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08.11.2012 - 09:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Dadò spara su Laura Sadis: "Fa terrorismo finanziario"

Il capogruppo PPD: "Macché lacrime e sangue, basta poco per ridurre il deficit". Avvisa i ministri: "Non sfidateci: senza un pacchetto di nuovi tagli entro il 20 novembre, bocceremo il preventivo". E svela una nuova condizione: "O una nuova legge sul cont

BELLINZONA - Sul preventivo 2013 è di nuovo bagarre. Dopo gli incontri di inizio settimana e in attesa dei prossimi, i partiti tornano a proporre soluzioni e a confrontarsi duramente. Uno dei frontman della contesa e della grande contestazione al Consiglio di Stato è il capogruppo del PPD Fiorenzo Dadò.  Cosa pensa della proposta del PLR di ridurre nel tempo del 10% il personale dello Stato?

"È da valutare. Per iniziare si può discutere il blocco delle assunzioni e quindi imporre una mobilità orizzontale tra i vari dipartimenti, che oggi non avviene. Assieme a questo bisognerà rivedere anche le modalità di attribuzione dei mandati esterni e dell’allestimento del preventivo".

Cioè?

"Oggi il preventivo è allestito chiedendo ai vari uffici di quanti soldi hanno bisogno. Domani bisognerà prepararlo invertendo questo concetto, ossia dando agli uffici un budget preciso nel quale starci dentro. Predisponendo anche un malus e un bonus, ossia premiando chi si impegna a risparmiare. Se non si può fare proprio con tutti, lo si può fare perlomeno in diversi settori. È da discutere."

Mi dica una proposta concreta e di peso del PPD.

"Le stiamo elaborando. Per citarne una le dico che il PPD, se voterà il preventivo, lo farà unicamente assieme ad una legge che inciderà sul contenimento del debito pubblico". 

Cosa intende?

"L’onorevole Sadis ha proposto il freno al disavanzo e l’Udc il freno alla spesa. Così come sono non vanno bene né l’una né l’altra. Bisogna pensare invece ad una sorta di legge-ibrido, che contenga quel che c’è di buono in ambedue le soluzioni, un po’ come ha fatto la Confederazione. Questa sarà una delle proposte e la nostra condizione inderogabile". 

Per il preventivo 2013 iniziano due settimane di fuoco che porteranno ai nuovi incontri del Governo con Gestione e presidenti di partito, in agenda il 20 e 21 novembre. La situazione sembra in stand by, dopo le dure polemiche delle scorse settimane. Cosa si aspetta concretamente dal Governo per i prossimi incontri? E se non dovesse vedere quello che si aspetta che succederà?

"Ci aspettiamo prima di tutto che il Governo ci faccia delle proposte molto concrete e quindi che si vada con chiarezza nella direzione che abbiamo indicato dal patto di Medeglia in poi. Dal Consiglio di Stato vogliamo indicazioni politiche chiare e vincolanti su cosa intende fare nei prossimi mesi per invertire la rotta. Il tempo delle riflessioni e dei preventivi di transizione è finito. Spero quindi che abbia già dato indicazione ad ogni divisione e ufficio di cercare seriamente delle nuove misure per limitare il deficit pubblico. Bisogna limare gli esuberi e risparmiare in quelle mansioni magari belle ma non indispensabili, che per il momento non ci possiamo più permettere. In caso contrario, o se dovessero arrivare proposte impercorribili come nuovi tagli lineari sul sociale o ai bisogni prioritari della popolazione, sarà come prenderci in giro ed è chiaro che ci sarà una reazione". 

Vale a dire?

"Non voteremo il preventivo o perlomeno resterà fermo in commissione".

A suo giudizio il Consiglio di Stato ha colto fino in fondo le vostre rimostranze e le conseguenze politiche che avete minacciato se le vostre richieste non saranno accolte?

"Ho l’impressione di no, anche se spero davvero di sbagliarmi. In ogni caso vale la pena ribadire il concetto: se il 20 di novembre il Consiglio di Stato non porterà un pacchetto di misure concrete, non sosterremo il preventivo. Poi ognuno si assumerà le sue responsabilità davanti ai ticinesi. Questa volta andremo fino in fondo. E consiglio caldamente ai ministri di non mettere alla prova la nostra determinazione”.

Il Governo ha detto a più riprese che le vostre richieste portano a una politica di lacrime e sangue. Una politica che i ministri non sembrano disposti a sostenere, in questo momento. Prima di tutto: condivide che i nuovi tagli alzeranno di molto la soglia del dolore? Non sarebbe più opportuno, come suggerisce il Consiglio di Stato, una linea soft in un momento di crisi come questo? E voi siete pronti a sostenere politicamente le lacrime e il sangue davanti al parlamento e al popolo?

"No, queste sono enunciazioni per spaventare la gente. Il ministro delle finanze sta facendo "terrorismo" finanziario e psicologico. Per migliorare almeno un po’ questo preventivo non c’è nessun bisogno di lacrime e sangue, mentre si arriverebbe tra qualche anno proprio a questo se si seguisse la linea soft del Governo e non si facesse un ulteriore sforzo adesso. Per rispondere fino in fondo alla sua domanda, le posso dire che personalmente  se voto in Parlamento una proposta è perché la ritengo perlomeno sopportabile e quindi sarei disposto a sostenerla anche di fronte alla popolazione".

Lei ha lanciato l'idea di una Commissione parlamentare per rivedere i compiti dello Stato. Ci spiega esattamente di cosa si tratta e in che tempi e modi intendete proporla?

"Intendo chiedere in commissione della Gestione l’istituzione di una sottocommissione, affiancata da un esperto, che cerchi di far luce e di capire se abbiamo o no un margine di manovra per risparmiare. In pratica occorre fare una radiografia dello Stato, dei compiti che si è assunto negli anni, dei costi, e capire se gli obiettivi vengono raggiunti, quindi se sono ancora attuali. Ma questo sarebbe solo il primo passo, poi sulle scelte da fare bisognerà discutere in modo serio e approfondito tra tutti i partiti e trovare degli accordi e delle priorità, almeno tra una maggioranza di essi. Mi aspetto che se la Gestione darà luce verde a questa proposta, nella sottocommissione siedano i leader politici, a cominciare dai capigruppo. Occorre capire che non si possono più prendere decisioni oggi senza chiedersi automaticamente se domani quelle decisioni saranno ancora attuali! La politica deve assumersi le sue responsabilità e questo sarebbe un segnale inequivocabile che si vuole fare sul serio".

L’altro giorno il Consiglio Stato ha negato alla Commissione della Gestione la possibilità di accedere ai documenti che sono serviti all'allestimento del preventivo. In particolare ai famigerati tagli scartati. Come giudica questa decisione?

"Non mi è piaciuta ma la capisco. Sono valutazioni interne anche delicate, che potrebbero fomentare discussioni di troppo. Ma il modo in cui ci è stato detto mi ha infastidito. Ad ogni modo la Gestione ha l’alta vigilanza, quindi è perfettamente autorizzata ad andare a vedere se i soldi del contribuente sono tutti spesi nel migliore dei modi o se ci sono degli sprechi, delle inefficienze, dei doppioni, e dove occorre migliorare per raggiungere gli obiettivi. 

In che modo ve l’hanno detto?

"Semplicemente non ci danno in mano nulla. E quindi, in parole povere, ci hanno detto di arrangiarci, guardando nel librone di 462 pagine del preventivo e districandoci nell’infinita giungla delle leggi".  AELLE

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