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Politica e Potere
01.06.2015 - 13:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L’addio di Boneff, Angelo Petralli: “Escluso? Mai. Ma non si può ascoltare sempre una sola voce”

Il presidente del PPD luganese commenta le dimissioni dell’ormai ex vice della sezione. “Le riflessioni si fanno, anche tutti i giorni, ma non bisogna fermarsi lì. E i risultati dimostrano che la nostra strategia non così perdente come la dipinge Boneff"

LUGANO – “L’ho invitato a ripensarci, ma questa è la sua decisione inderogabile”, commenta così, Angelo Petralli, presidente della sezione luganese del PPD, l’abbandono di Armando Boneff. Resta, aggiunge, “tanto rispetto per il suo esser un grande stratega politico. Purtroppo è così, io credo però che se si vuole costruire non lo si fa da soli, ma tutti assieme, accogliendo anche pareri e visioni diverse, ad ampio raggio”.

L’abbandono è stato discusso, “Boneff conosce la mia posizione”. Forse anche per questo Petralli non si dice felice delle dichiarazioni dell’ormai ex vicepresidente. “In questo momento la sezione dovrebbe concentrare i propri sforzi sul lavoro che sta compiendo e invece è una settimana che questa questione mi fa tribolare; ma val la pena buttare il nostro tempo così? Dice di non voler sollevare polemiche, ma è proprio ciò che sta avvenendo. Se non si sente più partecipe della sezione mi spiace, ma non è mai stato estromesso o messo da parte in alcun modo. A lui, come a tutti, ho sempre dato occasione di poter esprimere i propri pareri. Abbiamo fatto un anno lavorando bene, però chiaramente non possiamo accogliere solo quello che Boneff pensa, ma dobbiamo mettere assieme più voci e farne un riassunto”.

E a volte, aggiunge, “bisogna anche inchinarsi davanti a cose che magari personalmente non si ritengono del tutto giuste e portarle avanti. Un buon presidente deve esser capace di ascoltare più campane”.

Per Petralli dunque, la questione si ferma al progetto di rilancio, in cui, visti i tempi, rientra anche la definizione della strategia per le prossime cantonali. “Boneff mi ha presentato le sue idee a parole, ma sul banco non ho ancora visto nulla. Ho inviato la mia proposta a tutto il partito prima della riunione dell’ufficio presidenziale di giovedì scorso, ma per metterla in discussione, non per imporla. Ci mancherebbe altro. La politica è fatta di accordi, mica di diktat”.

Le altre questioni sollevate da Boneff, le rimanda invece al mittente. Nell’intervista rilasciata a Liberatv Boneff ha dichiarato di lasciare perché non condivide più un’impostazione interna che per lui non si rivelerà vincente. “Che la strategia adottata non sia così perdente come la vuole dipingere credo lo dimostri quanto fatto in occasione delle cantonali, quando con la perdita di Denti, che era una buona macchina di voti, e la questione dei circondari, davano la sezione di Lugano perdente. Invece siamo riusciti a mantenere i nostri due grancosniglieri e a guadagnare qualche scheda. Chiaro, dobbiamo lavorare per migliorarci ancora, ma i risultati sono soddisfacenti”.

Proprio sul lavorare, su una sorta di ‘smania del fare’ si concentravano le critiche di Boneff, che voleva invece per la sezione una pausa di riflessione. “La discussione è stata fatta, anche all’interno dell’Ufficio presidenziale, e la stiamo facendo ancora, cercando di lavorare al meglio su noi stessi per dare qualcosa di nuovo alla sezione. Non c’è quindi nessuna smania del fare, anzi, c’è stata una bella riflessione anche con i nostri aderenti. Riflessione che ci ha portato a identificare i punti, condivisi anche con il segretariato cantonale, su cui concentrare il riesame interno. Non nascondo infatti il grande impegno che dobbiamo mettere nella sezione – anche se Boneff pensa che dentro non ci sia niente – e non metto in dubbio che ci siano diversi lati ancora da discutere, ma resto sempre convinto che i diversi ‘clan’, le diverse anime all’interno del PPD agiscono con grande passione e cuore, non per rovinare il partito. Lottiamo tutti per un obbiettivo unico”.

Petralli non vede quindi nessuna crisi identitaria affliggere la sezione. “Assolutamente no. E Armando è al corrente dei vari incontri fatti anche per ritrovare la nostra identità e le credenze del PPD, di cui una è senz’altro la fede”. Il presidente sottolinea che la sezione si sta impegnando su diversi fronti per il suo rilancio. “Sicuramente le riflessioni si fanno, anche tutti i giorni, ma non bisogna soffermarci solo su queste. Dobbiamo anzi continuare il cammino cercando di dare visibilità, aspetto forse che manca un po’, e questo accogliendo ogni occasione per cercare di dare il nostro contributo a Lugano”.

È questo insomma il miglior progetto e biglietto da visita, secondo Petralli, per la sezione, impegnata, tiene a ricordare, con azioni concrete come la raccolta firme e il progetto in elaborazione sul Pront office, ma anche nel coinvolgimento dei cittadini con il sondaggio, a cui hanno aderito oltre 500 persone, che intende identificare i temi più caldi, quelli più sentiti dalla popolazione in vista della definizione del programma di legislatura e nel prepararsi per l’appuntamento elettorale, con la presentazione, già domani, della commissione cerca per le comunali.

“La sezione sta dunque lavorando e viaggiando bene. Poi ognuno ha la sua idea di come si dovrebbe agire. Ma non bisogna muoversi sempre e solo su una strada, bisogna anche guardare ai bivi; ascoltare i diversi rami che abbiamo, non solo uno”.

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