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15.10.2014 - 09:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Rusconi: "Non siamo la destra dei borsoni! Le lobby mi fanno venire la pelle d'oca: la smettano di fregarsene del Paese!"

Il deputato spiega l'alleanza con UDF e Arealiberale che porterà alla presentazioni di liste comuni sia per il Governo che per il Gran Consiglio: "Io candidato? Sono a disposizione"

di Andrea Leoni

Pierre Rusconi, ieri sera il comitato UDC ha ratificato l'alleanza elettorale con UDF e Arealiberale. Un'alleanza che si tradurrà in liste comuni sia per il Consiglio di Stato che per il Gran Consiglio sotto il nome de "La destra". Innanzitutto ci spiega il motivo per cui avete realizzato questo patto?
"In sostanza in Ticino c'è un'area di destra che si può stimare tra il 20 e il 30% dell'elettorato. Un'area di pensiero che è presente in diverse forze politiche, dalla Lega al PLR fino al PPD. Questa presenza però è assolutamente minoritaria nei rispettivi partiti. Il risultato è la frammentazione di idee, risorse e persone che la pensano più o meno nello stesso modo ma che divise non possono portare avanti con la dovuta forza le proprie istanze. La nostra lista vuol dunque essere innanzitutto l'occasione per chi non vuol più essere minoranza a casa sua di realizzare una nuova casa dove poter finalmente unire le forze e contare qualcosa".

Andare a stare in una nuova casa significa abbandonare quella vecchia. Non è semplice convincere gli elettori a trasferirsi…
"Ma se la vecchia casa ormai è andata da un’altra parte e le proprie idee non hanno più spazio...forse è meglio trasferirsi in un'abitazione dove ci si sente a proprio agio. Da quello che ho potuto capire c'è un'area liberale di destra che non è soddisfatta sia della lista che delle proposte che attualmente sta facendo il PLR. Lo stesso accade nel PPD.  E poi c'è una parte di Lega che è contenta delle posizioni di destra del Movimento ma lo è meno di certe altre. Inoltre la sinistra è totalmente disunita: perché non provare a compattare la destra?".

Gli elettori però potrebbero prenderlo come un semplice cartello elettorale, considerati i tempi con cui è stato realizzato e proposto. Una lista un po' di "plastica" con l'unico scopo di sommare i voti. E poi scusi, l'UDC è il partito di destra per antonomasia, il primo partito in Svizzera: la casa politica da questo punto di vista c'è ed è grande. In Ticino temete di non avere il consenso necessario per misurarvi da soli?  
"La nostra idea è quella di fare una nuova casa. Proprio per far sentire pienamente a proprio agio anche chi non si riconosce pienamente nell'UDC, pur essendo di destra. Sappiamo tutti che in Ticino come a Ginevra, il nostro partito ha un concorrente diretto che frena la nostra crescita. Ma ciò non toglie che nel nostro Cantone una base di destra esiste ed è forte. E a queste persone vogliamo offrire un punto di riferimento che sia prima di tutto di pensiero e poi di lista". 

Qual è l'obbiettivo?
"A medio lungo-termine la nostra ambizione è quella di andare verso il maggioritario. Vediamo tutti come la frammentazione non faccia bene ai Governi".

Ma il Gran Consiglio ha ripetutamente bocciato il sistema maggioritario.
"Se la nostra operazione avrà successo otterremo dalla finestra ciò che ci è stato negato dalla porta".

In termini elettorali, invece, quali obbiettivi?
"Ottenere il più largo consenso possibile. Di sicuro far crescere il gruppo in Gran Consiglio e poi coltivare con concretezza l'ambizione di puntare a un seggio governativo". 

Uno dei due seggi della Lega?
"Legittimamente tutti quelli che presentano una lista per il Governo oltre, inutile negarlo, alla visibilità, puntano quantomeno alla possibilità che si possano creare delle sorprese. Poi chi lo guadagna e chi lo perde lo decidono gli elettori. Il nostro non è quindi assolutamente un attacco al seggio della Lega. Ripeto: vogliamo finalmente raggruppare un'area politica". 

