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09.08.2017 - 17:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Otto punti vs otto punti. AITI vs PS. Modenini vs Righini. È scontro senza esclusione di colpi sul salario minimo: "Da quando è presidente dei socialisti mai un discorso chiaro e netto a favore degli imprenditori onesti"

Il direttore dell'AITI ci scrive per ribattere agli otto (con otto punti) con cui i socialisti hanno contestato il suo intervento sul salario minimo dopo la sentenza del Tribunale Federale sul Canton Neuchâtel

di Stefano Modenini*

 

Non intendo proseguire molto oltre una discussione sul salario minimo con chi fa finta di non capire, ma al signor Righini, presidente del PS vorrei dire che:

 

1. Il Tribunale federale ha stabilito che nel cantone di Neuchâtel sarà introdotto un salario minimo di CHF 20 l'ora. Questo salario è valido unicamente in quel Cantone e non in tutta la Svizzera, anche perché la Costituzione federale e la legislazione non lo consentono.

 

2. Il gruppo di lavoro incaricato dal Consiglio di Stato di proporre un'applicazione dell'articolo costituzionale su salari minimi differenziati ha discusso perlomeno 4 livelli di salari minimi e fra quelli sociali non vi è solo quello delle prestazioni complementari AVS/AI.

 

3. Non più tardi di 3 anni fa il popolo svizzero e anche quello ticinese hanno spazzato via in votazione popolare un salario minimo addirittura inferiore (circa CHF 3690) a quello proposto dal PS (CHF 3'750). Ma si vede che la volontà popolare va bene solo quando fa comodo.

 

4. Da quando è presidente del PS non ricordiamo un solo discorso diffuso, chiaro e netto del signor Righini, ribadiamo diffuso, chiaro e netto, a favore di quei tanti imprenditori che si comportano correttamente, che pagano stipendi decenti e che si battono ogni giorno per mantenere i posti di lavoro. Le brevi parole spese per l'imprenditoria onesta in un'intervista sono davvero poca cosa.

 

5. In occasione del recente sciopero dei marinai a Locarno il signor Righini e il suo partito non hanno speso una parola, dicasi una, a sostegno e comprensione di tutti quegli albergatori, commercianti e artigiani che hanno perso migliaia di franchi a seguito di questo sciopero e che tengono famiglia pure loro.

 

6. Il valore aggiunto esiste in ogni azienda, sennò sparirebbero dal mercato. Nella misura in cui un'azienda copre i propri costi attraverso i ricavi, rispetta le leggi e i contratti di lavoro ha diritto di cittadinanza nel nostro Cantone anche se non è un'azienda tecnologicamente avanzata. Parlare di capannoni e di economia a basso valore aggiunto significa non avere la minima idea della qualità delle imprese ticinesi.

 

7. Ora Consiglio di Stato e Parlamento devono prendere le loro decisioni, magari ascolteranno le reazioni isteriche della sinistra magari no. Una cosa è certa: un salario di CHF 3'500 o di CHF 3'750 non è un salario alto, ma per alcune aziende, soprattutto più piccole, artigiani, commercianti e altri operatori economici potrebbe essere difficile da sostenere perché queste categorie sono confrontate da tempo a una congiuntura difficile. Si chiede pertanto alle istituzioni di decidere con equilibrio, magari introducendo il salario minimo con gradualità. E' inutile imporre certi salari se poi il risultato è quello di dover licenziare.

 

8. Visto che su questo argomento si glissa ampiamente, ricordiamo che i principali beneficiari del salario minimo saranno comunque lavoratrici e lavoratori che non abitano nel nostro paese.

 

Vorrei fare una precisazione a proposito dello stato sociale. Evidentemente bisognerebbe poter pagare salari che permettono alle persone di fare fronte autonomamente almeno alle spese più importanti e necessarie. Ma non è che se il premio di cassa malattia raddoppia possono raddoppiare anche gli stipendi.

 

Per questo dico che se non si interverrà anche sul costo della vita troppo alto in Svizzera perderemo la sfida perché i salari non potranno mai crescere alla stessa velocità con la quale stanno crescendo le spese nel nostro paese.

 

*Direttore AITI

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