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12.12.2013 - 13:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Padroncini e frontalieri: ecco la ricetta del Consiglio di Stato

Presentato uno studio che propone una sessantina di misure concrete per combattere la concorrenza sleale e proteggere gli interessi del Cantone e dei residenti

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha presentato oggi il documento elaborato negli scorsi mesi dall’Amministrazione cantonale – con la collaborazione delle associazioni economiche e sindacali – per analizzare la situazione attuale del mercato del lavoro transfrontaliero in Ticino. Il risultato di questo sforzo congiunto è uno studio che descrive con precisione la situazione attuale e propone una sessantina di misure concrete – da attuare a livello cantonale e federale – per contribuire a correggere le situazioni di concorrenza sleale, a protezione degli interessi del Cantone e dei suoi lavoratori residenti.

Il Governo è preoccupato per la pressione sul tessuto economico del Ticino, un «laboratorio» territoriale nel quale sono anticipate tendenze problematiche già avvertite e destinate a riprodursi su scala federale: per questo motivo, ha avviato – e proseguirà – una campagna di sensibilizzazione, in particolare nei confronti delle autorità federali, per aumentare la consapevolezza riguardo a una situazione ormai estesa a tutta l’Unione europea. In parallelo, l’intenzione è di attirare l’attenzione di tutti i cittadini – imprenditori, artigiani, committenti – sul contributo che ognuno, attraverso le proprie scelte di consumo, può fornire alla salvaguardia del sistema economico cantonale.

Il documento presentato oggi dal Governo è stato elaborato a partire dalla fine dello scorso mese di maggio – considerando i segnali pervenuti in particolare dalla Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone – quale risposta concreta a svariati atti parlamentari, segnalazioni, sollecitazioni e richieste formulate in particolare dai partiti e dai settori economici. L’Amministrazione cantonale è stata incaricata dal Consiglio di Stato di procedere a un’analisi del fenomeno e della situazione, di elaborare una sintesi delle informazioni e dei dati disponibili, di elencare le misure già adottate e di formulare proposte di intervento. Il frutto di questo lavoro interdipartimentale è poi stato arricchito grazie a una consultazione stretta con le principali associazioni economiche di categoria del Cantone, che avevano a loro volta formulato una serie di proposte di intervento e hanno condiviso le conclusioni dello studio.

Tra le misure di particolare rilievo contenute nel documento, spicca anzitutto il potenziamento degli organi di controllo sul mercato del lavoro, intervento già attuato e per il quale il Cantone sta lavorando a stretto contatto con le autorità federali. Sempre a livello federale, sono in corso trattative in vista dell’auspicata modifica del modulo di notifica per gli operatori stranieri che intendono lavorare in Svizzera, con l’introduzione di una tassa amministrativa. A livello fiscale, viene poi proposto un innalzamento aliquota imposta alla fonte sui redditi da attività accessoria, dall’attuale 4% al 10%.

Le possibili misure correttive suggerite dal rapporto, come detto, si articolano su più livelli d’azione. A livello cantonale, il Gruppo di lavoro incaricato di coordinare gli approfondimenti è stato incaricato di tradurre gli obiettivi del Consiglio di Stato in una serie di provvedimenti la cui attuazione spetta all’Esecutivo, e – secondariamente – in un messaggio all’indirizzo del Gran Consiglio, per le misure di competenza di quest’ultimo. Tale lavoro dovrebbe concludersi entro i primi mesi del 2014.

Gli interventi che invece rientrano nella sfera di competenza della Confederazione, in particolare quelli che interessano la libera circolazione delle persone, sono già stati presentati al Consigliere federale Johann Schneider-Ammann – in occasione dell’incontro dello scorso 28 settembre con il Consiglio di Stato – e condivisi all’interno del gruppo di lavoro istituito lo scorso 2 luglio dalla Segreteria di Stato dell’economia, nel quale il Ticino è rappresentato dalla direttrice del DFE Laura Sadis.

Il Consiglio di Stato è consapevole che questo documento costituisce una tappa intermedia, nella ricerca di soluzioni a una situazione di oggettiva difficoltà per l’economia ticinese. Considerata la complessità del problema, saranno necessari una costante attenzione e nuovi interventi – a breve, medio e lungo termine – sia da parte delle autorità sia da parte degli attori economici. L’ampia condivisione che ha caratterizzato la genesi di questo studio, ad ogni modo, costituisce una premessa sicuramente positiva per proseguire nella promozione degli interessi del Cantone e dei suoi abitanti.

Per leggere il rapporto completo e tutte le misure valutate dal Governo clicca qui

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