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29.11.2014 - 08:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il Consiglio Federale: frontalieri tassati come gli svizzeri. E il Ticino torna sul piede di guerra

Il Governo propone che i lavoratori di oltre confine possano scegliere tra l'imposta alla fonte e la tassazione ordinaria con tutte le deduzioni fiscali possibili. Per il Ticino ci saranno meno entrate e più spese

BERNA/BELLINZONA – Meno entrate e più spese. È questa la traduzione pratica del messaggio licenziato ieri dal Consiglio federale che mira a correggere la legge sull'imposta alla fonte. In sostanza, se le Camere approverrano, i frontalieri potranno scegliere se farsi tassare come avviene oggi oppure con la tassazione ordinaria come i cittadini svizzeri e domiciliati. Ovviamente con tutte le deduzioni fiscali possibili.

Per il Ticino si annuncia come una vera e propria mazzata. Si stima infatti che circa 34'000 potrebbero ricorrere a questa nuova opzione. Difficile al momento stimare la contrazione del gettito anche se il nostro Consiglio di Stato, in fase di consultazione, aveva ipotizzato un calo "presumibilmente molto significativo". In oltre un milione, invece, è attualmente quantificato il costo di cui dovrà farsi carico il nostro Cantone per evadere le nuove procedure di tassazione. In sostanza bisognerà assumere un migliaio di persone. 

Il Consiglio Federale ha approvato questa modifica a seguito di una sentenza del Tribunale Federale del 26 gennaio 2010. Secondo l'Alta Corte infatti, in determinati casi, l’imposizione alla fonte viola la parità di trattamento tra i vari soggetti fiscali. 

Va da sé che se questa riforma dovesse ottenere il via libera del Parlamento sarebbe spazzata via il recente aumento delle imposte per i frontalieri deciso dal Gran Consiglio solo qualche settimana fa. 

La notizia, come prevedibile, ha immediatamente suscitato un vespaio alle nostra latitudini.

Quadri: "Il peggio del peggio"

Il Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri parla di "ennesima mosse folle ed autolesionista dei sette scienziati bernesi e più precisamente, ancora una volta, della ministra del 5% Widmer Schlumpf. Risultato sarebbe: frontalieri avvantaggiati fiscalmente rispetto ad ora - quando il parlamento federale ha dato il segnale esattamente contrario, sostenendo a larga maggioranza il mio postulato che chiede di tassare i frontalieri con aliquote italiane - aumento delle spese per il Cantone e diminuzione del gettito. Il peggio del peggio".

"Ogni giorno che passa, la ministra del 5% - eletta dalla sinistra e dal PPD- aggiunge una nuova nefandezza ad una lista di disastri che è già lunga come l'elenco del telefono. Il messaggio del Consiglio federale va sotterrato all'istante!
", conclude il deputato.

Savoia: "I ticinesi finanzieranno il rilancio dell'economia lombarda"

Molto duro anche Sergio Savoia: "I frontalieri - scrive il coordinatore dei Verdi sul suo blog - potranno dedurre dalle imposte anche le spese per il tragitto casa-lavoro; gli interessi passivi dell'ipoteca per la loro casa (in Italia) e le spese di manutenzione (effettuate da artigiani italiani, in Italia!). PLR, PPD, PS e PBD approvano la riforma. Eh sì, anche il PLR, malgrado Rocco Cattaneo va in giro a tirarsela sostenendo che  i lib.rad. ticinesi siano riusciti a sensibilizzare il partito nazionale sulla questione dei frontalieri in Ticino. Alla faccia della sensibilizzazione!"

"In pratica – prosegue Savoia - i frontalieri, di anno in anno, potranno scegliere fra l'imposta alla fonte e la tassazione ordinaria, a seconda di ciò gli conviene di più.Un anno rifanno il tetto della casa, quindi gli conviene essere tassati "normalmente" e dedurre i costi; l'anno dopo non hanno spese deducibili quindi tornano all'imposta alla fonte. Una possibilità di scelta che naturalmente i residenti non hanno, né svizzeri né stranieri. I permessi B potranno chiedere la tassazione normale ma a partire da una soglia di  reddito, che non è ancora stata fissata e che oggi è di 120'000 franchi. Chissà se UNIA lancerà un referendum anche contro questa discriminazione, oltre che sul moltiplicatore al 100% per frontalieri?" 

"Questa misura  conclude il leader dei Verdi - fa sembrare ridicoli gli sforzi per frenare l'invasione di padroncini nell'edilizia: la possibilità di sgravare dalle tasse i lavori effettuati da artigiani italiani in Italia sembra un misura di rilancio dell'economia... in Lombardia...finanziata dai ticinesi".  

Chiesa: "Bisogna agire subito". Regazzi: "Non sarà facile"

Il Corriere del Ticino ha raccolto anche le considerazioni in breve del presidente della Deputazione ticinese Fabio Regazzi e del deputato Marco Chiesa, padre della stangata fiscale a carico dei frontalieri. Chiesa intende innanzitutto sensibilizzare il gruppo UDC alle camere per modificare o spazzare via il messaggio governativo. "Bisogna agire subito. È paradossale: se bisogna dedurre 80 km di trasferta al giorno cosa rimane da imporre?", si chiede retoricamente il deputato UDC.   

Dal canto suo Fabio Regazzi si dice consapevole delle difficoltà che provocherà questo dossier: "Non sarà evidente gestire questa cosa dal profilo politico, sia a livello federale sia, soprattutto, ticinese". Il Consigliere Nazionale PPD assicura in ogni caso che farà di tutto per evitare al Ticino il boomerang fiscale. 

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