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16.01.2018 - 17:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'UDC lancia la battaglia contro la libera circolazione delle persone, Rocco Cattaneo: "Un'iniziativa pericolosa per l'economia svizzera. Ma anche un esercizio di chiarezza democratica. Se verrà approvata vedo solo due soluzioni: l’isolamento o l’entrata

L'imprenditore e consigliere nazionale: "Spetterà al popolo valutare se vale la pena di sacrificare i bilaterali sull’altare della libera circolazione delle persone. Ma cadranno anche gli altri accordi, in virtù della ‘clausola ghigliottina’. Il che significa che non avremo più accesso ai mercati europei che assorbono i due terzi del nostro commercio di esportazione"

di Marco Bazzi

Oggi l’UDC ha lanciato ufficialmente l’iniziativa "per una immigrazione moderata", che mira a porre fine alla libera circolazione delle persone tra Svizzera e stati membri dell'Unione Europea. Se l’iniziativa otterrà le firme necessarie per essere posta in votazione e se verrà approvata, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone. Altrimenti dovrà disdire l'accordo unilateralmente.

Rocco Cattaneo, lei che è imprenditore e consigliere nazionale, oltre ad essere stato presidente del PLR, teme questa iniziativa popolare?

È sicuramente un’iniziativa pericolosa per l’economia svizzera. Ma penso anche che sia un atto di chiarezza importante per la democrazia. Spetterà al popolo valutare se vale la pena di sacrificare i bilaterali sull’altare della libera circolazione delle persone.

Che scenario si immagina se l’iniziativa venisse approvata?

Credo proprio che cadranno anche gli altri accordi, in virtù della famosa ‘clausola ghigliottina’. Il che significa che non avremo più accesso ai mercati europei che assorbono i  due terzi del nostro commercio di esportazione.

E sul piano politico?

Per la Svizzera vedo solo due soluzioni: l’isolamento o l’entrata in Europa. Gli accordi bilaterali sono stati una soluzione di compromesso che ci ha consentito di rimanere una nazione completamente sovrana ma di restare sul mercato dell’Unione europea. I risultati secondo me sono positivi: oggi abbiamo il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi 20 anni, le prospettive economiche sono buone, siamo usciti senza troppi problemi dalla crisi del franco forte… Aggiungo che questa iniziativa è fuori tempo, perché l’immigrazione dagli Stati UE sta diminuendo progressivamente e rispetto a cinque anni fa si è dimezzata. Questo perché l’economia europea sta riprendendosi e andrà ancora meglio nei prossimi anni.

Però, se sul 9 febbraio si fosse trovata una soluzione più coerente con il voto popolare di allora forse questa iniziativa non sarebbe arrivata…

Guardi, io penso che le Camere federali nell’ambito della soluzione adottata sul 9 febbraio abbiano fatto il possibile per salvare i bilaterali. Ora sacrificarli per abolire la libera circolazione è secondo me un grosso azzardo.

L’economia andrà bene, ma non può negare che la libera circolazione abbia creato anche gravi problemi sul mercato del lavoro, soprattutto in Ticino…

Il Ticino è un cantone più fragile, essendo regione di frontiera. Non nego i problemi, che vanno sicuramente risolti per quanto è possibile. Credo che si debba per esempio incentivare la comunicazione costante tra imprenditori e uffici regionali di collocamento. Il mio gruppo, che a dispetto di chi mi ha per anni criticato conta solo il 35% di frontalieri, pagati secondo parametri di contratti collettivi, lo fa regolarmente e con ottimi risultati.

Però converrà che alcuni imprenditori hanno scambiato la libera circolazione per il far-west…

La libera circolazione non è stata pensata per indurre lo sfruttamento e il dumping da parte dei datori di lavoro, ma per creare nuove opportunità economiche e di sviluppo. Il problema dei frontalieri ha colpito soprattutto il terziario e il settore dei servizi e dei liberi professionisti. Mi si dirà che la disoccupazione è stabile o in lieve calo ma aumentano le persone in assistenza, che in Ticino sono circa 8'000. D’accordo, ma non possiamo sottacere che la metà di loro non ha purtroppo in mano nemmeno un attestato di tirocinio. Questo significa che occorre lavorare ancora molto sulla formazione, la riqualifica e il reinserimento professionale. Oltre che migliorare le condizioni quadro in particolare favorendo fiscalmente le imprese e chi crea posti di lavoro…

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