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24.09.2014 - 16:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

San Gottardo: votato il raddoppio. Esulta il Governo ticinese. Ma ora la parola passa al popolo

Il Consiglio Nazionale ha votato a favore della seconda canna. Verdi e PS annunciano il referendum. I socialisti ticinesi: "Raccoglieremo molte migliaia di firme"

BERNA/BELLINZONA - Dopo Il Consiglio degli Stati anche il Consiglio Nazionale ha dato luce verde al raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo. Un'ampia maggioranza di deputati della Camera bassa (109 voti contro 74 e 4 astenuti) ha detto di sì al progetto del Consiglio Federale che prevede la costruzione di una secondo tubo unidirezionale senza aumento della capacità. Nelle intenzioni del Governo e della maggioranza del Parlamento la seconda canna servirà inizialmente come passaggio di transito durante i lavori di risanamento dell'attuale tunnel che dureranno 3 anni. Una volta terminati i lavori un tubo avrà una corsia in direzione nord e l'altro in direzione sud. Il progetto oggi in aula ha ottenuto il sostegno da parte di tutte le regioni, Romandia compresa.

E ora la palla passa al popolo. Verdi e socialisti hanno infatti annunciato il referendum. Essendo scontata la riuscita della raccolta firme tutta l'attenzione è sulla data del voto: prima o dopo le prossime elezioni? Un dibattito ideologico come quello sul Gottardo preoccupa infatti più di un partito che preferirebbe che il voto fosse posticipato dopo il rinnovo di Camera, Senato e Governo. Ma i tempi per farlo prima, trattandosi di referendum, ci sono tutti.

Il Consiglio di Stato ha diffuso poco fa un comunicato stampa in cui prende atto con soddisfazione della decisione odierna del Consiglio nazionale, a sostegno della variante proposta dal Consiglio federale per il risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo. Il Governo guarda ora con fiducia alla messa in sicurezza del tunnel e auspica che i lavori possano procedere celermente.

"Il Consiglio di Stato - si legge nel comunicato - è convinto della bontà delle ragioni tecniche, finanziarie, viarie e di coesione nazionale che hanno portato il Consiglio federale e una solida maggioranza delle due Camere del Parlamento a optare per la variante che prevede la costruzione di un tunnel di risanamento, e a scartare la variante della cosiddetta autostrada viaggiante provvisoria. Il Consiglio di Stato ricorda che al termine dei lavori – negli anni fra il 2030 e il 2035 – il traffico veicolare nel San Gottardo avrà a disposizione una sola corsia per senso di marcia. La costruzione di un tunnel di risanamento non inciderà pertanto sul volume del traffico attraverso le Alpi e nel nostro Cantone. Poiché ogni aumento della capacità stradale nella regione alpina richiederebbe una modifica della Costituzione. L’Eventuale apertura di una seconda corsia per direzione non potrebbe essere decisa dalle autorità politiche in modo estemporaneo, senza il consenso esplicito di Popolo e Cantoni. Timori a questo proposito non sono quindi giustificati.

"Il progetto proposto dal Consiglio Federale e avallato dall’Assemblea federale - scrive il Consiglio di Stato - è inoltre compatibile con la politica del trasferimento, il cui successo dipende in primo luogo dall’attrattività dell’offerta ferroviaria. Nel primo semestre di quest’anno, la quota di mercato della ferrovia nel trasporto merci transalpino ha raggiunto il 67,5%, un nuovo record; in parallelo, i passaggi autostradali di autocarri registrano un lieve calo ogni anno, e si collocano oggi a un livello ben inferiore alla capacità della galleria del San Gottardo. Il Consiglio di Stato auspica che la costruzione del corridoio di 4 metri, l’inaugurazione del tunnel di base sotto il Gottardo – nel 2016 – e, più avanti, della galleria del Ceneri possano garantire ulteriori progressi nella politica del trasferimento, con l’obiettivo di ridurre il numero di autocarri in transito sul territorio del nostro Cantone".

Il partito socialista ticinese ha diffuso pochi istanti fa una nota a commento del voto del parlamentare: "Oggi il Consiglio Nazionale ha votato a favore del raddoppio del Gottardo, allineandosi a quanto già deciso dal Consiglio degli Stati. E ciò in barba alla Costituzione, sulla base della promessa che saranno usate solo due delle quattro corsie a disposizione e che non ci sarà alcun aumento del traffico. Frottole, com’è ovvio: nuove strade producono sempre sempre sempre nuovo traffico. Quindi il doppio tubo con due sole corsie agibili è una promessa alla quale, di fatto, non crede nessuno: presto dovremo invece usarle tutte e quattro. L’unica conseguenza saranno più auto e più camion sulle nostre strade, quindi più inquinamento, più danni alla salute delle persone e dell’ambiente, non solo in Leventina ma giù fin nel Mendrisiotto. Questo raddoppio, oltre che nocivo, è pure superfluo. La prossima apertura di AlpTransit renderà il traffico su strada sempre meno utile grazie alla politica di trasferimento. Politica che però sarebbe messa a rischio proprio da questo nefasto raddoppio, che peraltro costerà 3 miliardi in più del solo risanamento: soldi che verranno a mancare per progetti più più urgenti, come l’ampliamento di AlpTransit verso sud".

"Questo - proseguono i socialisti - per noi è inaccettabile. Ecco perché annunciamo subito di farci promotori, insieme ad altri partiti e movimenti, di un referendum che si opporrà al raddoppio, nell’interesse della popolazione e dell’ambiente dell’arco alpino, a favore della politica di trasferimento. Siamo sicuri di poter raccogliere molte migliaia di firme. I politici raddoppisti hanno cercato di veicolare a Berna l’immagine di un Ticino compatto nel desiderio di un raddoppio. Beh, non è così e noi lo dimostreremo: moltissime persone in Ticino sono stufe del traffico, degli ingorghi, delle colonne e certe che un doppio tubo potrebbe solo peggiorare la situazione. Per questo sarà fondamentale firmare: per far capire alla politica federale che una fetta importante della popolazione ticinese vuole vuole finalmente veder realizzata una coerente politica di trasferimento delle merci su ferrovia e il rispetto della volontà popolare, che più volte si è già espressa contro il raddoppio. E non vuole saperne di un altro inutile, costoso e dannoso tubo per le auto e i camion sotto la montagna".

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