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Politica e Potere
14.12.2016 - 14:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il PPD risponde per le rime a Marco Chiesa: "9 febbraio, libera circolazione, lavoro nero e dumping salariale: le infinite incoerenze dell’UDC!"

Gli azzurri ticinesi - e i tre deputati a Berna Lombardi, Regazzi e Romano - replicano alle cannonate del Consigliere Nazionale democentrista: "Tra il dire ed il fare per l’UDC c’è di mezzo molto mare. Meglio sparare nel mucchio, aizzare le folle e poi non agire!"

BERNA - Il PPD Ticinese – e il suoi tre rappresentanti alle Camere federali Filippo Lombardi, Fabio Regazzi e Marco Romano – prendono atto con stupore dei contenuti e del tono dell’odierna presa di posizione dell’UDC Ticino (leggi articolo correlato).


Il Gruppo PPD alle Camere federali non sosterrà venerdì mattina in votazione finale il modello di applicazione del “9 febbraio” elaborato da PLR e PS. "Il PPD - si legge in una nota - ha presentato un concetto che avrebbe permesso alla Svizzera di adottare misure per gestire l’immigrazione in maniera autonoma, là dove questa genera distorsioni nel mercato del lavoro. Il Parlamento non ha incomprensibilmente voluto optare per questa possibilità, nemmeno l’UDC stessa che, a voce, ha riconosciuto la bontà del progetto PPD senza poi passare all’atto poiché non interessata ad una soluzione. Il Gruppo dunque, contrario sia alla posizione UDC sia alla proposta liberal-socialista, ha deciso con convinzione per l’astensione. Questo è un atto politico forte! Vale comunque la pena ricordare che l’UDC dopo aver dato vita in Parlamento al teatrino dell’opposizione – con una linea massimalista formalmente contraria agli accordi bilaterali votati per cinque volte dal popolo svizzero, linea che non aveva nessuna chance di imporsi – si è prontamente sgonfiata annunciando in anticipo che rinuncerà al referendum contro questa legge di applicazione del 9 febbraio".


E ancora: "Questa “non soluzione” – che come detto il PPD non sostiene ma che passerà comunque in Parlamento venerdì grazie al blocco di maggioranza sin d’ora assicurato da radicali, socialisti, verdi, verdi liberali e BDP – è stata costantemente definita dall’UDC come il tradimento della volontà popolare. Può darsi, ma allora risulta incomprensibile che i muscolosi difensori del 9 febbraio rinuncino così alla leggera a chiedere che il popolo si pronunci!"


"Questa - termina il comunicato - non è l’UDC che conosciamo! Aspettiamo dunque con trepidazione la fiera reazione di Piero Marchesi e Marco Chiesa, come attendiamo che l’UDC sostenga finalmente le misure contro il dumping salariale e il lavoro nero che da anni blocca in Parlamento insieme al PLR. Il Paese intero infine attende con impazienza da tre anni che l’UDC lanci finalmente l’iniziativa popolare che ha promesso, per la disdetta dell’Accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone. Questa iniziativa permetterebbe finalmente agli Svizzeri di dire con chiarezza cosa vogliono. Ma anche su questo fronte, tra il dire ed il fare per l’UDC c’è di mezzo molto mare. Meglio sparare nel mucchio, aizzare le folle e poi non agire!".

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