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06.04.2017 - 13:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Programmi occupazionali gestiti da Caritas e Soccorso operaio, "chi controlla i risultati e come vengono spesi i soldi pubblici?". UDC e Lega pongono 10 domande al Governo. "Portano al reinserimento nel mondo del lavoro o sono un aiuto di manovalanza per

L’interrogazione presentata oggi dai deputati dell’UDC Galeazzi, Pinoja e Filippini, e dai leghisti Bignasca e Guscio, pone una serie di domande al Governo e chiede di far luce sulla gestione e sui risultati dei programmi occupazionali gestiti da Caritas Ticino e da Soccorso Operaio Svizzero


BELLINZONA – L’interrogazione presentata oggi dai deputati dell’UDC Tiziano Galeazzi (primo firmatario), Gabriele Pinoja e Lara Filippini, e dai leghisti Boris Bignasca e Lelia Guscio, pone una serie di domande al Governo e chiede di far luce sulla gestione e sui risultati dei programmi occupazionali gestiti da Caritas Ticino e da Soccorso Operaio Svizzero.

“Il programma occupazionale, così come la riqualifica professionale – premettono i deputati -, sono d’importanza vitale per una persona che, in un momento delicato della sua vita e dopo aver perso il lavoro, cerca disperatamente di trovare un nuovo impiego, seppure non nel suo campo, ma quantomeno in un altro settore a lui più confacente. In un contesto economico come quello in cui ci troviamo, che rammenta un “bollettino di guerra”, (circa 6’800 disoccupati, 8’000 persone richiedenti l’assistenza corrispondenti a un totale di circa il 7% dati ILO della forza lavoro ticinese) di certo non c'è da stare allegri.

In riferimento a queste dinamiche, da anni si cerca di far passare un messaggio chiaro riguardante l’importanza della riqualifica professionale tramite corsi e programmi mirati, studiati, con obiettivi realizzabili per coloro che li frequentano. Quante volte abbiamo sentito il Governo pronunciarsi su questo genere di formazione complementare e dare peso alla collaborazione tra pubblico e privato affinché si possano ricollocare più persone possibili nel mondo del lavoro”.

Secondo gli interpellanti vi sono però delle “note stonate in alcuni ambiti dove si svolgono attività e programmi occupazionali di dubbio impatto e relativo futuro beneficio, come evidenziato da chi li ha frequentati e come riportato nell'interessante servizio trasmesso sulla RSI (Patti Chiari) lo scorso 17 marzo.
Un corso o più corsi di perfezionamento (vedi Caritas e/o SOS) dovrebbero facilitare l’inserimento di una persona senza lavoro in un nuovo mondo produttivo ma è assodato che la realtà, per buona sostanza, è  tutt’altra”.

Seguono le domande al Consiglio di Stato:

1. A quanto ammontano i contributi cantonali annuali versati a Caritas Ticino e SOS? (ultimi cinque anni).

2. Si chiede nel dettaglio come questi fondi vengono spesi per i programmi occupazionali.

3. Qualora non fossero spesi nei programmi occupazionali, dove vanno a finire i fondi inutilizzati per lo scopo a cui erano destinati? E quale giustificazione viene fornita al Governo da chi riceve i contributi pubblici?

4. A quante altre Associazioni, oltre a quelle citate, il Cantone versa contributi per questi programmi occupazionali e a quanto ammontano gli importi erogati negli ultimi cinque anni per questi programmi, sia per tipo di attività e numero?

5. Quale tipo di controllo da parte dell’Amministrazione viene effettuato a livello occupazionale? Quali benefici didattici e pratici, condizioni di lavoro, sicurezza della salute pubblica e sul posto di lavoro in seno di svolgimento di questi  programmi?

6. Esistono controlli cantonali con rapporti redatti a scadenze regolari? Se sì, risultano  esiti positivi per i corsisti nel trovare un lavoro al termine dei corsi? Oppure questi corsi vengono considerati degli “impieghi momentanei” fini a se stessi e che non danno in seguito alcuno sbocco nel mercato del lavoro?

7. Si chiede al Governo se questi corsi non appaiono piuttosto un aiuto concreto (manovalanza) alle attività economiche e a chi li organizza piuttosto che trovare riscontri in benefici, ovvero posti di lavoro, nei confronti di chi li  ha frequentati?

8. Al termine dello svolgimento dei programmi quante persone sono state assunte, magari presso queste associazioni e quante hanno trovato impiego altrove? (ultimi 3 anni)
 
9. Quante delle persone che hanno partecipato a questi programmi occupazionali durante gli ultimi tre anni sono ancora disoccupate o sono finite in assistenza?
     
10.  Si chiede il dettaglio di tutti coloro che sono autorizzati e finanziati con soldi pubblici nell'attuazione e organizzazione di  questi programmi occupazionali o di riqualifica professionale. (All’anno quanto corrisponde il totale in fondi erogati)
                

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