66,2% e ha comunicato che in caso di violazione verranno inflitte multe tra i 100 e i 10'000 franchi. Walter Wobmann e il suo comitato di Egerkinger raccolgono invece diligentemente firme per l’inoltro di un’iniziativa popolare con lo stesso scopo ma riferita a tutta la Svizzera. La diga dei divieti del velo nelle scuole della Svizzera orientale e un’estensione in altri cantoni potrebbe essere scongiurata solo grazie all’opposizione decisa delle scuole interessate in collaborazione con il Consiglio centrale islamico. L’UDC sta già lavorando in molti cantoni per gettare le basi legali di un divieto simile.

Che cosa stanno aspettando le nostre sorelle? I media sarebbero entusiasti se voi trascorreste le vacanze estive o i fine settimana in Ticino passeggiando sulle rive del lago Maggiore, facendo pic-nic con i bambini sui campi da gioco, naturalmente indossando il niqab. Così non dovreste più lasciare la scena agli autoincensamenti della politica ticinese, che si vanta in modo altisonante di aver conferito alle donne musulmane un pezzo di libertà. Dovesse anche fermarsi una pattuglia della polizia, questo vorrà dire che non si tratta semplicemente di un’auto parcheggiata male ma di una limitazione sproporzionata dei diritti fondamentali motivata da islamofobia. Una legge non può in nessun caso costituire il quadro legale di una vera e propria ingiustizia. Deve servire al bene comune ed essere proporzionata. In questo caso è una misura opprimente che ha quale scopo quello di vietare a donne ortodosse musulmane l’esercizio libero e pubblico delle propria fede. Questo e nient’altro stava a cuore agli iniziativisti della destra conservatrice.

Se il divieto del niqab in Ticino sia o meno compatibile con il diritto costituzionale di grado superiore lo devono ancora decidere i giudici del Tribunale federale. Nel frattempo, è opportuno neutralizzare gli effetti della legge attraverso violazioni consapevoli. Diversamente dai casi più frequenti di azioni di disobbedienza civile, in questo caso non si rischiano nemmeno conseguenze. La multa può e deve essere impugnata e anche se in futuro il Tribunale federale fosse dell’opinione che la legge non è anticostituzionale, Rekkaz come preannunciato in collaborazione con il Consiglio islamico pagherà le multe. Che aspettare dunque ancora?”.

Red


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