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01.08.2017 - 10:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Successione Burkhalter in Consiglio federale, Bixio Caprara al Comitato cantonale: "Ecco perché abbiamo scelto di puntare su Ignazio Cassis. Ed ecco come siamo arrivati a questa decisione. Il PLR deve unire e non disperdere le forze"

È in corso al Centro Lattecaldo di Breggia il comitato straordinario del PLR che dovrà indicare il o i candidati per la corsa alla successione di Didier Burkhalter in Consiglio federale. Ecco come il presidente Caprara ha spiegato la decisione dell’Ufficio presidenziale di puntare sul consigliere nazionale Cassis

BREGGIA – È in corso al Centro Lattecaldo di Breggia il comitato straordinario del PLR che dovrà indicare il o i candidati per la corsa alla successione di Didier Burkhalter in Consiglio federale. Ecco come il presidente, Bixio Caprara, ha spiegato la decisione dell’Ufficio presidenziale di puntare sul consigliere nazionale Ignazio Cassis.

“Il PLR svizzero ha indicato che sarebbe stata privilegiata una candidatura latina, ossia che sarebbero stati favoriti rappresentanti della Svizzera italiana e della Romandia. Pur nel pieno rispetto delle prerogative del gruppo parlamentare liberale, competente per la decisione definitiva, è piuttosto evidente che il PLRS avrebbe certamente offerto al parlamento federale una scelta di almeno due candidati ed è verosimile l’orientamento verso uno/a candidato dalla svizzera italiana e uno/a candidato dalla Romandia.

Il posto in CF non è quindi riservato alla Svizzera italiana, fosse stato così magari si potevano fare ragionamenti diversi, ma l’opzione più probabile è che il parlamento sarebbe stato portato a scegliere tra un/una romando/a e un/a ticinese.  Ed è altrettanto evidente che gli amici romandi sono intenzionati a lottare per difendere la presenza di un liberale romando in CF considerando che lo hanno sempre avuto e tenendo conto di aspetti di politica interna al proprio cantone (…).

Il coinvolgimento dei parlamentari federali

Contatti ripetuti e scambi di opinioni con tutte le personalità che potevano essere considerate potenziali candidati e candidate (…). Vi sono stati contatti con la direzione del PLRS che ci hanno permesso di tener conto in modo adeguato il punto di vista del partito nazionale. Vi sono stati contatti con rappresentanti di altri Cantoni. Ci tengo molto a ringraziare esplicitamente per il loro qualificato contributo nella riflessione e nell’analisi il consigliere agli Stati Fabio Abate e il consigliere nazionale Giovanni Merlini i quali, non solo hanno subito precisato di non essere disponibili, ma hanno anche contribuito in modo sostanziale a chiarire la situazione e i punti da tenere in considerazione.

Desidero allo stesso modo ringraziare per la loro apprezzata disponibilità Laura Sadis e Christian Vitta: hanno permesso di parlare bene del nostro Cantone e del nostro partito in tutta la Svizzera. Li ringrazio per la disponibilità a mettersi a disposizione subordinandola all’eventualità che per motivi tattici l’UP avesse voluto optare per proporre più candidati al gruppo parlamentare e li ringrazio per il loro sostegno alla proposta dell’UP (…).

Una o più candidature

Il primo nodo da sciogliere era se focalizzarsi su una sola candidatura da proporre al gruppo parlamentare PLR oppure se presentare una scelta. Proporre 3 candidati avrebbe messo sotto pressione i romandi, i ticinesi sarebbe stati accusati di arroganza volendo imporre in un qualche modo un nostro presunto e non scontato diritto esclusivo al seggio in Consiglio federale. Non avremmo rispettato l’indicazione del PLR svizzero che indicava di voler privilegiare una candidatura latina, e quindi la volontà sempre espressa dal PLRS di presentare una scelta all’assemblea federale con una candidatura romanda e una della svizzera italiana e non una candidatura esclusivamente della svizzera italiana. 

È piuttosto illusorio pensare che il gruppo parlamentare proponga all’Assemblea federale due candidati di uno stesso Cantone oppure una scelta di quattro candidati. Come detto l’ipotesi di partenza più probabile è che il gruppo parlamentare presenterà un ticket latino.

Tutte le persone coinvolte, in particolare i nostri Fabio Abate, Giovanni Merlini ma anche Laura Sadis e Christian Vitta, hanno sempre individuato in Cassis il candidato con il profilo meglio corrispondente a quanto richiesto dal PLRS e colui che presenta le chances migliori.  La strategia scelta doveva focalizzarsi quindi a rafforzare il più possibile quella che è stata individuata come la candidatura con le chances migliori.

Proporre più candidati avrebbe indebolito la canditura principale e avrebbe permesso o da un lato a chi osteggia la svizzera italiana, nel caso concreto sicuramente alcuni romandi così come coloro che nella scelta hanno un interesse specifico per successive vacanze di CF, di promuovere alcune manovre non propriamente disinteressate. Ma più candidature avrebbero anche facilitato un’evidente dispersione di voti sui diversi candidati di coloro che invece ritengono sia giusto e opportuno che la Svizzera italiana sia rappresentata in CF.

