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Cronaca
16.09.2018 - 09:590

"Ti votano perché sei storpia!". Ignobili insulti contro la concorrente disabile di Miss Italia. Lei: "A me manca una gamba, a loro cuore e cervello"

Chiara Bordi: "È molto più facile stare dietro a un computer a insultare i traguardi altrui che alzarsi e combattere contro la vita"

ROMA - “Fai schifo vattene a casa, ti votano perché sei storpia”, ha scritto su Facebook la sedicente Mirella Improta, che ha preso di mira Chiara Bordi, la 18enne disabile in corsa per il titolo di Miss Italia. Chiara, vittima di un grave incidente, ha una protesi al posto di una gamba. E ha risposto così: “Mi dispiace molto per lei perché a me mancherà pure un piede ma a lei manca cervello e cuore”.

 

Molti sono stati i messaggi di sostegno alla ragazza colpita dal vile attaccato, e lei ha ringraziato chi li ha scritti: “Vi ringrazio tutti di cuore, mi avete fatto quasi scendere una lacrimuccia a leggere tutti questi commenti e tutto questo sostegno (chi mi conosce poi sa quanto io sia facile di pianto). A me il commento della “signora” scivola completamente addosso. Mi dispiace molto per lei perché a me mancherà pure un piede ma a lei manca cervello e cuore, e quelle sono le uniche due vere qualità che, secondo me, contano.

 

Dietro tutta questa cattiveria si nasconde frustrazione e insoddisfazione personale di gente che, invece di lottare contro i lati negativi della propria vita e cambiarli, preferisce cercare di scoraggiare gli altri e portarli al loro stesso livello. È molto più facile stare dietro a un computer a insultare i traguardi altrui che alzarsi e combattere contro la vita, per poi godersela.

 

L’unica cosa che mi sembra assurda è il dover leggere certe critiche da parte di una persona cresciuta e adulta e stare qui io, 18 anni, a “giustificarla”. E mi dispiace il fatto che le sia arrivato come messaggio il “votatemi perché sono storpia” e non il “guardatemi, mi manca un piede ma non ho paura di mostrarmi al mondo". Cosa che molte persone purtroppo non fanno perché più fragili, e impauriti da commenti di persone come la nostra Mirella.

 

Per concludere, a me della vittoria non interessa niente, tantomeno di fare pena perché posso assicurare che la pena è l’ultima cosa ricercata e la prima odiata da me e da qualsiasi altro tipo di disabile. Sto facendo tutto questo per mostrare alle persone ottuse (appunto) che una ragazza senza un arto può gareggiare al pari di tutte, che la diversità non è vincolante, che la vita non si interrompe mai ed è sempre bella, anche quando sembra che ce l’abbia con te, che da un dramma si rinasce e si cresce più forti di prima, tutto sta nel saper reagire”.

 

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