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09.11.2015 - 08:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Natalia fa gli auguri a Norman per il Consiglio federale. Ma poi le canta alla Lega: “Un’operazione di una disinvoltura politica che lascia allibiti"

L'analisi della deputata: "Se funzionasse, Lega e Udc avrebbero ridato al Cantone un seggio nell’esecutivo federale e, sul piano cantonale, posto le basi per una formazione di destra unica"

BELLINZONA – La deputata del PLR Natalia Ferrara Micocci, che nella campagna per le Cantonali di aprile si è distinta per la sua “verve” polemica contro Norman Gobbi, commenta la candidatura del ministro leghista al Consiglio federale. Lo fa in un contributo pubblicato oggi su LaRegione, del quale riportiamo i passaggi politicamente più significativi.

“Il passo Lega/Gobbi/Udc resta un’operazione di una disinvoltura politica che lascia allibiti e che, auguri a Gobbi a parte, merita una riflessione. Un consigliere di Stato ticinese, per tentare di diventare consigliere federale, si candida per un partito che non è il suo e vi aderisce, pochi mesi dopo essere stato rieletto in Governo su un’altra lista, neppure congiunta, anzi, con quella della formazione che dovrebbe ora portarlo a Berna. Un partito, la Lega, che, da anni, considera Berna come una capitale nemica e i consiglieri federali li chiama “bambela” o “oche”, non solo non si risente per il cambio di maglia del suo esponente ma si presta attivamente al gioco”.

“Quanto a Lega e Udc, in Ticino, se ne sono date e dette di ogni. Lasciamo perdere ragioni e torti rispettivi, resta il fatto, incancellabile, delle loro profonde differenze. Cosa significa tutto ciò? A mio avviso due cose. Se un’operazione del genere fosse nata tra i partiti ticinesi “storici” è facile immaginare come avrebbero reagito Lega e Udc. “Partitume”, “cadreghinismo” e “voltamarsina” sarebbero stati i complimenti più gettonati”.

“Più importante, però, è il senso politico complessivo dell’operazione Lega/Gobbi/Udc. Se funzionasse, Lega e Udc avrebbero ridato al Cantone un seggio nell’esecutivo federale e, sul piano cantonale, posto le basi per una formazione di destra unica con l’ambizione, a medio termine, di ridurre Plr e Ppd a satelliti, come d’altronde purtroppo già accade in molti Cantoni svizzeri. In filigrana, il verosimile cambiamento verso il maggioritario del sistema elettorale ticinese. Se la candidatura Gobbi non funzionasse, rivendicheranno comunque il merito di averci provato e otterranno nuove munizioni per la polemica leghista verso la Confederazione. Nel frattempo, e questo potrebbe essere un effetto collaterale da non sottovalutare, rilanciano l’attenzione sul secondo turno degli Stati, da trasformare in un’occasione per “dare una mano” all’elezione di Norman Gobbi in Consiglio federale. Molti piccioni, come si vede, con una fava sola. In definitiva, l’ambizione di Gobbi è legittima ma ne sono pure chiare le conseguenze politiche in Ticino. Oltre agli auguri, sono quindi lecite anche le domande”.

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