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05.09.2013 - 12:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Savoia interroga il Governo sulla prostituzione: “ Risponda senza accampare scuse”

Il coordinatore dei Verdi torna alla carica e critica il Consiglio Stato: al centro del nuovo atto parlamentare c'è sempre l'affaire Lumino's

BELLINZONA - In seguito alla risposta dello scorso 22 maggio del Consiglio di Stato a ben nove interrogazioni riguardanti il tema della prostituzione, il deputato verde Sergio Savoia torna a sollecitare il Governo con un ulteriore atto sull’argomento.

Secondo il coordinatore dei Verdi del Ticino, tra le varie risposte, ce n’è una in particolare riguardo una sua interrogazione, che “solleva forti perplessità che meritano di essere approfondite”.

Facendo un passo indietro, lo stesso Savoia aveva chiesto al Consiglio di Stato perché, in una conferenza stampa indetta con la magistratura il 17 luglio 2012, la polizia avesse dichiarato regolare un bordello, il Lumino's, che il Comune di Lumino non aveva mai autorizzato. “Il servizio TESEU è subordinato alla polizia cantonale, la quale – a sua volta – risponde al Dipartimento delle Istituzioni e al Consiglio di Stato. È pacifico – o per lo meno lo è stato fino a maggio – che tra i compiti del CdS ci sia dunque quello di rispondere al Parlamento anche per quanto fanno o affermano i propri subordinati, a maggior ragione se questo avviene in una conferenza stampa ufficiale, peraltro annunciata anche sul sito internet del Governo”, scrive il deputato in Gran Consiglio. Per questo motivo, “è normale che il parlamentare che voglia avere lumi sull’operato della polizia si rivolga non direttamente a questa, ma all’autorità che, nell’esecutivo, ha la responsabilità politica”.

Nella risposta che “solleva forti perplessità”, il Governo riconosce che la conferenza stampa è stata co-organizzata dalla polizia cantonale, non rispondendo però al quesito di Savoia, perché "non eravamo presenti, per cui non siamo in grado di pronunciarci in merito”. Una scusa, secondo Savoia, che “supera la soglia dell’umorismo involontario, oltre che quella della correttezza istituzionale”.

Chiarito lo sfondo della situazione, il nuovo atto del deputato pone due questioni al Consiglio di Stato. La prima riguarda la conferenza stampa del 17 luglio 2012, in cui la polizia ha stilato la lista dei 4 “bordelli” in regola, tra cui il Lumino’s, che a distanza di qualche mese il Governo ha invece definito irregolare. Il deputato dei Verdi si chiede dunque chi abbia comunicato alla polizia che al Lumino’s era tutto regolare.

La seconda questione riguarda invece l’assenza personale del consigliere di stato responsabile o di un suo rappresentane alla conferenza stampa, che di fatto non autorizza il Governo a non rispondere. Savoia domanda quindi se “la risposta del Consiglio di Stato significa che ogni funzionario può ufficialmente dire tutto e il contrario di tutto, senza che il Governo sia direttamente coinvolto?” e prosegue “per quale motivo il Consiglio di Stato non si attiva per verificare che cosa abbiano pubblicamente dichiarato i propri funzionari dirigenti e i motivi di tali dichiarazioni?”

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