L’UP d’altro canto non vuole candidature di facciata o di rappresentanza ma sostenere chi può presentare reali chances di andare fino in fondo ed essere eletto il 20 settembre. Infine, ma mi è doveroso ripeterlo, il discorso sarebbe stato o potrebbe essere diverso, se da parte del gruppo parlamentare liberare radicale si dovesse dire che il posto in CF è riservato alla Svizzera italiana oppure se i Romandi dovessero rinunciare a una propria candidatura a favore della Svizzera italiana.

In questo caso, che però come dimostrano le recenti candidature preannunciate in Romandia risulta piuttosto illusorio e fantasioso, il PLRT potrebbe essere chiamato a nuove valutazioni vista la necessità indiscussa di proporre all’assemblea federale una scelta tra più candidature. Di fronte a questi presupposti l’UP conclude che è preferibile concentrarsi su una sola candidatura favorendo chi ha le migliori chances. In queste ultime settimane in merito alla proposta dell’UP ho sentito molti commenti positivi e di sostegno, in particolare a favore di una strategia molto chiara e di assunzione di responsabilità.

Com’è normale che sia, ho anche letto alcune voci critiche; si è parlato di decisione eccessivamente rischiosa, addirittura di arroganza. Ricordo che siamo nel campo delle valutazioni e delle supposizioni. Ogni decisione contiene una certa dose di rischio soprattutto in una scienza non esatta com’è la politica e nello specifico la complessa procedura per l’elezione di un CF.

Ma ritengo che se questo partito ha voluto questa presidenza era anche perché da essa attendete la preparazione di determinate proposte spiegate con chiarezza e trasparenza (…). Chi mi conosce lo dovrebbe sapere. Ma non si tratta in nessun caso di una proposta da intendere come imposizione arrogante o come forzatura. È una proposta dell’UP consolidatasi grazie al contributo di diverse persone che conoscono molto bene la realtà bernese ed è maturata grazie al coinvolgimento delle diverse personalità che potenzialmente potevano entrare in linea di conto per una candidatura. Il rischio che ci assumiamo riteniamo quindi essere ben ponderato in base a un’analisi che riteniamo approfondita e oggettiva (…).

Ovviamente, e mi preme precisarlo esplicitamente, nessuno ci sottoscrive garanzie particolari. Come dicevo siamo nel campo delle valutazioni, delle supposizioni e delle ponderazioni dei pro e dei contro. Non vi è alcuna certezza e bisogna essere ben consapevoli che fino al 20 settembre la strada è ancora lunga. Tutti noi dobbiamo essere consci che si tratta di un obiettivo difficile, molto difficile e che il rischio di delusione c’è. Un rischio che è stato ponderato in base a un’analisi che riteniamo approfondita senza pregiudizi, preconcetti o imposizioni da parte di nessuno nel migliore spirito liberale.

Ma proprio in considerazione delle difficoltà dell’obiettivo e dei rischi esistenti è auspicabile che le forze del nostro partito siano concentrate e non disperse.

La candidatura

In base a tutto quanto precede e in particolare - consapevoli che la storia insegna come sia sempre molto difficile che in CF possa essere eletto qualcuno al di fuori dell’assemblea federale e - preso atto delle rinunce dei nostri rappresentanti a Berna Fabio Abate e Giovanni Merlini considerando il parere unanime delle persone coinvolte nel considerare Ignazio Cassis colui che meglio corrisponde al profilo elaborato dal PLRS, l’UP arriva a concludere che la candidatura di Cassis sia quella che presenta le chances migliori.

Ignazio Cassis rispecchia perfettamente il profilo auspicato dal PLR svizzero: - Dal 2007 siede in Consiglio nazionale nel quale ha maturato una solida esperienza parlamentare; - Dal 2015 è Presidente del Gruppo parlamentare PLR e in questo ruolo ha saputo rappresentare con coerenza e in modo convincente la posizione del proprio Gruppo; - Si esprime perfettamente nelle tre lingue nazionali e ha una buona dimestichezza con i media; - Ha dimostrato grande tenacia nel sostenere le posizioni del PLR anche quando erano scomode e molto critiche nei confronti del Consiglio federale stesso; - Ha condotto il Gruppo parlamentare favorendo il dibattito interno e la ricerca del consenso per presentare posizioni chiare e profilate in Parlamento; - Ha sempre dichiarato in modo trasparente ed esplicito, conformemente alle regole di un parlamento di milizia, i suoi diversi ruoli professionali a favore di una sanità di qualità e finanziariamente sostenibile; La sua formazione di medico lo presenta come uomo di scienza caratterizzato da spirito analitico, incline alla soluzione di problemi complessi e con grande capacità di ascolto.

La Svizzera italiana grazie a Ignazio Cassis presenta una candidatura di qualità che potrà portare in Consiglio federale la nostra cultura e la terza lingua nazionale, anche in rappresentanza dei numerosi cittadine e delle numerose cittadine svizzere di lingua italiana residenti oltre Gottardo. Oltre all’aspetto culturale e linguistico riteniamo importante poter offrire con questa candidatura per il Consiglio federale la sensibilità politica di chi conosce bene la realtà di una regione di frontiera.

La frontiera come nuovo centro in cui focalizzare l’interesse, consapevoli che sono luoghi con una dinamica particolare da valorizzare e seguire con attenzione. Riteniamo che conoscere bene le dinamiche e le criticità di una zona di frontiera, in particolare del nostro Cantone incuneato nell’importante polo economico Lombardo, possa rappresentare un vantaggio importante per la conduzione politica del nostro paese”.


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