Nella foto Linda Casanova
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Cronaca
14.07.2017 - 09:260
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

In memoria di Linda Casanova: "Un anno fa l'Isis ha poggiato la sua mano gelida sul cuore della mia famiglia e ce lo ha strappato. Se lei fosse qui ci chiederebbe di non piangere la sua morte, ma di commemorare la sua vita e quella delle altre vittime inn

A un anno dalla terribile strage alla Promenade des anglais, la cugina dell'unica vittima ticinese della mattanza compiuta dai terroristi islamici scrive a Liberatv. Una lettera struggente, piena di dolore e di speranza: "Linda ci chiederebbe di sorridere e di non lasciare che la paura e l'odio si impossessino della nostra anima"

di Cristina Poncini

 

Linda Casanova, vittima ticinese nell'attentato di Nizza del 14 luglio 2016: io non sono una mamma che a più di 80 anni perde una figlia, né un marito che, oltre ad aver vissuto un attentato, vede morirgli tra le braccia la moglie, né un fratello, uno zio, una zia, un nipote... Io sono una cugina, solo una cugina, che però amava questa persona e con cui aveva un rapporto speciale, fatto di risate, gioco e sostegno...

 

Il 14 luglio 2016 l'Isis ha poggiato la sua mano gelida sul cuore della mia famiglia e ce lo ha strappato, portandoci via il nostro sole, la risata contagiosa, il nostro amore: Linda.

 

Hanno scritto che è l'amore che fa girare il mondo. Con Linda il mondo girava un po' più velocemente...

 

La sua morte ci costringe a fermarci e a fare un bilancio della nostra vita e dei nostri valori... Che cosa siamo? E che cosa siamo diventati?

 

Morire per la voglia di potere, perché un essere umano vuole sovrastarne un altro, è la cosa più disumana che possa succedere all'umanità.

 

Per quanto mi riguarda, non ho tutte le risposte, ma so che ogni vittima ha lasciato una scia di dolore in coloro che sono rimasti a dover affrontare la sofferenza, la rabbia e lo sgomento, senza comprendere il reale senso di tutto questo orrore. Un dolore che forse nel tempo si placherà, ma con cui si dovrà convivere per sempre.

 

Se Linda fosse qui, oggi, ci chiederebbe di non piangere la sua morte, ma di commemorare la sua vita e quella di tutte le vittime innocenti. Lei ci direbbe di amare incondizionatamente e di tenerci stretti i nostri cari perché infondo sono l'unica cosa che conta.

 

Ci chiederebbe di sorridere e di non lasciare che la paura e l'odio si impossessino della nostra anima.

 

Ci spronerebbe a non sprecare la vita in rancori che non non possono assolutamente cambiare i fatti, ma di vivere; perché la vita è un dono prezioso e va vissuta, sempre e comunque, anche per chi, come lei, ogni giorno, la perde per la follia umana.

 

PS: questo scritto della cugina di Linda sarà inciso e portato al museo delle vittime a Nizza, per volontà del marito di Linda (red)

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