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04.05.2015 - 09:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Libera circolazione, Quadri scrive al Consiglio Federale: “Il potenziamento delle misure accompagnatorie va riattivato”

Una “ingiustificabile retromarcia” quella decisa dal Governo federale lo scorso primo d’aprile secondo il Consigliere nazionale legista che chiede lo scongelamento del pacchetto

BERNA – Riattivare il piano di potenziamento delle misure accompagnatorie alla libera circolazione: è quanto chiede, con una mozione inoltrata al Consiglio Federale, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri.

Lo scorso primo aprile, ricorda infatti il deputato leghista nelle motivazioni, il Governo federale “ha comunicato il “congelamento” del progetto di potenziamento delle misure accompagnatorie alla libera circolazione delle persone. Del pacchetto – al cui allestimento aveva partecipato anche il Canton Ticino – è stato mantenuto solo l’inasprimento delle sanzioni”.

Una decisione che si aggiunge a un altro fattore, l’abbandono del tasso minimo di cambio, che “non fa che peggiorare la situazione”. Comprensibile quindi che abbia suscitato “delusione in Ticino, anche da parte del Consiglio di Stato”. Le conseguenze della libera circolazione, soprattutto nei cantoni di frontiera, “sono estremamente pesanti”. Se le misure accompagnatorie “non sono la panacea, tuttavia ogni provvedimento atto migliorare la situazione è utile e necessario. E’ incomprensibile come il Consiglio federale – cedendo a pressioni lobbystiche – arrivi ora a rifiutare alle regioni di frontiera anche il modesto sollievo che misure accompagnatorie più incisive potrebbero portare, e che il Ticino – avendo tra l’altro collaborato all’allestimento del “pacchetto” finito in congelatore – aveva tutto il diritto di vedere realizzate”.

E invece le motivazioni addotte “a giustificazione dell’inaccettabile retromarcia”, ossia le trattative in corso sul post-9 febbraio, sono “a dir poco evanescenti”. “Il Consiglio Federale – scrive Quadri – dovrebbe ben sapere che l’esito di quel voto popolare è da imputare proprio alla situazione che ora ci si rifiuta di correggere, con tali trattative si è ancora, come emerge peraltro da recenti prese di posizione dell’UE, ai piedi della scala. La libera circolazione delle persone è attualmente in vigore esattamente come prima del 9 febbraio 2014. In attesa della concretizzazione del nuovo articolo costituzionale contro l’immigrazione di massa i correttivi restano urgenti ed indispensabili. Trattandosi di misure decise in base al diritto interno, oltretutto, l’UE non ha – né può avere – nulla da eccepire al proposito”.

Eppure, “a livello federale, si assiste ad un atteggiamento schizofrenico: alle dichiarazioni pubbliche di consapevolezza della situazione fanno seguito decisioni che vanno nella direzione opposta. Il  congelamento del potenziamento delle misure accompagnatorie è una di queste”.

 

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