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Politica e Potere
17.10.2012 - 11:260
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Docenti arrabbiati. "No ai tagli. E basta dire che siamo privilegiati!"

Il Movimento della scuola scende in campo contro il preventivo 2013 e annuncia una giornata di mobilitazione.

Bellinzona- “Siamo arrabbiati e delusi dal Consiglio di Stato e dalla politica”. Il preventivo 2013 per i docenti non solo non è accettabile ma è soprattutto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.  Claudia De Gasparo, co presidente del Movimento della Scuola, ci tiene a sottolineare che “non è tanto il taglio del contributo del 2% sugli stipendi – che rimane inaccettabile – ma a preoccuparci è soprattutto il continuo deterioramento delle condizioni di lavoro e la mancanza di risorse necessarie per far fronte ai nuovi compiti che i docenti sono chiamati ad assolvere”.  Il Movimento della Scuola quindi non ha perso tempo. Martedì l’assemblea dell’associazione ha deciso di costituire un “coordinamento di azione per la scuola a cui sono invitate tutte le associazioni di insegnanti (di materia), le organizzazioni sindacali e magistrali, la Conferenza cantonale dei genitori, le associazioni studentesche, in vista di organizzare una giornata di mobilitazione nelle scuole del cantone” si legge in un comunicato. “La giornata è prevista per il prossimo mese. Nelle prossime settimane si tratterà di organizzarla e darle una forma più precisa. Potrebbe essere ad esempio una giornata di porte aperte nella quale tutti possono rendersi conto di cosa vuol dire fare il nostro mestiere oggi” ci dice Claudia De Gasparo.  E lo sciopero promosso dal sindacato VPOD? “All’incontro di oggi ci saremo anche noi. Ma annunciare prima uno sciopero e poi riunirsi ci è sembrato un po’strano. Secondo noi in questo momento è necessario preparare il terreno nelle scuole in vista della mobilitazione sindacale e dello sciopero. La nascita del coordinamento per la scuola e la l’idea di fare una giornata di azione si inserisce in questo discorso”. Torniamo ai problemi che sollevate. Cosa chiedete di preciso? “La società ci chiede sempre di più: dobbiamo trattare l’indebitamento giovanile, il tema delle dipendenze, l’approccio dei giovani alle nuove tecnologie, eccetera. Tutto questo implica un sovraccarico di lavoro. Il tempo e le energie però sono quelli che sono. Sono anni che chiediamo più risorse. Sono anni che chiediamo ad esempio più tempo per i docenti di classe che oggi devono affrontare i problemi della classe in un’ora. È da tempo che chiediamo più docenti sostegno pedagogico e una maggiore presenza nelle scuole dell’orientamento professionale. Ma queste sono solo alcuni aspetti che hanno contribuito a rendere sempre meno attrattiva la nostra professione. I neo laureati non sono più interessati all’insegnare nelle nostre scuole. Sono vent’anni che chiediamo di essere ascoltati. Non solo non ci ascoltano ma continuano a tagliare!”. Colpa della politica, mi diceva… “…e del Consiglio di Stato. Uno dei cavalli di battaglia di Manuele Bertoli prima di diventare direttore del DECS era la sua promessa di aumentare i salari dei docenti comunali e ridurre gli allievi per classe già a partire dal settembre 2013. Ecco: nel preventivo è tutto rimandato a chissà quando!” Quindi ce l’avete anche con Bertoli? “Con tutto il Governo e la politica ticinese. Sappiamo che Bertoli si è battuto su alcuni punti” Lei è docente, dia una nota al ministro Bertoli. “Non chiedetemi di fare queste cose” Va bene però avrete qualcosa da dire al direttore del DECS? “A Bertoli chiediamo semplicemente di tenere più in considerazione la voce di chi questo mestiere lo fa tutti i giorni” Per molti lavoratori del settore privato voi siete dei privilegiati. Spesso le vostre battaglie non vengono comprese da chi lavora in altri settori. “Eppure non sa quanti quando vengono a prendere i figli a scuola ci dicono “certo che il vostro mestiere è proprio duro, non riuscirei mai a farlo”. Sappiamo che ci sono alcuni luoghi comuni sui docenti, e in questo la stampa non ci aiuta. Ma sono vent’anni che il nostro mestiere è cambiato. Oggi chiediamo solo di poterlo fare nel miglior modo possibile, perché la scuola è un investimento”. IC

 

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