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Cronaca
21.09.2018 - 08:310
Aggiornamento: 11:50

"Oggi le aziende vogliono evitare sprechi immateriali. Per questo ci sarà sempre più bisogno di noi ingegneri gestionali"

Intervista al giovane Matteo Adreani: "Mi piacciono le responsabilità: fanno crescere a livello personale e professionale"

MANNO - Matteo Adreani, classe 1995, ha conseguito un Bachelor in Ingegneria gestionale SUPSI e attualmente lavora come Validation Consultant presso Adeodata, un’azienda che offre servizi nell’ambito della gestione progetti e della convalida di sistemi computerizzati (CSV), focalizzati specialmente in ambito farmaceutico, medical device, chimico e biotecnologico.

Quale percorso di formazione hai frequentato in SUPSI? E com’è nato il tuo interesse verso questo ambito? 

"In SUPSI ho terminato il percorso che mi ha portato oggi ad essere un ingegnere gestionale. Sono soddisfatto di quanto intrapreso perché mi rispecchia nella vita. Infatti, non appena venuto a conoscenza dell’esistenza di questo percorso di studi, mi sono precipitato ad iscrivermi. Come detto pocanzi, il profilo di Ingegnere Gestionale fa parte di me; durante il quotidiano mi piace essere ordinato e organizzato, anche se a volte un tocco di imprevedibilità dà gusto alla giornata, ma soprattutto odio sprecare tempo. Tutto ciò si può facilmente ritrovare nel percorso di studi che ho frequentato".

Quali sono i tuoi obiettivi futuri? 

"In un futuro, spero prima possibile, mi piacerebbe diventare più indipendente e responsabilizzato in quanto credo che tutto questo aiuti a crescere, a livello professionale e personale. Il lavoro che ho trovato dopo la laurea, mi offre ambedue le cose e per il futuro mi auguro un salto di qualità importante".

Descrivi te stesso con 5 aggettivi.

Fare una descrizione di te stesso è difficile e interpretabile, per questo preferirei che la facesse qualcun altro per me, ma se proprio devo, mi ritengo: ambizioso, organizzato, curioso, sportivo e socievole. Tutto questo sperando che anche dall’esterno io faccia percepire queste caratteristiche".

Quali sono secondo te i trend che stanno subentrando o che subentreranno in futuro nel ramo dell’ingegneria gestionale?

"Oggi come oggi le aziende guardano allo spreco, non solo materiale e fisico - a quello sono già abituate o dovrebbero esserlo - ma anche a quello non tangibile come ad esempio i movimenti e gli spostamenti inutili, alle scorte di magazzino e al tempo. Più che subentrare un trend in futuro io credo che subentreranno i settori. In altre parole, penso che sempre più settori, ad esempio quello bancario, necessiteranno della figura dell’ingegnere gestionale per aggiornare, rendere più efficienti, più efficaci e semplici i loro flussi amministrativi/organizzativi".

Raccontaci un aneddoto che ricordi con piacere del tuo percorso di formazione trascorso in SUPSI.

Durante il mio percorso formativo ho passato molti momenti fantastici grazie a dei compagni d’avventura eccezionali con i quali ho tuttora dei contatti. Ad esempio, anche se è stata pesante, ricordo con entusiasmo la notte precedente all’esame di statistica applicata. Io e due dei miei compagni più cari, ci mettemmo, appena terminato l’esame del giorno precedente, a studiare da zero. Facemmo come matti tutti gli esercizi per preparaci all’esame che l’indomani mattina alle 8.30, avremmo dovuto sostenere. Tra risate, confronti, qualche partita a carte occasionale, e mille dolcetti, non ci accorgemmo dell’orario e a meno di 3 ore dalla prova eravamo ancora lì, con le ultime forze. Tornammo a casa e l’esame andò fortunatamente bene a tutti".

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