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25.02.2014 - 19:440
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Widmer Schlumpf promette: "In Ticino meno frontalieri. Ma non bloccate i ristorni"

La ministra, nel corso del vertice con il Consiglio di Stato ad Agno, ha fornito garanzie sulle trattative in corso con l'Italia. Ma ha respinto una richiesta fondamentale del Ticino: "Non disdiremo l'accordo con l'Italia sui frontalieri"

AGNO - Diciamo subito che la ministra delle finanze Eveline Widmer Schlumpf non ha partecipato alla conferenza stampa, convocata dopo l'incontro con il Consiglio di Stato avvenuto nel pomeriggio nella casa comunale di Agno. La Consigliera Federale ha fatto sapere per bocca del presidente del Governo Paolo Beltraminelli che essendoci delicate trattative internazionali in atto, non intende esprimersi pubblicamente. È toccato dunque a Beltraminelli illustrare i risultati del vertice durato oltre due ore. "La Consigliera Federale - ha detto il presidente del Consiglio di Stato - ci ha garantito che in Ticino ci sarà una diminuzione del numero dei frontalieri, anche se non è ancora chiaro il meccanismo attraverso cui questa riduzione avverrà. Il Governo federale intende presentare delle proposte concrete entro l'estate. Tra le ipotesi sul tavolo c'è quella che nei Cantoni che si sono espressi in modo più marcato a favore dell'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa", siano fissati contingenti minori. Ma è solo una possibilità. Dovremo anche fare in modo di non penalizzare eccessivamente l'economia. A noi il compito dunque di individuare i settori in cui i frontalieri sono fondamentali e quelli che beneficiano soltanto dell'effetto frontiera". Beltraminelli ha ribadito che il Canton Ticino chiede di denunciare l'attuale accordo sui frontalieri. Ma da Widmer Schlumpf è arrivata la doccia gelata: ""Berna non intende considerare la disdetta per l'accordo del 1974 perché ritenuto indispensabile nelle trattative in campo fiscale contro la doppia imposizione. Siamo stati però tranquillizzati - ha spiegato - che le trattative su questo fronte continuano e abbiamo chiesto che il loro esito sfoci in una situazione migliore di quella attuale. E anche questo c'è stato garantito. Abbiamo fatto presente che oggi le imposte alla fonte pagate dai frontalieri ammontano a 145 milioni, 55 dei quali vengono riversati in Italia. Quello che auspichiamo è che non ci siano più ristorni e che i soldi restino in Ticino. Spetterà poi all'Italia decidere come imporre fiscalmente i frontalieri". A proposito di ristorni, la delegazione federale ha fatto presente che un nuovo blocco potrebbe a giugno indebolire le trattative. "Questo non vuol dire che il tema non verrà affrontato dal Consiglio di Stato - ha precisato Beltraminelli - ma la priorità è ottenere degli accordi favorevoli al Ticino". Il Consiglio di Stato ha pure affrontato con la ministra la questione dello scambio automatico delle informazioni fiscali, auspicando che non si incida sul passato, in modo da evitare che i capitali fuggano in paesi terzi.
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