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10.02.2015 - 10:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ecco "La Grande Bugia": il pamphlet di Savoia e Gianella contro la Libera circolazione

In occasione della ricorrenza del 9 febbraio il coordinatore dei Verdi ha presentato la sua ultima fatica letteraria scritta a quattro mani con la giovane collega di partito. Lanciato anche un sito internet: "Perché la Grande Bugia continua..."

BELLINZONA - Un j'accuse lungo poco più di un centinaio di pagine contro la Libera circolazione delle persone: il trattato "principe" degli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea. È "La Grande Bugia": il pamphlet scritto a quattro mani da Sergio Savoia ed Elisabetta Gianella. Ma l'opera degli autori non si limita alla carta. Accanto al libro, infatti, è stato creato un sito (www.lagrandebugia.ch). Sulla pagina online sarà pubblicato a puntate l'enorme lavoro di ricerca che per ragioni di spazio e di lettura non è stato inserito nella pubblicazione, oltre a un continuo aggiornamento sui filoni del tema. "Perché – hanno spiegato gli autori – la Grande Bugia continua ad essere propinata e tante nuove bugie vengono diffuse ormai settimanalmente: ultima in ordine di tempo l'accordo truffa tra Svizzera e Italia".

Il libro è stato presentato ieri sera nell'aula magna della scuola di commercio di Bellinzona. Data simbolica: a un anno esatto dal voto del 9 febbraio. E proprio l'esito della votazione sull'iniziativa Contro l'immigrazione di massa, e i futuri sviluppi dell'applicazione dei nuovi articoli costituzionali, sono una delle travi portanti del saggio. Non l'unica, però. Savoia e Gianella hanno strutturato la loro opera sostanzialmente su due piloni. Da una parte l'analisi dei dati statistici, la spiegazione didattica dei trattati internazionali (in particolare quello sulla Libera circolazione) e delle leggi attualmente in vigore in Svizzera. Dall'altra c'è il lato politico che, sulla base dei numeri, dispensa giudizi durissimi sui "risultati" che hanno prodotto queste politiche nel nostro Paese e su chi le ha sostenute: da destra a sinistra. Ma in questo "libro di parte, scritto da uno che all'inizio aveva creduto alla Grande Bugia", come ha spiegato Savoia ieri sera nel corso della presentazione, non contiene solo critiche al vetriolo. "Tutta la parte finale del libro è dedicata a una serie di proposte concrete per cercare di salvarci finché siamo ancora in tempo. E per farlo serve innanzitutto una benedetta ribellione. Come quella che ad esempio hanno avuto i greci eleggendo Tsipras. Io non ci sto ad accettare i diktat di Bruxelles perché tanto non si può fare altrimenti. E soprattutto sono contrario a questa adesione strisciante alla comunità europea che leggina dopo leggina, in silenzio, sta portando il nostro Paese ad essere uno stato membro contro la volontà del popolo. La Svizzera è un Paese sovrano che non fa parte dell'UE e se questo non piace ai burocrati di Bruxelles è un problema loro, non nostro". 

Ma che cosa è La Grande Bugia?  Ecco un estratto del libro: "La Grande Bugia dice che grazie alla libera circolazione siamo diventati tutti più ricchi. I dati dimostrano – a volerli vedere – che non è vero (ma se non vivete sulle nuvole, lo avete già intuito per conto vostro). La Grande Bugia dice che, dall’introduzione della libera circolazione, in Ticino sono stati creati nuovi posti di lavoro per i cittadini residenti, non solo per i frontalieri. Ma si tratta appunto di una bugia. La Grande Bugia é stata presa, analizzata, messa sotto la lente d’ingrandimento e trascritta in un libro. Lo scopo é quello di raccontare, attraverso fatti supportati da statistiche, come é cambiato il nostro Ticino, la nostra Svizzera, dopo l’introduzione della libera circolazione. Perché quello che ci é stato raccontato finora é solo una piccola parte della verità. I dati più importanti, quelli più scomodi, sono stati sottaciuti per evitare che le persone cominciassero a farsi troppe domande". 

