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Cronaca
20.08.2018 - 17:000

Un anno, tre mesi e due giorni di silenzio. Poi, il miracolo: Serena, terremotata di Amatrice, ritrova la parola

La ragazzina non parlava piu, troppo grande il dolore per la morte della nonna. Un tema l'ha sbloccata. "Sarei rimasta con lei"

AMATRICE – A volte, il dolore percorre sentieri difficili da capire. E qualcosa riesce a renderlo più sopportabile, seppur non svanirà mai, a trovare la via d’uscita. È un miracolo, quella della 15enne Serena, che nel sisma di Amatrice perse la nonna, cui era legatissima. Da lì, non ha più parlato: è rimasta per un anno, tre mesi e due giorni senza dire una parola.

A credere nelle sue possibilità di ripresa, una sua professoressa. Insegna italiano, storia e geografia a Rieti, dove Serena frequenta il Liceo Classico. Quando si parlava di geografia, e si poteva fare qualche accenno al terremoto, lei usciva dalla classe. La professoressa ha sempre capito e l’ha assecondata. Serena era legatissima alla nonna, che non è sopravvissuta. 

A sbloccarla, un tema. Quando in pochi ci speravano più. Racconta con lucidità e tristezza quella terribile notte. “Venni svegliata da un forte movimento sussultorio che mi sovrastava, accompagnato da un rumore assordante, come se un mostro mi stesse urlando nelle orecchie. Ero rimasta immobile, paralizzata. Non sapevo cosa fare, vidi solo le figure di mio fratello e mia madre che mi strattonavano, cercando di portarmi fuori casa. Le persone intorno a me urlavano e piangevano. Il mio volto era impassibile: sembravo un fantasma, il cuore ancora a mille. Salimmo in macchina per andare al centro del paese ed è lì che il mondo mi crollò addosso”. Sua nonna, la persona più importante della sua vita, è rimasta sepolta sotto le macerie della sua casa.

“Non ci credevo, non volevo crederci e tutt' ora non ci credo. Se la sera prima avessi saputo che l' avrei abbracciata per l' ultima volta, giuro che l' avrei stretta più forte e sarei rimasta con lei”, sono le commoventi parole di Serena, che ancora non riesce a parlare di lei al passato: “È una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma. Utilizzo i tempi al presente perché lei non merita di essere ricordata al passato. Io non accetterò mai che se ne sia andata così, senza salutare. Ne parlo ogni giorno e ho la certezza che lei è con me sempre, anche adesso che sto scrivendo questo”.

Dopo quel tema, ha spiegato la docente, la ragazzina ha ricominciato a parlare. Ha preso parte alle lezioni, ha raccontato della sua vita ad Amatrice. Il sentiero del dolore per lei non è certamente ancora finito, ma il muro del silenzio che l’aveva inghiottita si è sgretolato. E la nonna, se può vederla, da lassù certamente sorride.

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