Se i vostri calcoli sono sbagliati, però, il rischio per la vostra area è che il Governo si sposti al centro o addirittura verso il centro-sinistra, dovesse saltare la maggioranza relativa della Lega. È un rischio che vi sentite di correre?
"La Lega quattro anni fa si è guadagnata il secondo seggio grazie al nostro sostegno. Questa volta devono conservarlo con le loro forze. Mi sembra una cosa normale in politica. Una forza politica come la nostra, così come la nostra area di pensiero, non può continuamente astenersi dalla corsa elettorale per fare un favore agli altri". 

Usciamo dai ragionamenti politologici e veniamo al concreto: qual è la vostra proposta politica per i ticinesi?
"Noi vogliamo un Governo che tenga contro delle esigenze dell'economia, che realizzi una socialità mirata e non a pioggia, e che metta in atto una gestione finanziaria ed economica che allinei a quella di altri cantoni e della Confederazione: ovvero sia ridurre le spese, fermando la cancrena che sta minando il futuro delle prossime generazioni, e una fiscalità più concorrenziale per cittadini e imprese. Per quanto riguarda i grandi temi del lavoro la nostra linea è quella del 9 febbraio e dell'iniziativa popolare cantonale "Prima i nostri" per cui abbiamo già raccolto le firme".

Lei auspica un Governo che parli all'economia: ma a quale economia si riferisce? Le lobby e le associazioni economiche, ad esempio, non hanno la vostra stessa opinione sul 9 febbraio?
"Le lobby economiche mi fanno venir la pelle d'oca. Le dico di più: è tempo che il mondo economico faccia una bella riflessione e capisca che non possono continuare a fregarsene del Paese. Loro sono competitivi nel Mondo grazie al marchio "made in Swiss". Ma l'utilizzo di questo brand comporta anche che finalmente si arrivi a fare una scelta di fondo: meno profitti e più gratitudine verso le istituzioni e la popolazione residente. Serve una nuova responsabilità sociale da parte dell'economia".

Non siete la destra dei borsoni, insomma.
"Non siamo la destra dei borsoni! Siamo una destra che vuole unire persone che hanno disponibilità economica ma anche coscienza sociale, con persone meno abbienti ma che condividono gli stessi ideali.  E proprio per i ceti sociali più deboli abbiamo lanciato l'iniziativa "Prima i nostri". Che in poche parole chiede che il lavoro venga dato prima ai ticinesi".

Veniamo alle liste.
"Le liste saranno presentate in novembre. Quello che vorrei sottolineare è che abbiamo voluto ripartire equamente sia le responsabilità che i posti, al contrario di quanto è avvenuto in passato a nostro discapito. Quindi per il Governo ci saranno 3 rappresentanti dell'UDC, 1 di Arealiberale e 1 dell'UDF".

Nomi?
"I nomi ce li faranno gli altri partiti. Posso quindi limitarmi a quelli che sono degli auspici del tutto personali. Spero che l'UDF candidi Edo Pellegrini. Per Arealiberale di sicuro non ci sarà Sergio Morisoli. A me piacerebbe vedere in lista un giovane preparatissimo come Paolo Pamini. Ma, ripeto, sono scelte che spettano a loro".

E per l'UDC?
"Non sappiamo ancora: sono i corso valutazioni all'interno del partito".

Lei ci sarà?
"Io ho detto che se è necessario sono a disposizione, anche se a Berna ricopro già una carica che richiede parecchio impegno e lavoro. Se invece c'è qualcun altro più interessato e motivato, ben venga"

Scusi Rusconi, ma lei è l'ideologo di tutta questa operazione: sarebbe curioso se non figurasse sulla lista mettendoci la faccia davanti agli elettori.
"Il partito me l'ha chiesto e io ho dato la mia disponibilità. Ma non voglio fare il prevaricatore e neppure l'acchiapacadreghe. Anche perché non è mai stato il mio stile. Non ho mai ricoperto doppie cariche ed ho sempre lasciato il posto agli altri, sia con la presidenza del partito sia con il seggio in Gran Consiglio". 

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