"Dati sottaciuti o manipolati - ha tuonato Savoia davanti alla platea - per minimizzare o addirittura sovvertire la realtà. Pensiamo al numero dei disoccupati, a quello dei posti di lavoro, alle  migliaia di persone in difficoltà spariti dai radar della statistica e quindi semplicemente cancellati, o l'impatto dei padroncini o dei distaccati sull'economia". Una sorta di opera di distrazione di massa che una certa parte della politica e dell'economia, secondo gli autori, continua a mettere in atto senza sosta. "La bozza di accordo fiscale tra Svizzera e Italia - ha sottolineato Gianella - è l'ultimo esempio lampante. Nei primi giorni in cui è stata diffusa l'intesa si è fatto credere alla popolazione che fosse un contratto vantaggioso, per quanto riguarda la nuova imposizione dei frontalieri. Invece poi, analizzando concretamente la bozza, si è scoperto che il Canton Ticino non ci guadagnerà il becco di un quattrino, che i comuni perderanno circa 8 milioni e che solo la Confederazione avrà un guadagno di 3 milioni. Il tutto dopo che il nostro Cantone ha versato 1 miliardo e 200 milioni dal 1974 a oggi. E senza dimenticare che l'Italia ci impone per ratificare l'accordo di non rispettare il voto del 9 febbraio e di annullare una decisione del Gran Consiglio (moltiplicatore d'imposta al 100% per i frontalieri, ndr.). Non è possibili che ai ticinesi vengano nascosti questi elementi fondamentali!".

Il libro è stato finanziato grazie alle donazioni di diversi lettori del blog di Sergio Savoia. "Sono stati alcuni cittadini, dando ognuno quel che poteva, a darci la possibilità di smascherare la grande bugia". Nel corso della presentazione Savoia e Gianella, sollecitati dal giornalista Gianni Righinetti, hanno in particolare posto l'accento sulla grave emergenza che, secondo la loro testi, sta attraversando il nostro Cantone. E sulla necessità di ripartire dalla sovranità nazionale e cantonale. E dalla democrazia: "Quella parola nata in Grecia e che l'Europa della troika e dalla BCE cerca di cancellare ogni giorno". Ma anche la democrazia diretta, quella Svizzera. "Quella che è stata messa in discussione cinque minuti dopo il risultato del 9 febbraio. E da un anno a questa parte viene attaccata da destra e da sinistra. Da Bertoli ai grandi gruppi economici", ha detto Savoia. 

E dibattendo su questo punto la serata ha regalato un gustoso siparietto tra Jacques Ducry, presente in sala, e i due autori. Il presidente del Movimento Europeo ticinese si è detto totalmente d'accordo sulla diagnosi degli autori rispetto all'attuale Unione Europea "che non piace per nulla neanche a noi". Ma, rivolgendosi a Savoia ha chiesto come si possa uscire dall'impasse post 9 febbraio se non con un nuovo voto, essendo gli articoli approvati il 9 febbraio incompatibili con i trattati europei. In sostanza la tesi di Bertoli e di Widmer Schlumpf. Savoia ha risposto che non c'è nulla da chiarire perché gli svizzeri e i ticinesi hanno votato un testo costituzionale che più chiaro di così non si può: "Il popolo ha già detto che l'attuale accordo di Libera circolazione non va bene. Non c'è nulla da aggiungere. E se un accordo non è rinegoziabile allora non è più un contratto tra partner ma una prigione. Ricordo che in Francia il trattato di Maastricht fu approvato da una percentuale molto simile a quella registratasi il 9 febbraio. Eppure nessuno si è chiesto se far rivotare i francesi perché forse non avevano capito bene".

Per chi fosse interessato il libro è disponibile nelle librerie del cantone oppure è acquistabile online sul sito la grandebugia.ch .

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