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24.09.2018 - 22:300
Aggiornamento: 28.09.2018 - 13:21

Sei domande sul porcile di Pregassona, dove vivevano una coppia, tre adolescenti e DICIOTTO CANI!

Domanda numero 1: quale amministrazione di condominio o quale proprietario di casa permetterebbe a un inquilino di tenere 18 cani (diciotto!!!) in un appartamento?

In quell’appartamento al 14esimo piano del palazzaccio di via Industrie a Pregassona, o meglio in quel porcile, vivevano in simbiosi tra svariati metri cubi di spazzatura e rifiuti un uomo e una donna, tre adolescenti e… 18 cani!!!

 

Domanda numero 1: quale amministrazione di condominio o quale proprietario di casa permetterebbe a un inquilino di tenere 18 cani (diciotto!!!) in un appartamento? Non solo a Lugano ma in qualsiasi città o paese del mondo… Qui siamo a livelli di Guinness dei primati (inteso nel senso darwniano di nostri progenitori).

 

Domanda numero 2: i vicini, intervistati dalla RSI, hanno dichiarato che in quel condominio c’era “una puzza da togliere il respiro” e che i cani abbaiavano e facevano, ovviamente, casino. E la stessa giornalista che ha realizzato il servizio ha confermato che oggi, andando sul posto, ha sentito la stessa puzza immonda. Ma com’è possibile che quella puzza e quel casino non abbiano fatto scattare un campanello d’allarme?

 

Domanda numero 3: un vicino intervistato dalla RSI ha detto che la cosa andava avanti da un anno e che ci sono state diverse segnalazioni all’amministrazione condominiale. Ma non è successo nulla. Come mai non è successo nulla? A chi sono state indirizzate e che fine hanno fatto le segnalazioni?

 

Domanda numero 4: il palazzaccio di via Industrie a Pregassona faceva parte del parco immobili della società che amministrava anche il famigerato “Bronx” di via Odescalchi a Chiasso. Fatto salvo che adesso questi stabili sono passati a nuova gestione dopo essere stati debitamente spremuti, perché in questi anni le autorità (da Chiasso a Lugano) non sono intervenute per sanare ignobili situazioni di degrado e di disagio che erano sotto gli occhi (e il naso) di tutti?

 

Domanda numero 5: il municipale di Lugano Lorenzo Quadri ha dichiarato che la situazione di disagio era nota ai servizi sociali cittadini (magari non in queste proporzioni, ma era nota), e ha spiegato che i servizi sociali hanno dei limiti di intervento. Ma se c’è un sospetto di reato, e il reato in questo caso è stato profilato, i limiti di intervento non dovrebbero cadere?

 

Domanda numero 6: ma di fronte a una situazione di degrado di queste proporzioni (che in generale riguardava l’intero palazzaccio, già teatro in passato di altri poco edificanti episodi) non doveva scattare un allarme generale che coinvolgesse non solo i servizi sociali ma anche gli altri servizi comunali e cantonali interessati - igiene, sicurezza, polizia di prossimità, ufficio controllo cani (altro che microchip, tasse e multe per chi li lascia correre nei boschi!), eccetera -?

 

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