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12.11.2014 - 08:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dal Sopraceneri levata di scudi contro lo sconto "Salva Lugano"

I sindaci di Bellinzona, Giubiasco e Biasca si schierano contro la richiesta fatta dalla Città al Cantone. Più possibilista Carla Speziali: "Ma devono intervenire anche sul moltiplicatore..."

LUGANO - Primi mal di pancia, se non proprio malumori, se non già aperto dissenso. Come del tutto prevedibile ai comuni che percepiscono la perequazione intercomunale, lautamente finanziata da Lugano, non va giù l'idea di uno sconto "Salva Lugano". La controversa proposta, ricordiamo, è stata presentata dal Municipio della Città durante un incontro avuto in settimana con il ministro Norman Gobbi. Lugano vorrebbe pagare una decina di milioni in meno per i prossimi 3-4 anni rispetto ai circa 40 che versa per gli altri comuni tra perequazione comunale e sanitaria. Per realizzare il progetto l'Esecutivo luganese ha chiesto al Consiglio di Stato un intervento urgente, senza passare dal Parlamento, in modo da poter già nel 2015 godere dell'alleggerimento. I colleghi del Corriere del Ticino hanno intervistato alcuni sindaci dei comuni beneficiari. Andrea Bersani parla di "una richiesta estemporanea". Per il sindaco di Giubiasco "visto che abbiamo creato una commissione speciale per rivedere i flussi finanziari e appena inviato un rapporto al Governo. Da un lato si cerca un accordo, dall’altro si procede per via unilaterali con il Cantone... Non voglio entrare nel merito della situazione di Lugano, ma non mi sembra corretto. Allora tanto vale creare i gruppi di lavoro". Molto critico anche Jean François Dominé che al CdT afferma: "Tempo fa i Comuni paganti, Lugano in testa, avevano chiesto e ottenuto di calcolare il contributo in base al gettito degli ultimi cinque anni anziché uno per mitigare l’aumento della quota, dato che il loro gettito cresceva molto. Ora che inizia a scendere, si chiede di pagare subito molto meno. In pratica, quando la Città era di fronte a una salita ripida l’ha resa più dolce e graduale, mentre ora, che ha davanti una discesa lunga e poco pendente, vuole che sia rapida". Il sindaco di Locarno Carla Speziali è più possibilista ma chiede a Lugano un ulteriore sforzo sulle imposte: "Credo - dichiara - che una risposta positiva presupponga un chiaro piano di rientro da parte di Lugano, compresa un’azione sul moltiplicatore. Lo sconto dev’essere l’ultima ratio, prima bisogna fare fino i fondo i compiti". Decisamente sul fronte del "no" il sindaco di Bellinzona Mario Branda: "Nella nostra regione - tuona sul Corriere - abbiamo un moltiplicatore del 95%, 15 punti più alto rispetto a Lugano: se vogliono chiederci di pagare ancora di più... Senza dimenticare che abbiamo un costo dei servizi per abitante che è 2/3 rispetto alla media cantonale, a dimostrazione dei nostri sforzi per far quadrare i conti. Poi guardiamo gli investimenti che vengono fatti nel Luganese: 250 milioni per USI e SUPSI, 1 miliardo per il piano viario. Se il Cantone ne garantirà di così importanti anche nel nostro distretto, si potranno aprire nuovi scenari. Fino ad allora sarà difficile".
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