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24.01.2018 - 09:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Controlli sistematici dei permessi, Fonio posta un contratto di lavoro da fame e ribatte a Modenini: "Questi sono i fatti. Queste sono le situazioni che ci preoccupano”

Il deputato del PPD contrattacca dopo la dura reazione del mondo economico alla decisione del Gran Consiglio di accogliere la sua iniziativa: "Questa è la retribuzione che un lavoratore occupato in un ufficio del Mendrisiotto percepisce da ormai due (!!!) anni. per alcuni, si sta già facendo abbastanza. Non per noi"

BELINZONA - Non si placa la polemica scoppiata dopo la decisione del Gran Consiglio di appoggiare l’iniziativa di Giorgio Fonio che introduce i controlli sistematici dei contratti di lavoro prima del rilascio del permesso.

 

Alle accuse di illegalità lanciate ieri dal gruppo del PLR, l’unico partito ad opporsi alla misura in Parlamento, stamane sono giunte le bordate da parte del mondo economico.

 

E proprio Fonio, tramite il suo profilo Facebook, ha voluto replicare al direttore di AITI Stefano Modenini. Il deputato PPD ha infatti postato sul suo profilo Facebook un contratto di lavoro con un salario lordo mensile di 2’200 franchi.

 

“Questa - scrive Fonio - è la retribuzione che un lavoratore occupato in un ufficio del Mendrisiotto percepisce da ormai due (!!!) anni. Il tipico profilo di un impiegato di commercio! Il CNL obbligherebbe il suo datore di lavoro a riconoscergli un salario superiore ai 3'000 franchi invece ne prende poco più che 2'300. Questi sono i fatti. Queste sono le situazioni che ci preoccupano”.

 

“Sono questi i tempi - attacca ancora il Gran Consigliere - che i “buoni deputati (così li ha definiti Stefano Modenini, sottintendendo che noi siamo i cattivi) che hanno mostrato il volto migliore della politica dimostrando preparazione, argomenti solidi, passione, rispetto delle leggi e della Costituzione” ritengono accettabili nel risolvere una situazione di illegalità?”

 

“Oggi - conclude il deputato - questo lavoratore continua a lavorare. E forse il suo salario verrà sistemato grazie ad una segnalazione sindacale all’ispettorato del lavoro. Ma per alcuni, si sta già facendo abbastanza. Non per noi. Chiudo”.

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