LUGANO - Mentre il Ticino manda cento agenti a dar man forte alla sicurezza al Forum di Davos, in Ticino imperversano i rapinatori. Detta in soldoni, suona così la presa di posizione odierna del PPD, che non lesina critiche al Dipartimento diretto da Norman Gobbi.
"Le rapine a mano armata avvenute ieri a Novazzano e Pedrinate - si legge in una nota stampa firmata dal presidente Giovanni Jelmini e dal segretario Dalibor Gottardi - confermano la preoccupazione e i timori della popolazione del Mendrisiotto - e non solo – per la sicurezza dei cittadini e del nostro territorio. Una sicurezza che risulta oltretutto indebolita in questo periodo a causa dell’impiego, fino al 25 gennaio, di ben 100 agenti ticinesi occupati a Davos nell’ambito del forum economico".
"Il Partito Popolare Democratico - prosegue il comunicato -, preoccupato dell’attuale stato di sicurezza presente sul territorio cantonale, chiede cosa si sta facendo concretamente – oltre alla recente campagna di sensibilizzazione della popolazione da parte del Dipartimento delle Istituzioni, denominata “Sospetto - Chiama! – Polizia 117 – Insieme contro i ladri” - per arginare il fenomeno dei furti e delle rapine in Ticino.
Se da una parte è sicuramente opportuno chiedere alle cittadine e ai cittadini di questo Cantone di essere più vigili nei confronti di movimenti sospetti nelle vicinanze delle proprie abitazioni, dall’altra è ancora più importante che la Polizia cantonale sia dotata delle risorse necessarie per far fronte a eventuali reati".
E ancora: "In un momento in cui occorrerebbero maggiori controlli alla frontiera, i Ticinesi vengono di fatto privati della presenza di un centinaio di agenti di polizia. Inoltre, a Berna l’approvazione dell’atto parlamentare del deputato Marco Romano volto a ottenere l’aumento delle guardie di confine è stato temporaneamente vanificato dalla proposta (sic!) di UDC/PLR in occasione del preventivo 2014 della Confederazione: taglio lineare “a tosaerba su tutti i dipartimenti” di 150 milioni di franchi. In questo contesto e ritenuto che gli accordi internazionali sottoscritti dalla Svizzera non impediscono, in caso di situazioni eccezionali, di presidiare stabilmente i valici di confine, il PPD invita il Consiglio di Stato a rivolgersi direttamente a Berna per ottenere quanto prima un adeguato effettivo di guardie di confine per il presidio di tutti i valichi, affinché la sicurezza della popolazione possa essere adeguatamente garantita".